Convegno-ricordo su don Mazzolari profeta «scomodo ed appassionato»

Convegno-ricordo su don Mazzolari profeta «scomodo ed appassionato» Convegno-ricordo su don Mazzolari profeta «scomodo ed appassionato» ' BERGAMO — -Come cristiano, quando disobbedisco .per ordine morale, obbedisco; quando mi rivolto, ricostruisco-. Nello spirito di questa affermazione, autobiografica e ideale di don Primo Mazzolari, a oltre 25 anni dalla morte (12 aprile 1959) i suoi amici, nell'Abbazia di Sant'Egidio a Sotto il Monte, hanno dedicato un incontro al -parroco degli ultimi- per ricuperarne la -memoria- creativa e critica. Uomo della resistenza religiosa e politica, Mazzolari, dopo quarant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, risulta ancora un profeta stimolante, scomodo e appassionato come allora. Nel centro ecumenico aperto da padre Davide Maria Turoldo, poco dopo la morte di Papa Giovanni, nell'antica abbazia risalente all'Anno Mille per continuarne la memoria profetica, un centinaio d'amici, compresi molti giovani, hanno ascoltato disce¬ poli e amici del grande sacerdote: Giulio Vaggi. che fu dìrettore di Adesso, il quindicinale d'impegno cristiano che fruttò a Mazzolari pene e tradimenti ma gli consenti di -avverare nell'età adulta un sogno della gioventù-, Umberto Vivarelli, Midiele Do. Nazareno Fabbretti, Luigi Miccoli, Enrico Pey.etti, e lo stesso padre Turoldo che hanno messo a fuoco l'attualità provocatoria, fedele e profetica di questo grande prete che con Lorenzo Milani resta uno dei più coraggiosi educatori della Chiesa italiana dagli anni di Pio XI e di Pio XII fino a Roncalli e a Montini. Dopo sospetti, emarginazioni, calunnie e affronti, solo Papa Giovanni, nel febbraio del 1959, lo abbracciò poco prima che lui morisse in un'udienza -strappata alle congiure di palazzo,., definendolo • la tromba dello Spirito Santo nella Bassa Mantovana-. La voce e la forza di quel¬ l'uomo, di quel prete d'uguale fede e croce, gridarono tutto e subito in Italia sia sulla follia della guerra, del nazismo e del fascismo, che sugli errori e gli orrori di certa resistenza (-la liberazione non è sempre la libertà sognata-) e sui rischi e i disastri dell'-onnipotenza- della politica del purtito cattolico dopo il trionfo elettorale del 19J8. Mazzolari ammoniva: -Se dovessi fare la guerra di leti con l'animo di oggi, sarei in peccato: se facessi la Resistenza come l'ho fatta ieri, con l'animo di oggi, sarei in peccato-. E in -Tu non uccidere-, primo, vero saggio cattolico sull'obiezione di coscienza, uscito in anticipo di molti anni sullo stesso Concilio Vaticano II, Mazzolari ammoniva ancora: -Chi giustifica una guerra, giustifica tutte le guerre-, Miccoli e Do hanno indicato quale futuro abbiano ancora nella Chiesa e nella società la sua profezia e pedagogia anticipatrice. Vivarelli e Peyrelti ne hanno riletto con fedele passione l'annunzio ai poveri, privilegiato da Mazzolari per avere non solo parlato di loro e con loro, ma per aver rimesso proprio loro, soggetti, non solo oggetti del lieto annunzio di Cristo, sulla cattedra dell'autenticità evangelica, come documenta Vivarelli nel suo ultimo libro genuinamente mazzolariano: -La cattedra dei poveri- (ed. Cens). E' stato un incontro creativo, quello di Sotto il Monte, non un -brindisi in famiglia-; la presa di coscienza d'un'ercdità ecclesiale e sociale ancora viva e che può ancora a lungo dare i frutti migliori in questa società lacerata ma libera, in una Chiesa confusa e conflittuale ma aperta e in cammino anche e proprio per merito di preti come lui, uomo della seconda resistenza. f. n.

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Sant'egidio