Volantino Br minaccia: «Oro colpiremo il sindacato la Confindustria e il pci»

L'assassinio di Ezio Tarantelli rivendicato con un farneticante comunicato L'assassinio di Ezio Tarantelli rivendicato con un farneticante comunicato Volantino Br mmmdm «Oro colpiremo il sindacato, la Confindustria e il pei» Sono Scarfò e la Balzarani i « capi "Colonna » a Roma? <<11 professore è stato giustiziato» perché ritenuto «uno dei massimi responsabili dell'attacco al salario operaio» - «L'accordo per il referendum non si deve fare» ROMA — La Digos ha confermato l'autenticità del volantino, che rivendica l'uccisione del prof. Tarantelli. fatto trovare dalle Brigate rosse dopo una telefonata anonima. Il volantino, composto da tre pagine scritte con una macchina elettronica, è stato fatto trovare in un cestino di rifiuti del quartiere Salario. Assieme al messaggio, c'era anche la ■.Risoluzione strategica n. 30», datata 25 marzo 1985. la stessa che la polizia ha trovato vicino al corpo del docente universitario quando questi è stato ucciso a raffiche di mitraglietta. Ezio Tarantelli è stato «oiusfi>iaro- — dicono nel volantino le Brigate rosse — perché ritenuto «uno dei massimi responsabili dell'attacco al salario operaio e alla storia di conquiste politiche e materiali del proletariato nel nostro Paese». Nei capoversi seguenti i terroristi fanno un profilo del docente universitario, considerato ••uno dei più autorevoli esponenti tecnico-politici al servigio del grande capitale. L'autore dello scritto aggiunge anche che il «prò/. Tarantelli esce da quel covo internazionale di politi¬ che anti-proletarìc e di oppressione imperialista che ò il Mit (Massachusetts ìnstitute of Tecìmologyì, una delle centrali a livello mondiale della politica economica e finanziarla del grande capitale multinazionale, responso bile dello sfruttamento e dell'oppressione dell'imperialismo occidentale di tre quarti della popolazione mondiale». Dopo altre note biografiche riguardanti la vita, le aspirazioni, gli incarichi e le attività del prof. Tarantelli. le Br rilevano quali tipi di ■■obiettivi- costituiscano l'attuale fase di attacco armato: - Verranno presi di mira chi lavora ai progetti di politica economica, il sindacato, la Confindustria e anche il partito comunista-. Il loro primo obiettivo, secondo le Br. e quello di uri • nuovo patto sociale a sostegno della borghesia per risolvere la sua erisi-. -La proposta di riduzione dell'orario di lavoro, calmilo di battaglia della Cisl. e la dimostrazione più evidente dello spirito antiproletario, demagogico, mistificatore e in perfetta sintonia con i piani confindustriali. Tale riduzione è finalizzata a null'altro che all'aumento della produttività, tramite Ci a L'uomo, coinvolto in diversi delitti, è uno dei maggiori indiziati per l'uccisione del docente - Secondo un pentito odia i sindacalisti ((complici del regime» dirigenti della Montedison sarebbero stati, fra gli altri, Sandro Roslgnoli, Francesco Lo Bianco e Leonardo Bertulazzi, genovesi, tutti appartenenti a «Prima linea» alla fine delgli Anni Settanta, nelle azioni di fuoco che insanguinarono la Liguria. Sono gli stessi nomi fatti dal pentito Antonio Savasta. che li definì -irriducibili, fortemente ideologizzati, sempre col dito sul grilletto». Rosignoli fu condannato nel dicembre di tre anni fa a 7 anni e 4 mesi, Scarfò a 2 anni e 1 mese. Secondo le dichiarazioni fatte da Gianluigi Cristiani al settimanale milanese, ci sarebbero stati fiancheggiatori e simpatizzanti Br allo stabilimento Ansaldo di Genova; si tratterebbe di 'individui mai identificati.: ' I sindacalisti dell'Ansaldo smentiscono. E ricordano di un solo infiltrato all'Italsider: Berardi, postino delle Br, la cui deposizione al processo rese pubblico il nome del sindacalista Guido Rossa che l'aveva denunciato. Il