Le «perversioni» del poeta di Renato Barilli

L'avanguardia in bilico fra gioco e impegno L'avanguardia in bilico fra gioco e impegno Le «per versioni» del poeta Via col vento australiano sua particolare difficoltà, anzi, tutt'altro: il primo incitamento è al 'lasciarsi andare*. proprio come di chi ha bevuto, o si trova in un piacevole stato di scioglimento dei freni inibitori, e permette quindi che il suo inconscio faccia capolino ad ogni passo... Si aggiunga che Ottonieri è napoletano, e si avrà allora il quadro di una profluvie barocca, generosa e magmatica, che appunto nella fretta di sgorgare non si preoccupa troppo dei singoli vocaboli, ma li accavalla, li fonde, li confonde: «e d'ove in risucchio in fàldico d'oltre mirrando a lo rizzontico loco voto; e bascizzivi, sciacche, s'accheta l'aere, s'incorron in fili amorosi giuochi 'ntrecci, o gelida, canna, vento oh scoglio Diversa la tecnica di Gabriele Frasca, autore di -Rame', sempre nella medesima collana (Lire 8000). In questo caso, non si hanno forzature al lessico normale, ma i vari vocaboli sono violentemente allontanati dai contesti soliti, e incastrati gli uni a seguito degli altri quasi come succede in una tarsia; cosi ognuno di essi emana una luce strana, intensa, fa avvertire tutto il suo peso semantico. Come agitare un caleidoscopio, e invitarci ad apprezzare di volta in volta le nuove combinazioni che ne risultano. O come un computer impazzito, cui abbiamo affidato una buona dose di lessico normale, chiedendogli però di restituircelo senza rispettare le convenzioni e le abitudini: «quel dolore campito dagli stra-. ti / delle stoviglie sozze al cranio in spore, / si genera ai ginocchi alza la fame / il. ventre braccia ehi le strade / percorrono dei muscoli ehi gli stormi / dei nervi il corpo elettrico ostenta orme». Queste le nuove reclute di un campo sperimentale che peraltro ha già i suoi seguaci abituali; come per esempio Alberto Cappi, che pubblica le ricerche degli ultimi quattro anni col titolo significativo di 'Per versioni' (Spirali, L. 10.000), prefato dal compianto Gino Baratta. Cappi fa un ricorso scoperto agli scilinguagnoli, ai giochi verbali che sfruttano sistematicamente gli anagrammi, le permutazioni, le palindromi, ovvero, come dichiara egli stesso fin dal titolo, le perversioni, sia nel senso psicopatologico della parola, sia in quello assai più innocente di un semplice voltare di sotto in su l'ordine consueto dei vocaboli: «manna canna / manto zinna / mare zanna», «grafotropo / rigo rito / cifra proto / mito». IN questi anni di riflusso, assai poco propensi alla ricerca e alle ansie sperimentali, solo nel territorio della poesia si possono trovare tracce di un laboratorio in atto, laddove il romanzo appare ben più acquiescente e rassegnato alla routine. In particolare, nell'ambito poetico la letteratura sembra voler reggere il passo rispetto alle arti contigue, le quali hanno sperimentato intensamente le possibilità di superare certi loro limiti istituzionali. Per la poesia, un limite fatidico pare posto dal quesito se rispettare i .significati., restare entro l'ambito del buon vocabolario, o affrontare invece una dimensione di •suoni in libertà', il che è ben più ardito delle -parole in libertà' del precedente futurista, il quale del resto aveva coltivato anche le vie audaci di una poesia 'Concreta' in cui le singole sillabe, o addirittura i singoli fonemi, si staccano dal corpo delle parole e si offrono in una specie di 'puntinismo' acustico. Ne è venuto un filone, caro a tutte le avaguardie, vecchie e nuove, che potrebbe essere detto della ricerca •intraverbale', in quanto opera al di sotto della soglia verbale andando a sfruttare valenze, echi, risonanze che si sprigionano appunto -dentro' i singoli vocaboli. Un premio per Nietzsche BONN — L'Accademia tedesca per la lingua e letterarura di Darmstadt . ha assegnato i suoi premi di quest'anno al germanista Mazzino Montanari e alla traduttrice Elisabeth Schnack di Zurigo. Montanari è stato premiato per l'edizione critica della opere complete di Nietzsche, di cui fino ad oggi sono usciti 22 volumi in Italia presso l'Adelphi. L'importanza di questa edizione, come ha sottolineato l'Accademia, sta soprattutto nella pubblicazione di tutto il carteggio di Nietzsche e delle sue opere uscite postume. Una collana sperimentale, edita a Milano dal poeta Michelangelo Cornelio e intitolata -Corpo IO', ospita di frequente testi di questo genere. Vi è uscito di recente un .Coniugatilo., di Tommaso Ottonieri (Lire 8000), non nuovo a queste imprese, già