Pellegrini minaccia «pulizie»

Pellegrini minaccia «pulizie» Pellegrini minaccia «pulizie» dal nostro inviato MILANO — Preso d'assalto come la sua Inter in campo, Ernesto Pellegrini non è crollato. Alle tre e mezzo del mattino non ha detto che licenziava Castagner, o che doveva valutare se farlo, come forse voleva un gruppo di cronisti che soffocava il presidente con domande assillanti e rapaci. Lenti giri di parole, poi cerchi sempre più stretti come voli d'avvoltoio. E Pellegrini, paziente, a ripetere vecchi concetti con nuove espressioni, abile anche lui nel fuggire insidie e pericoli. «Siamo stati dominati — ha detto il presidente — e potete capire la mia delusione. Però, come sono stato pronto a smorzare gli entusiasmi, sono anche sereno nel giudicare la sconfitta. Se faccio un bilancio globale, devo confessare che la stagione dell'Inter è stata pari alle mie attese. A parte naturalmente questo assurdo finale... / cronisti chiedevano valutazioni sul tecnico, Pellegrini rispondeva enunciando programmi gene¬ rali. E i voli riprendevano sempre più serrali. Una cosa però Pellegrini non aveva problemi ad ammettere: che l'Inter aveva giocato davvero male, cosa del resto difficilmente confutabile. Alle tre del mattino, tuttavia, Pellegrini si è lasciato un po' andare e ha fatto due dichiarazioni importanti: 1) che spera nella ripetizione «per mostrare che l'Inter non è inferiore al Real..; 2) che vuole costruire un'Inter vincente e dunque i brocchi e i codardi possono pure cambiare maglia. Non ha scaricato Castagner, ovviamente, però ha dato di certo materia da titoloni a chi sosteneva, più o meno apertamente, che le paure della squadra riflettono le paure del tecnico. Che Castagner non goda di totale stima è pacifico, specie dopo la disfatta di Madrid. Ma come può Pellegrini licenziarlo dopo averlo confermato nemmeno un mese fa? E come può, con un esonero, sconfessare quel che va dicendo, e cioè che l'improvvisazione e i colpi di testa non hanno posto in una seria società di calcio? Però Pellegrini fia anche aggiunto: «Il futuro dell'Inter si decide attraverso le valutazioni quotidiane. Ed e indubbio che gli episodi come quello di Madrid possono avere il loro peso». Tutto aperto, dunque, come la partita die si gioca a tavolino. Sul crollo di Madrid, poco da aggiungere. Persino i protagonisti, solitamente poco dediti alla pratica dell'autocritica, lianno riconosciuto di aver giocato da cani. -Ci hanno schiacciati», ha detto Castagner senza tuttavia sapersi spiegare il perché. «Ci siamo fatti schiacciare», ha aggiunto Brady portando nel tema, abbastanza monotono, una variante die può essere chiarificatrice. Colpa dell'Inter, insomma, die non aveva testa e gambe per andare ad attaccare il Real. E Rummenigge ha concluso: «Madrid è la mia rovina. Su questo campo ho vissuto i due episodi più tristi della mia carriera, il Real Madrid dopo l'Italia mundial: credo di aver giocato la peggiore partita della mia vita», c. co. Milano. Bergomi con la fidanzata all'aeroporto di Limile

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