Cattolici in America una minoranza diventata milionaria

Religione e società nel saggio di un gesuita Religione e società nel saggio di un gesuita Cattolici in America una minoranza diventata milionaria per non avvenire, anche se dopo molte e gravi tribolazioni. I messaggi che venivano dalla Roma di Gregorio XVI o di Pio IX non potevano che contribuire a rendere quanto mal difficile la questione. Ma alcune svolte decisive hanno messo in moto un corso favorevole alla frattura che una parie della Chiesa e comunità americana aveva sempre avversato. Fu Leone XIII a fare 1 primi passi: e Giovanni XXIII e Paolo VI a compiere quelli decisivi e definitivi. Ciò che consenti ai cattolici in America di diventare una grande realtà furono le foni ondate di immigrazione dai paesi cattolici europei fra Otto e Novecento. Queste, come ebbero un'influenza decisiva sulla stratificazione sociale, cosi l'ebbero in campo religioso. Ondate immigratone venute a saldarsi con quelle, anche molto più recenti, provenienti dall'America Latina. Sennonché, nato come chiesa di masse povere, il cattolicesimo divenne anche la religione di una nuova aristocrazia economica sviluppatasi soprattutto a partire dagli Anni Venti di questo secolo. Una volta Integratasi nelle Istituzioni politiche e civili del paese, la Chiesa e più in generale il popolo cattolico sono stati segnati dalle divisioni che hanno coinvolto gli altri americani, anche se in alcuni casi con tratti assai peculiari. Ma le tendenze conservatrici prevalsero su quelle opposte, e di molto. Solo alcuni esempi; la Chiesa aveva pressoché taciuto di fronte alla piaga della schiavitù; dopo il 1914. nel periodo della neutralità. I cattolici erano per gran parte favorevoli alle potenze centrali; fra le due guerre furono non solo, ovviamente, anticomunisti, ma anche filofascisti: durante la guerra fredda, occuparono le prime file nel plaudire alla .caccia alle streghe» di stanijio maccartista. Eppure non mancarono coloro che tennero atteggiamenti diversi e anche decisamente opposti. Un interessante aspetto del libro è quello che riguarda la posizione dei cattolici di fronte alla questione sociale. Seppure una minoranza, non mancarono quanti si impegnarono nei sindacati e nel sostenere le lotte del lavoro, persino quelle più aspre. Ed è da ricordare In campo economico-sociale il pensiero di John A. Rayan. un tipico esponente dM «riformismo cattolico.; Un firóne:3quefio che. proprio nei giorni nostri — ma siamo ormai fuori dal libro di Hennesey — ha portato 1 vescovi americani a criticare con forti accenti la politica economica del presidente Reagan. Massimo L. Salvador! James Hennesey, «I cattolici degli Stati Uniti. Dalla scoperta dell'America ai giorni nostri», Jaca Book, 442 pagine, 52.000 lire. John Kennedy stici. ai problemi interni della Chiesa e del clero, mi pare che il filo conduttore dell'indagine stia nel rapporto fra la comunità cattolica e il resto della società americana, nei modi in cui una minoranza religiosa di .diversi», in certi momenti e luoghi persino di «esclusi», per tappe successive sia giunta a riconoscersi nell'America a maggioranza protestante, segnata da una cultura politica improntata al principio non cattolico della tolleranza religiosa e della separazione fra Stato e Chiese. E. certo, in questo senso l'elezione del cattolico John F. Kennedy a presidente degli Stati Un Ili ha segnato un punto di approdo simbolico. Nel 1870 Orestes Brownson. eminente personalità della cultura convertitosi al cattolicesimo, rispondendo negativamente alla domanda se cattolicesimo e democrazia fossero compatibili, «aveva pronunciato la sentenza di divorzio tra l'America e il cattolicesimo». Ebbene, il lavoro di Hennesey è come una sorla di prova del contrarlo. Il divorzio ha finito Il duca d'Aosta e la guerra in Etiopia LE polemiche, • non sempre corrette, fra i Savoia Carignano ed i Savoia Aosta non sono nuove, ma in questo periodo si son fatte più roventi fra Vittorio Emanuele IV pretendente al trono d'Italia e brasseur d'affaires alla grande in Svizzera, sua sorella Beatrice, o Titti, che lo accusa di ai'er manipolato il testamento del padre Umberto II. ma soprattutto fra il pretendente ed Amedeo di Savoia, che ha aderito allumi, sconfessata invece da suo cugino. In questa prospettiva bisogna leggere il bel libro di Edoardo Borra -Amedeo di Savoia-, limpida biografia del terzo dina d'Aosta e viceré d'Etiopia, un personaggio che ha sempre generato simpatia, quando non tenerezza, in quasi tutti gli italiani Edoardo Borra, medico piemontese specializzato in malattie tropicali, presente in Etiopia fin dal 1928, è il testimone più attendibile sulla condotta di Amedeo d'Aosta accanto al quale rimase durante il suo non lungo vicereame eppoi in prigionia nel Kenya dopo la caduta del fragile impero italiano. Libri sul duca d'Aosta ne sono stati scritti molti, ed ancor più numerosi sono i giudizi di scrittori e storici che si sono interessati alla campagna d'Africa ed all'amministrazione della nuova colonia; Edoardo