da lui tentate nell'opera prima «Le memorie di un piccolo ipertrofico'. E l'ipertrofia è in effetti il suo tratto distintivo: una parlata esuberante, invadente, pronunciata come da chi ha la lingua grossa per uno stato di ebbrezza, e confonde i vocaboli tra loro, 'scivolando' da una rassomiglianza all'altra. I -lapsus' sono all'ordine del giorno, in questo tipo di esercizio, che dunque non si raccomanda per una nere uniscono, in un vocabolo o in una frase, i singoli spezzoni di cui sono fatti. E' come se il materiale verbale subisse un effetto di elettrolisi, per effetto del quale le varie particelle si -liberano' e circolano smembrate: «nume rose nimi nose / devast azioni / alt ro voi to s fiorato». Gli esempi, dunque, di pratiche intraverbali ci sono, e anche abbastanza nuiiicrosi; ma che pensare dì loro, come inquadrarli? La parola ad alcuni protagonisti di ampia responsabilità, teorici, ctitici.e pratici nello stesso tempo dei 'lavori in corso: Giovanni Raboni invita a collocare il fenomeno in un panorama globale, ricco anche di altre corde; e anzi egli sottolinea che bisogna tutelare la pluralità delle vie, e la loro rispettiva complementarità, senza privilegiare alcuna di esse. Accanto a questa via del laboratorio, Raboni ne indica almeno altre tre: quella neoromantica (per esempio, Giuseppe Conte), volta a recuperare, come avviene anche in altre arti, i valori dell'emozione, del pathos; c'è poi la via del .riuso' della tradizione corrispondente, potremmo dire, a quella che in altre sedi è la poetica della citazione, tra le più tipiche dell'attuale clima postmoderno: un neoclassicismo rinato sul gusto delle rovine (come è nel caso di Cesare Viviani, appena ieri cultore dell'intraverbalità); né Raboni esclude una dignitosa e valida strada della 'Continuità'. Antonio Porta allarga il problema, osservando che non si dà buona poesia se non accompagnata dal proposito di far risuonare i valori fonici interni; si tratta insomma di una palestra che tutti i poeti devono frequentare quasi d'obbligo. Tra i nuovi apporti in questa direzione, Porta segnala la raccolta di Milo De Angells. -Terra del riso» (Mondadori). E infine Edoardo Sanguineti, che in qualche modo è il patron spirituale almeno dei giovani di 'Corpo 10'. Egli parla di una divaricazione di livelli, o di momenti, per cui c'è sempre un momento del gioco, che prende coscienza di come la lingua sia un meccanismo combinatorio, con cui conviene condurre belle partite traendone ogni possibile godimento; ma c'è poi anche l'ora di un impegno 'drammatico' che deve portarci ad aggredire il reale, a 'impastarci con le cose.. In fondo, la sua stessa poesia è un valido esempio della convivenza di questi due livelli. Ne viene una squisita atmosfera ludica, di un'umanità raffinata che, avendo superato i problemi stringenti del bisogno e della: sopravvivenza, si può concedere lunghe pause distensive, dedicate a interrogare il proprio linguaggio, a scioglierne, per cosi dire, i muscoli, a tenderne ogni fibra, ogni nervatura, in un salutare esercizio di igiene mentale, portatrice di benessere a un tempo stesso fisico e intellettuale, e perfino erotico. ■ Tra i veterani di queste pratiche intraverbali c'è Cesare Ruffato ('Parola Bambola-, Marsilio, Lire 10.000), che è di professione radiologo, e non fa nulla per nasconderlo. Con lui, si entra davvero in laboratorio, per assistervi alla nascita •sintetica' di parole inedite, prodotte mediante la mostruosa congiunzione di vocaboli di uso corrente, o appartenenti al gergo specialistico. Siamo insomma nel gabinetto di un qualche dottor Jeckyll, o Caligari, o Frankenstein, ma intento a condurre i suoi esperimenti genetici solo sul materiale verbale, il che tuttavia non costituisce una turbativa minore dei nostri sonni tranquilli. Ne escono comunque «mostri, di questa specie: «ma eloto semperfila come il car / marelittico dappresso con salso / dilatato. Escare poudre a pastelli...». E infine si dà il caso di -normali, sperimentatori poetici, attestati cioè su una corretta tradizione moderna, diciamo postmontaliana, che tuttavia, oggi, non disprezzano di compiere qualche incursione nelle zone intraverbali (l'esempio più noto in tal senso è offerto da Andrea Zanzotto). Ecco Giancarlo Majorino ('Provvisorio., Mondadori, Lire 18.000, presentato da Giuseppe Pon Uggia) che, pur nel corso di un normale periodare (normale come lo può essere il pur sempre alterato passo poetico), scioglie a un tratto i collanti che in ge¬ Renato Barilli

Luoghi citati: Bonn, Italia, Milano, Milo De Angells, Zurigo