Difendiamo anche i piccoli editori

Difendiamo anche i piccoli editori Difendiamo anche i piccoli editori oli medico della mutuai) Rimasi molto colpito, impressionato, quando mi accorsi che il romanzo non restava confinato negli spazi delle recensioni librarie, ma trovava una accesa udienza nelle altre colonne dei giornali: quelle che trattano di politica, di cronaca e di costume. Il libro stava trasmigrando, se così si può dire, dalla letteratura alla società. Oggi questo può accadere quando stampa e TV decidono di trasformare un autore — indipendentemente dal valore di ciò che ha scritto — in un «personaggio». Si tratta di una tipica manipolazione commerciale. Allora non era ancora cosi. Io non ero un «personaggio», dunque ciò che contava era il libro, o meglio ciò di cui il libro parlava e soprattutto informava. Non mi ci volle molto per capire che avevo rivelato ciò che solo pochi dovevano sapere; avevo avuto il coraggio (l'incoscienza) di mettere il dito su una piaga che esisteva ma doveva rimanere al riparo da ogni sguardo indiscreto e profano. Certo faceva impressione seguire le vicende di un medico che ricorreva a squallidi e meschini espedienti pur di trovare lavoro (che significava giungere Signor Direttore, un servizio di Tu ttoli bri dal convegno sulla piccola editoria tenutosi recentemente a Firenze, ha riportato alcune asserzioni del tutto gratuite formulate nel corso del dibattito. E' stato detto che 'la legge sull'editoria si occupa di giornali e non prevede nulla per il libro- e che l'Associazione. Italiana Editori -non ha una sezione che segua i problemi dei piccoli editori». La prima affermazione denota dimenticanza degli artt. 30 e 34 della legge 5 agosto 1981 n. 416 (legge per l'editoria) che riguardano direttamente, in tutto o in parte, l'editoria librarla. • Per quanto riguarda presunte disattenzioni dell'A.I.E. nel confronti Giuseppe D'Agata

Persone citate: Giuseppe D'agata

Luoghi citati: Firenze