Colletti: che vede nemici per la pelle o per le idee

Collettixhi vede nemici per la pelle o per le idee Collettixhi vede nemici per la pelle o per le idee Intervista col filosofo -1 responsabili delle ROMA — C'è un razzismo «della pelle», biologico e ripugnante. Ma c'è anche un altro tipo di razzismo: quello delle Idee. E' il razzismo dell'intolleranza, l'atteggiamento di chi, ritenendosi depositario e sacerdote di una verità assoluta, emargina e ghettizza, isola e criminalizza l'avversarlo. Razzismo «della pelle» e razzismo «delle Idee»: professor Colletti qua! è II più diffuso oggi nel nostro Paese? .Complessivamente credo il secondo — risponde Lucio Colletti, politologo, professore di filosofia all'Università di Roma —: una forma di intolleranza che si esprime nel considerare le idee diverse dalie proprie come nemiche, e quindi nel ritenere "nemici" coloro che le esprimono.. Va dove viene questo tipo di razzismo? Chi se ne fa portatore? .Le origini storiche sono lontane: è un intolleranza che a periodi alterni, con fasi ora meno accese ora più acute, ha attraversato tutta la storia italiana, e non ha risparmiato questo secondo dopoguerra. Indicare tutte le cause è difficile. Una certamente è questa: il Paese ha tardato, e forse non è giunto neppure oggi, a riconoscersi interamente nelle istituzioni che si è dato. Credo che non sia una rivelazione ricordare che nei primi lustri del dopoguerra, per lo meno fino agli Anni 60, una parte notevole delle masse popolari italiane ha guardato a una società modello e a uno Stato modello die non erano quello italiano. Ha guardato a uno Stato guida, a un polo, l'Unione Sovietica, dove, a quanto si diceva, era stato abolito lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, era stata realizzata una libertà piena e incondizionata ecc. •Noi purtroppo sappiamo che è vero il contrario: che in Urss c'è la dittatura di un partito, ci sono i campi di concentramento, non c'è libertà di stampa. Eppure, il fatto che una parte notevole della classe lavoratrice abbia Identificato nell'Urss il paradiso dei lavoratori ha determinato una sorta di estraneità e avversità verso le istituzioni presenti in Italia. Ho ricordato recentemente che Togliatti nel 1962, al decimo, congresso del pel, l'ultimo dà lui diretto, giudicava la situazione politica italiana come "la dittatura della grande borghesia monopolistica". E oggi c'è chi tende a far passare Togliatti come un padre della democrazia». Sopraffazione e Intolleranza hanno le radici in un filone culturale preciso? .Potenzialmente la radice si trova in tutte quelle ideologie che pretendono di possedere la verità assoluta. La radice dell'intolleranza può essere, al limite, nel cattolico — se non è un cattolico liberale —; oppure in chi partecipa, sia pure senza conoscenza diretta delle fonti, di una concezione vagamente ispirata al marxismo-leninismo. L'ideologia democratica, al contrario, è un'ideologia che non pretende di avere in tasca nessuna verità assoluta e riconosce come dato permanente il fal¬ collegano a situazioni politiche. Quello di oggi non è più il razzismo vero e proprio di ieri, ma resta tale e pericoloso. Se la prendono con gli Ebr< perché esiste Israele e colpendo noi pensano di colpire quello Stato. E' un fenomeno imprevedibile dal quale tutti dobbiamo difenderci». Cosa significa l'ondata razzista che squassa l'Europa? L'abbiamo chiesto allo scrittore Primo Levi. .Sarebbe stato ingenuo e ottimistico sperare che il razzismo sparisse dall'Europa insieme col potere nazista. In primo luogo l'equazione razzismo uguale nazismo è approsshnativa: il nazismo ha condotto il razzismo alle sue conseguenze estreme, ma il razzismo e l'antisemitismo in specie esistevano già prima e continueranno ad esistere dopo. Le ultime manifestazioni di Parigi sono dolorose ma a mio parere non devono essere prese in modo troppo tragico: sono quasi certamente di origine non europea. In Europa l'antisemitismo ha funzionato in qualche modo da vaccino: la memoria della strage nazista è ancora troppo recente, sussiste tuttora una certa immunità. L'antisemitismo latente, soprattutto in Francia, l'iene risvegliato più o meno artificiosamente dalla ostilità verso Israele di molti Paesi arabi ma non ha basi popolari». Che differenza c'è tra il neorazzismo d'oggi, in «camicia bianca», cioè non apertamente riconoscibile e dichiarato e quello di sempre? •La differenza è vistosa di qualità e quantità. Per il momento, a eccezione delle intemperanze l'erbali dei leader iraniano e libico, non esiste nel inondo alcun Paese che faccia dell'antisemitismo la propria bandiera, che ne faccia apertamente uno scopo politico.. Questa nuova latente recrudescenza quali pericoli nasconde e fin dove può spingersi? .Non credo che in Italia ci siano in vista pericoli nascosti: qui la vaccinazione è stata molto forte, e non parlo solo del contenuto razziale del fascismo italiano che è sempre stato superficiale e a fior di pelle. Razzismo e antisemitismo sono sempre stati al di fuori della mentalità degli italiani, e non vedo perché in avvenire le cose dovrebbero cambiare». Parlano Toaff e Primo Levi intolleranze di oggi libilismo. Clic non pretende di sfuggire all'errore, ma chiede soltanto le garanzie per poterlo correggere». La lotta è aperta: sono più ampi o più stretti, rispetto a 10 anni fa, gli spazi per la tolleranza in Italia? •In superficie direi che sono più larghi. Molti miti, rispetto a 10 anni fa, non sono interamente caduti: sono divenuti vacillanti. Gli spazi probabilmente si sono allargati, però questi spazi possono contrarsi rapidamente, perché le radici di quei miti sono ancora in piedi.. Quali anticorpi sono necessari per sconfiggere 11 razzismo delle Idee? I «Quello fondamentale è la diffusione del costume di vita democratico: la democrazia non è soltanto una serie di istituzioni importantissime (la libertà di stampa, la possibilità di scegliere attraverso il volo ecc): è anche il costume morale di chi sa di non essere il detentore della verità, e che il portatore di idee diverse può avere in qualche caso ragione. Questo è il punto: essere disponibili al confronto, sempre, senza bollare come "nemico" chi la pensa diversamente da noi». Le fa paura il «razzismo delle Idee»? «Si, perché nel clima dell'intolleranza si genera la violenza. Purtroppo questo Paese non è immune da questa esperienza: l'ha vissuta, l'ha pagata duramente con il sangue di moltissime vittime. Sarebbe tempo che in alcuni settori della classe politica si riflettesse su questo». Mauro Anselmo Gian Mario Ricciardi

Persone citate: Colletti, Gian Mario Ricciardi, Lucio Colletti, Mauro Anselmo Gian, Primo Levi, Toaff, Togliatti