Cardenal scrive: «Dio non può volere che io lasci i poveri» di Marco Tosatti

Cordonai sirìve: «Dio non può volere ehe io /asci i poveri» Cordonai sirìve: «Dio non può volere ehe io /asci i poveri» CITTA' DEL VATICANO — Padre Fernando Cardenal, ministro dell'educazione nicaraguense, espulso dalla «Compagnia di Gesù» e sospeso a divinis perché si è rifiutalo di lasciare il suo posto nel governo di Managua, scrive agli amici. E' una lettera che il religioso ha stilato qualche tempo fa, per spiegare le ragioni della sua obiezione di coscienza, e che è stata resa pubblica nel suo testo integrale in italiano nell'ultimo numero de // regno, la rivista dei padri dehoniani. E' un documento di grande interesse, a cui segue una dichiarazione, altrettanto interessante, del «supcriore provinciale» di Cardenal, che può illustrare la difficile strada clie i gesuiti stanno percorrendo in America Latina. Una strada che il nuovo «generale», Hans Peter Kolvenbach sembra comprendere e appoggiare, anche se a differenza del suo predecessore, padre Arrupe, preferisce il silenzio e la discrezione alla pubblicità. «Considero che commetterci grave peccato se abbandonassi, nelle attuali circostanze, la mia scelta sacerdotale verso i poveri-, scrive Fernando Cardenal. dopo aver lamentato che sin dalla fine del potere di Somoza i vescovi di Nicaragua -cominciarono a far pressione su noi sacerdoti affinché abbandonassimo la nostra partecipazione-. Un accordo fu stipulato nel 1981, ma -da allora non ci hanno più concesso un incontro, anche se l'abbiamo sollecitato varie volte-. Cardenal afferma di aver alimentato una speranza: quella clic la Chiesa avrebbe visto nel suo lavoro un «seruizio apostolico- di tipo missionario, in linea con la presenza evangelica. Da quando però questa speranza gli è apparsa illusoria, ha dedicato -vl'olto tempo al discernimento e alla direzione spirituale, sempre accompagnata dalla preghiera-. Perciò, quando è giunto l'aut-aut: o abbandonare il lavoro nel governo; o abbandonare la Compagnia di Gesù, ha optato per la seconda scelta. -Non riesco a concepire un Dio — scrive — che mi chieda di abbandonare il mio impegno verso il popolo-. Il ministro dell'educazione Cardenal, al pari degli altri religiosi impegnati nella giunta (Ernesto Cardenal, suo fratello. Migeuel D'Escoto. ministro degli esteri, Edgar Parrales, rappresentante presso IOSA) vede nel suo lavoro un modo per aiutare il movimento sandinista «7iou solo a non essere antireligioso, né anticristiano, ma a essere veramente rivoluzionario, umano nella rivoluzione; veramente servitore dei poveri-. Il caso di Roma è diverso: secondo Cardenal la Santa Sede è .imprigionata da concezioni di tipo politico che derivano dai traumi prodotti Il ministro dell dai conflitti nell'Europa dell'Est, e che niente hanno a che fare con la storia del popolo di Dio nella nostra terra la tino-amerìcana«. Fcrdando Cardenal ritiene che il canone 285, in base al quale la Chiesa lo ha punito, sia giusto; ma crede che -oggi più che inai-, dovrebbe essere fatta un'eccezione per i sacerdoti del Nicaragua. «Lo mia obiezione di coscienza è sincera, e la sua motivazione evangelica. Sento che Dio non può chiedermi di schierarmi dalla parte di coloro che vogliono divorare il popolo come fosse pane-. Chi ha rifiutato di riconoscere questa situazione di eccezionalità -è stalo, il Papa Giovanni Paolo II. Soffro per quest'affermazione, via cristianamente non posso tacerla-. Il che non vuol dire che Cardenal butterà la tonaca alle ortiche: -Continuerò a vivere come religioso e con la grazia di Dio, cercherò di mantenére il celibato. Mi con¬ a Difesa ricorda a sidero peccatore. Non voglio che ìiessuno mi idealizzi, perché sarebbe un grande errore. La mia è una decisione di coscienza, non pretendo di erigerla a esempio o a regola-. Cardenal ringrazia, nel suo messaggio, sia il «preposito generale», padre Kolvenbach, sia il «provinciale» per 11 Centro America, Valentin Menenciez. Quest'ultimo ìxe. voluto rilasciar*"una dichiarazione, In cui si dice che runico motivo di espulsione, per Cardenal, è -la presentazione di un'obiezione di coscienza ad obbedire all'ordine di abbandonare il suo incarico di ministro-. Avendo seguito il conflitto in cui Cardenal si è trovato -posso testimoniare dell'autenticità e della serietà della sua obiezione di coscienza-, E conclude: -Questo siamo decisi a fare per il padre Cardenal: accompagnarlo nel cammino intrapreso a causa della sua opzione per i poveri-. Marco Tosatti Bologna la libera

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