Il computer al telefono, sostituirà la «signorina» del servizio informazioni

Il computer al telefono, sostituirà la «signorina» del servizio informazioni Il computer al telefono, sostituirà la «signorina» del servizio informazioni Allo Cselt di Torincapisce fritte le voc TORINO — «Signorina a che ora parte il treno per...?,,, è una. formula destinata a scomparire. In futuro a risposerei al telefono non sarà più una persona, sconosciuta ma in fondo amica, ma un computer. Parlare con un calcolatore, sarà mai possibile? «SI, certo — rispondono gli esperti dello Cselt —. Ami è già fattibile-. La fantascienza quindi è alle porte. O meglio è qui a Torino, chiusa in una elegante palazzina della zona industriale della città, allo Cselt, Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni S.p.A, una società costituita nel 1964 dalla Stet come organismo istituzionale del Gruppo per lo svolgimento delle attività di ricerca a medio e lun¬ o si prepara un calcolatore che parla e i e i dialetti, dal piemontese al siciliano terminali video o le tastiere». Ovvero, in parole povere, far si che il calcolatore faccia tutto quello che già adesso fa attraverso gli appositi comandi inviatigli con la tastle- • ra, ma con una differenza: 1 comandi arriveranno dalla voce. Naturalmente tutto ' questo non è facile: dal 1970 quasi tutti i Paesi Industrializzati del mondo stanno cer- : cando di comunicare con 11 calcolatore tramite il linguaggio vocale anziché con quello artificiale. Quali sono le difficoltà? / «La difficoltà più ovvia — risponde Giulio Modena — ù riuscire a far "capire" al calcolatore le infinite sfumature vocali esistenti. Le caratteristlclie acusticìie sono diverse in ogni persona. Ci sono voci roche, voci squillanti, voci : maschili e femminili e poi le inflessioni dialettali. Tutte cose che "all'orecchio" del calcolatore rendono la stessa ' parola diversa». Pertanto perché il calcolatore risponda a tono ad una domanda occorre che prima riesca a «riconoscere» le parole. Come avviene il riconoscimento — La parola o la frase sotto forma d'onda elettrica arriva al calcolatore che la analizza, attraverso uno spettrogramma, per estrarne le informazioni che la caratterizzano e la differenziano da altre. La fase preliminare del sistema consiste quindi nel registrare e nell'Immagazzinare nella memoria dell'elaboratore il maggior numero possibile di parole op-portunamente pronunciate dal parlatore e relative all'applicazione scelta. Se si pensa ad un servizio destinato a tutti gli utenti telefonici, la difficoltà è evidente. A che punto sono le ricerche — Attualmente esistono già macchine che «riconoscono» pochi parlatori che pronunciano le parole in modo staccato e con un vocabolario molto limitato. Spiega l'ing. Giancarlo Pirani; «Qui allo Cselt abbiamo sviluppato una macchina del genere». Questa funziona tramite il telefono: si forma un numero, si dice una parola d'ordine, che in questo caso è semplicemente «pronto?», e l'elaboratore è predisposto a «dialogare». Con la voce legger-' niente metallica, «Musa», l'elaboratore costruito in Cselt nel 1979, chiede «Chi sei?». Avuta la risposta elenca tutte le possibili domande che gli si possono fare. Dicendogli semplicemente «messaggio», «modifica» e cosi via, l'elaboratore esegue.' Al «grazie» finale del parlatore, «Musa» innesta una «nota umana» e conclude con un simpatico «Spero di esserli stato utile». Ma ai ricercatori dello Cselt tutto ciò non è sufficiente. «Non basta — dicono — clic il calcolatore riconosca le paro-, le: deve anche "comprendere" il significato del discorso. Altrimenti si limita a trascrivere quello che gli si dice». Come è possibile tutto questo? A questo punto entra in gioco l'equipe dell'ing. Franco Manuccl che si occupa di intelligenza artificiale. E' qui che si studia la «comprensione», cioè il passo successivo al «riconoscimento». Dice l'ing. Manucci: «Pìobabilmente non si arriverà mai a parlare con il calcolatore di tutto, perlomeno nessuno al mondo per ora ci spera; ma per dominii semantici sì». Vale a dire secondo argomenti: geografia, turismo, orari, notizie economiche e cosi via. Questo perché ogni argomento ha un linguaggio specifico e quindi limitato. «II. contesto infatti — continua Manucci — aiuta la comprensione del discorso. Nel calcolatore vengono immesse tantissime possibilità di relazione fra le parole. Questo le elabora e alla fine sceglie la più giusta. Certo il problema è die piuttosto di dare un'informazione sbagliata è meglio non darla per niente». La ricerca in Italia a che punto si trova nella graduatoria mondiale? «A livello europeo — risponde Modena — la ricerca ttaliana è perfettamente allineata. Quella europea è invece un po' indietro rispetto a Stati Uniti e Giappone che hanno il vantaggio della tecnologia di base. Cioè lo svantaggio non è tanto nella fase di ricerca quanto in quella dell'applicazione. Quasi tutto dipende dalla costruzione dei' chip, che in Europa richiede tempi più lunghi rispetto a Stati Uniti e Giappone». go termine. Qui i circa settecento dipendenti svolgono gli studi più avanzati nel campo dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Uno di questi è appunto rivolto alle applicazioni del riconoscimento automatico della voce nella telematica. Qual 6 il fine? ••Rendere operativi dei servizi di pubblica utilità — rispondono gli ingegneri Giulio Modena e Giancarlo Pirani responsabili di questa ricerca —. E cioè soprattutto servisi telefonici: informazioni su orari di treni o acrei, notizie turistiche, bancarie o di qualsiasi altro tipo; ma anche, ad esempio, servisi per ciechi o handicappati ette attualmente non possono utilizzare i

Persone citate: Franco Manuccl, Giancarlo Pirani, Giulio Modena, Manucci

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Modena, Stati Uniti, Torino