coraggio costò la vita a Rossa, ucciso a rivoltellate mentre usciva di casa, nel quartiere genovese di Oreglna. oltre: afferma che nel mirino delle Br — pronte ad un salto di qualità nel terrore — potrebbe esserci un esponente industriale. Gregorio Scarfò, guiderebbe dunque, si dice, con Barbara Balzarani, la strategia delle nuove Br. -Se così stanno le cose — è il parere di un funzionario di polizìa — bisogna alzare la guardia. Si tratta di due terroristi estremamente decisi e pericolosi». Scarfò, latitante da cinque anni, sarebbe a Roma dove avrebbe fatto parte del gruppo che ha deciso l'assassinio di Tarantelli. Voci accreditate lo indicano come numero uno della ricostruita «colonna» brigatista della capitale. E' stato condannato nello scorso novembre e 10 anni di reclusione dalla Corte d'Appello di Genova per l'assalto alla sede della «Finligure» avvenuto nell'estate del 1979. Il brigatista proviene da un gruppetto di Autonomia operaia di Genova Pontedecimo dov'era conosciuto con il soprannome di -Samuel». Risulta coinvolto nelle azioni Br degli ultimi anni: oltre al rapimento di Ciro Cirillo, all'omicidio dell'ingegner Taliercio. Con Scarfò, a sequestrare i GENOVA — Venfotto anni, bruno, folti baffi, espressione da duro. -Conduce una sua battaglia personale contro i sindacalisti che accusa di essere "complici del regime"», dicono all'antiterrorismo. Il ritratto è quello di Gregorio Scarfò. uno dei maggiori indiziati della preparazione e dell'omicidio dì Enzo Tarantelli. già ricercato per il rapimento dell'assessore democristiano alla Regione Campania Ciro Cirillo, e «Primula rossa» del terrorismo cresciuto in Liguria probabilmente all'insegnamento di Senzani. Il nome di Scarfò emerge dalle dichiarazioni fatte al settimanale -Oggi» da Gianluigi Cristiani, pentito della colonna genovese delle Br, praticamente sgominata dopo l'intervento dei carabinieri nel covo di via Fracchia. Dice Cristiani che Scarfò aveva, naturalmente in senso negativo, -il pallino del sindacato»; che approvò l'assassinio del sindacalista Guido Rossa; che lanciò bombe contro un corteo della Cisl; che teneva i collegamenti con elementi vicini alle Brigate rosse all'interno delle fabbriche. Ma il pentito Cristiani va introduzione selvaggia della flessibilità, della mobilità, del part-time e del maggiore utiliizo del lavoro straordinario, a seconda delle necessità delle imprese-. Il secondo obiettivo è il sindacato, che i terroristi collegano a! ruolo del pei: -lì sindacato e il partito revisionista giocano il ruolo di 7nuro antisovversivo nel traballante edificio borghese, ruolo rivendicato apertamente dal pei e da Lama, presentandolo come moneta di scambio...-. Nel volantino, i terroristi ritengono il pei -responsabile di voler a tutti i costi trovare una soluzione "pacificatoria" ai conflitti sociali, svalutando cosi i reali interessi materiali e politici del proletariato-. Le Br evidenziano di aver organizzato, agito e colpito in questo momento proprio per radicalizzare la lotta intorno al tema del referendum: ■ Niente soluzioni pacificatorie, niente scambi tra pei e governo. L'accordo per evitare il referendum non si deve fare». Il volantino si chiude con lo slogan che sintetizza il senso dell'attuale campagna: -Attaccare e sconfiggere la coalizione Cru.ii-Ca rn itiConj'indùstria». (Ansa) nazionale: la risposta al delitto di Roma è stata all'unisono con la volontà dei cittadini che rigettano ogni tentativo di fare politica con le armi. Se è vero che i terroristi non danno più l'attacco diretto allo Stato tentando invece di fare politica attraverso progetti mirati, ad esempio, al problema della scala mobile, è altrettanto vero — ha concluso — che ogni manovra di inserimento violenta ed antidemocratica nel solco dei problemi sociali appare destinata a fallire-.