Un appello dei pentiti della camorra Chiedono protezione per i familiari

Un appello dei pentiti della camorra Chiedono protezione per i familiari Un appello dei pentiti della camorra Chiedono protezione per i familiari I pentiti della camorra protestano. Si sentono in pericolo. In una lettera ai giornali chiedono protezione per i familiari e di poter tornare un giorno a vivere civilmente. Dicono che non andranno più ai processi a testimoniare contro gli uomini della «piovra» da loro stessi denunciati. Franco Brunero assicura che avrebbe da dire -cose importanti su personaggi di alto livello-, ma non lo farà per non finire nel «guai» riservati per solito a chi tocca gli -insospettabili-. I detenuti si sono battezzati -ex appartenenti alle organizzazioni camorristiche-. Pochi mesi fa avevano deciso uno sciopero della fame. -Le richieste — scrivono adesso — erano e sono sempre le stesse-. Riferiscono di un -documento del giudici paler¬ mitani che, unanimemente, riconoscevano la giustezza di quanto da noi chiesto-. -Si tratta di magistrati che danno onore e vita allo Stato. Figuriamoci noi, poveri sciagurati die abbiamo ancora addosso appiccicata l'etichetta di delinquenti!-. Chiedono protezione per le famiglie esposte alle vendette degli amici di un tempo. Evidenziano la -disumana passeggiata quotidiana- per andare da un processo all'altro: viaggio pericoloso per 1 pentiti e per gli agenti che li accompagnano. Poi mettono le mani avanti per ottenere una legge che consenta un futuro -vivibile di uomini liberi clie si sono liberati prima di tutto, dentro, del loro sciagurato passato-. Dal carcere di Paliano viene l'ultimatum: -Non ci re¬ cheremo più ai processi-. E questo perché «troppe e vuote promesse sono state fatte, ma abbiamo la sensazione di essere abbandonati al nostro destino-. Ognuno dei firmatari — Salvatore Zannetti, Ciro Starace, Mario lncarrato, Francesco Leonardo, Michele Tassini, Michele Dello Jacono, Luigi Riccio, Michelangelo D'Agostino, Andrea Villa, Virgilio Cottarelli, Remigio Venanzi, Salvatore Sanfilippo, Salvatore Federico, Francesco Manzo, Vincenzo Sinagra, Kim Koh Bah — ritiene di aver ben meritato. -Collaborando con la giustizia abbiamo contribuito in modo notevole a smantellare le organizzazioni criminali: ci sembrava di aver in questo modo cominciato a costruire con mattoni una nuova vita. Oggi anche questi mattoni sembrano senza spiraglio-. Andrea Villa non andrà a testimoniare al processo di Napoli dove è coinvolto anche Enzo Tortora. Perché? «Fino ad ora non ho nessunissima speranza- di lasciare la prigione e tornare libero. E ancora: -Non ho intenzione di essere coinvolto in quella bagarre in atto a Napoli fra pentiti che fanno a gara per vedere chi ha il vestito più alla moda o II giubbotto più ben firmato senza ricordarsi che fra loro et sono persone che, per vendetta trasversale, hanno perso i loro cari-. Il pentito ritiene che -per giungere alla verità- bisogna prima arrivare «o una sintetica analisi di chi vuole dire la verità-. -Solo allora — conclude — porterò le prove Inconfutabili sulla colpevolezza di Tortora...-. IN PIEMONTE E LIGURIA

Luoghi citati: Liguria, Napoli, Paliano, Piemonte