Condono, domani la prima scadenza e riguarda l'80-90% delle abitazioni
Condóno, domani la prima scadenza e riguarda V80-90% delle abitazioni Condóno, domani la prima scadenza e riguarda V80-90% delle abitazioni Le vicende del cosiddetto «condono edilizio» rivelano l'ultimo esemplo di come non devono essere latte le leggi. Il nuovo provvedimento, entrato In vigore II 17 marzo scorso, prevede la prima scadenza per domani 16 aprile al tini della dichiarazione al sindaco delle opere Interne e cioè degli abusi edilizi minori. Vediamo alla viglila quai è la situazione: 1 ) La scadenza del 16 aprile si è subito rivelata assurda perché, secondo una prima stima, la dichiarazione riguarderebbe l'60 o II 90 per cento delle abitazioni esistenti. D'altra parte non esiste quali famiglia che, In tanti anni, non abbia spostato un tramezzo o aperto una porta. 2) A parte II disagio procurato al tanti Interessati, la confusione, le lunghe attese per essere ricevute negli uffici competenti, la rivolta contro la scadenza di domani è avvenuta proprio per Iniziativa di questi ultimi. I sindacalisti del catasto, da decenni In crisi, hanno firmalo un duro documento contro la mancata previsione del lavoro straordinario da effettuarsi per applicare Il condono. 3) Da parte loro gli uffici comunali, alla vigilia delle elezioni, non sono neppure In grado di dare spiegazioni a chi le chiede (e sono tanti) dimostrando — guarda caso — di essere In difficolta come tutti nella stessa Interpretazione della legge. 4) Finalmente da alcuni giorni si parla di proroga e si 6 subito accesa una polemica sulla durata della stessa che deve essere stabilita con decreto legge. Non si comprende che, se si vuole regolarizzare Il patrimonio edilizio, occorre stabilire tempi tecnici lunghi, non solo per le amministrazioni Interessate, ma anche per I contribuenti. Da quando si parla di proroga, si è vellicata una certa disaffezione nell'opinione pubblica che ha capito di essere slata beffata con la previsione di tempi troppo brevi. 5) Per la verità, Il problema non è solo quello di una proroga più o meno lunga (ma sempre tecnica¬ mente congrua) per regolarizzare tutte le posizioni abusive, ma è anche quello di capire quello che la legge vuole dire. Intatti II provvedimento (dopo anni di gestazione) è risultato lacunoso, alle volte distorto e spesso di oscura Interpretazione. Anche sulle opere Interne sono sorte discussioni: secondo alcuni esse Farebbero solo quelle effettuate dopo l'ottobre 1983 che non rientrano nel condono vero e proprio; secondo altri tutti gli abusi minori dovrebbero essere dichiarati senza pagamento; non si sa Inoltre se le violazioni delle norme Igieniche per I bagni siano dichlarablll o condonabili. 6) Cosi la contusione aumenta, le Idee opposte si fanno avanti, I relatori della legge dicono la loro ed II ministero tace. Quindi stabilire una proroga (magari dopo la scadenza del termine, secondo una prassi deteriore) è essenziale, ma essa non ha alcun significato se contemporaneamente non si chiarisce la portata della legge. 7) Nella situazione da giallo che stiamo vivendo, occorre non dimenticare che la dichiarazione da presentare al sindaco per le opere minori deve essere accompagnata da una relazione di un tecnico abilitato alla progettazione. Ora la posizione di quest'ultimo non è facile poiché anch'egll non conosce Il significato della legge. Occorre concludere che le leggi non possono essere compitate solo sulla base di compromessi politici e di esigenze di bilancio: bisogna, prima di approvarle, verificare la possibilità pratica di applicazione. Tutte le voci che, durante I lavori preparatori, hanno fatto presente la situazione non sono state ascoltate dal politici; tocca e questi ultimi rimediare al malfatto. Non è vero che «basta avere una legge, poi la si migliora» come è staio autorevolmente affermato. Il rispetto per II cittadino che deve subire queste norme e per gli organi pubblici chiamati In causa sono Infatti condizioni di fattibilità che sono alate Ignorate. Gif GllOi gnGianfranco Gallo-Orsi
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