I reni malati galera a vita

Ireni malati galera a vita In Piemonte 1585 in dialisi Ireni malati galera a vita Un appello ai primari per i trapianti Quante sono in Piemonte le persone costrette alla dialisi del sangue perché i reni non funzionano? Risponde 11 Registro delle uremie croniche al quale hanno lavorato per tre anni medici e informatici del Csi. Al 31 dicembre 1984 erano 1585 di cui 943 trattati nel 19 centri ospedalieri (Molinette. Nam-Nuova Astanteria Martini, Mauriziano, Martini, Chleri. Rivoli, Cirlè. Castellamonic, Pinerolo. Cuneo. Asti, Casale, Alessandria, Vercelli, Borgomanero. Novara. Biella. Ceva, Alba). 151 a domicilio, 283 .ad assistenza limitata» e altri con trattamenti differenziati compresi 16 con dialisi peritoneale. Nessuno deve più recarsi fuori regione: -Ed è una grande conquista — ha detto ieri il prof. Piccoli, nefrologo della Nam presentando, con l'assessore Bajardi, il Registro — perché molti di noi ri- cordano la situazione del 1976 quando si dovevano percorrere centinaia di chilometri più volte la settimana per trovare un centro dialisi-. Il problema dialisi è collegato al trapianto. Fino a ieri alle Molinette, unico centro piemontese abilitato, sono stali fatti 130 trapianti di cui 16 nei primi quattro mesi di quest'anno: i trapiantati viventi sono 124. Ora 11 Centro torinese è autorizzato anche al trapianto da viventi e già una decina di coppie "donatore-ricevente., sono pronte. Ma il problema, sollecitato dagli oltre 400 dializzati in lista d'attesa di trapianto è il reperimento di organi da persone vittime di incidenti mortali. I centri autorizzati al prelievo sono 14 in Piemonte, ma non sempre i servizi di anestesia e rianimazione segnalano i casi di -possibili donatori... In una lettera aperta ai primari di anestesia e rianimazione e di neurochirurgia Hi tutti gli ospedali piemontesi, 146 malati, in rappresentanza dei 401 in lista d'attesa per trapianto, rivolgono un accorato appello perché la segnalazione di -possibili donatori di reni- sia tempestiva. Tutto sommato, non facendolo i primari -disattendono una precisa disposizione di legge-. Non si nascondono le difficoltà per i medici, ma fanno presente che -la depurazione del sangue a vita- è una condanna che va affrontata da tutti con la determinazione di abolirla

Persone citate: Bajardi