Spadolini: la vera sfida resta la pace

Spadolini: la vera sfida resta la pace Spadolini: la vera sfida resta la pace «li terrorismo battuBOLOGNA — Ripresa del dialogo tra le due superpotenze (l'unico che può garantire la «sopravvivenza al pianeta»), dialogo che l'Italia «coltiva in tutte le sedi internazionali certa, con i suoi alleati, che la pace del mondo si coniughi con la ragione e la pazienza». Lotta al terrorismo, contro il «quale non bisogna mal abbassare la guardia», ma che «non è prevalso né prevarrà mai» perché la forza della «Repubblica è nella coscienza del popolo». Rilancio della «questione morale», che è la vera grande «questione nazionale». Sono questi i temi centrali sui quali sì è soffermato turo prevedibile, dalla garanzia americana. La Germania ha pensato di rispondere a questa mole di problemi dando il suo assenso sia a Reagan sia a Mitterrand. Può sembrare una posizione comoda o ambigua, in qualche modo una fuga dalla responsabilità di una scelta. Ma la verità e che la Germania, c con essa l'Europa, non possono permettersi una scelta. Devono sostenere l'iniziativa di Mitterrand, perche indica per il futuro la sola via d'uscita dalla dipendenza europea; ma non possono voltare le spalle all'iniziativa di Reagan, per la sua concretezza tanto maggiore c per la sua incidenza immediata sui rapporti euro-americani. Piuttosto, il cancelliere KohI è stato criticato per aver detto si a Reagan senza aspettare che si formasse una comune risposta europea. E questa è ima critica giusta. Se la proposta di Mitterrand può rivelarsi un'i¬ to dalla coscienza degli Ieri il ministro della Difesa Spadolini intervenuto a Bologna per celebrare il quarantesimo anniversario della liberazione della città (21 aprile 1945). Il ministro, dopo aver posto l'accento sulla partecipazione attiva alla Resistenza dei cittadini di Bologna condotta nei lunghi mesi dell'occupazione nazista e sul grande sacrificio di sangue che essi hanno offerto alla causa della libertà, ha sottolineato il ruolo determinante avuto dalle forze armate nella guerra di liberazione. Armamenti — Spadolini ha ricordato che nel mondo nutile fuga in avanti, questo rischio diventa tanto maggiore se i singoli Paesi europei continuano a procedere, in pratica, in ordine sparso, affrettandosi a rassicurare, ciascuno per suo conto, l'allealo americano. Invece il primo passo per dare plausibilità all'ipotesi francese per l'Europa i che gli europei, tutti insieme, rispondano a Reagan. indicando le condizioni e i limiti di una collaborazione, clic non potrà essere a senso unico. ... „. Aldo Rizzo • ROMA — Il ministro dell'Industria leggera della Repubblica Popolare di Cina, Yang Bo, è ripartito ieri da Roma per Barcellona al termine della visita in Italia. «Sono convinto — ha dichiaralo Yang Bo, poco prima di imbarcarsi all'aeroporto di Fiumicino — che dopo gli incontri avuti la cooperazione nel campo dell'Industria leggera, tra 1 nostri due Paesi, si svilupperà ulteriormente». italiani» • Rilanciare la sono state combattute, dal 1945 In poi. ben 150 guerre. «Dinnanzi a questa polveriera, il pianeta lega la sua sopravvivenza al dialogo fra le due superpotenze». .•Di qui — ha proseguito Spadolini — l'augurio che V incontro a Vienna del 15 maggio prossimo fra Gromyko e Shultz porti ad accelerare la ripresa del dialogo politico fra americani e sovietici in modo da pervenire a quell'organizzazione della pace che resta la vera sfida che conti, in quest'epilogo del secolo che sta per finire». Terrorismo — Riferendosi al terrorismo, Spadolini ha detto ancora: «La Re¬ «questione inorale» pubblica lia vinto il terrorismo, nella coscienza di una forte coesione nazionale: la coesione che ha le sue radici nella Resistenza». Ecco un'altra lezione da non dimenticare per non abba -, re la guardia su tutti i conati di violenza che più attentano all'unità dello Stato. Un monito che Bologna — la città più atrocemente sottoposta alla tecnica della strage nefanda e intimidatrlce — non dimentica. Che il popolo italiano, in tutte le sue articolazioni, fa proprio giorno dopo giorno: con 1 suoi soldati, i suoi corpi armati, i suoi magistrati, i suoi sindacati, le sue grandi forze popolari organizzate». — ha sottolineato Craxi — l'attività e la funzione dell'ente locale sono necessarie come il pane-, ma 1' Italia è -clamorosamente indietro in materia di legislazione sugli enti locali. Basterà citare che l'attuale ordinamento è praticamente retto ancora dalla legislazione del 1934-. Si tratta — ha proseguito Craxi — di attuare quell'articolo 128 della Costituzione che definisce i Comuni e le Province -enti autonomi nell'ambito dei principi fissati da leggi generali della Repubblica che ne determinano le funzioni-. L'assenza di una legislazione generale ha portato ai difetti che ancora oggi tutti riscontriamo: la tendenza, soprattutto dei Comuni, ad assumere la veste di -Stato in piccolo-, addossandosi una veste di rappresentatività generale ed interessandosi di tutto, dalla casa allo spettacolo, sovrapponendosi spesso alla competenza degli altri organi.