Bocciature, siamo i primi in Italia
occiature, siamo i primi in Italia occiature, siamo i primi in Italia Nelle tre-classi delle la situazione di chi aBocciature, abbandoni. Fenomeni che toccano i giovani sempre più da vicino e che i tecnici hanno voluto identificare con una etichetta dal nome terribile: «mortalità scolastica». Quanta colpa hanno la poca attitudine o i mezzi limitati del ragazzo quando la sua vita di studente si spegne? Quanta influenza ha la scuola nel mancato recupero? Il problema è diventato cosi evidente nella media dell'obbligo, che il ministero dell'istruzione ha invitato presidi e ispettori a presentare una relazione particolareggiata al termine dei corsi. Secondo il ministero, l'abbandono di chi lascia la scuola prima dei 15 anni senza avere raggiunto la licenza e le ripetenze rischiano «di compromettere il conseguimento delle finalità della scuola media, chiamata dalla Costituzione a promuovere la formazione dell'uomo». La «mortalità» scolastica è andata diminuendo dal '68 al '75, poi c'è stata una ripresa, che ha lasciato immune il settore elementare e ha toccato la media dell'obbligo: negli ultimi dieci anni i bocciati delle elementari sono scuole medie inferiori - bbandona gli studi primpassati dal 6 all'1,3 per cento, quelli della media sono aumentati invece dal 7.8 per cento al 9.2 per cento (nei primi due anni della superiore, se passerà la riforma dal 1987 saranno obbligatori, i tagli arrivano al 28 per cento). Il quadro di Torino è più grave per quanto riguarda le bocciature. In prima media viene ..fermato» il 14.4 per Migliore, invece, rispetto a dei 15 anni senza aver cento degli alunni rispetto al 12,4 nazionale, in seconda non ce la fa l'I 1.1 per cento contro il 9,2 per cento, in terza il 9,1 rispetto al 5.4. Migliore, invece, la situazione torinese degli abbandoni: rispettivamente O.G, 0.9; 0,7 per cento rispetto al 4,4; 4.6, 3,8 per cento nazionale. Ma c'è poco da Illudersi: il quadro è meno pesante soltanto grazie alla pressione continua di provveditorato, presidi, docenti sulle famiglie per convincere a un minimo di frequenza. L'autorità scolastica limita le denunce (prevedono una lieve ammenda) ai renitenti totali. Dietro a ogni abbandono c'è quasi sempre una situazione familiare critica. Bocciature. Dice la preside della Frassati, prof. Regina Surra: «E' un fenomeno legato ai problemi familiari e alla carenza, a volte terrificante, di strumenti con i quali i ragazzi arrivano dalle elementari. Qualche anno fa si faceva di lutto per portarli fino alla licenza media. Ma era giusto questo? Una fermata anclie dolorosa come la bocciatura può essere invece utile per superare certe situazio¬ alla inedia nazionale, conseguito la licenza ni difficili». La prof. Surra ha «molta fiducia nel tempo prolungato che, più del vecchio tempo pieno, consente un rapporto abbastanza individualizzato tra docenti e studenti». Il ragazzo che si «perde» è quello che, uscito da scuola, ha come rifugio la strada. «Si cerca in tutti ì modi di recuperarlo, ma d'altra parte che cosa si può fare quando in prima media uno studente non sa leggere correntemente, non conosce la quattro operazioni? Soltanto se ricomincia da capo può sperare di poter, dopo, proseguire con profitto». Spiega la preside della Marconi prof. Laura Rotta: «La selezione non è mai realmente scomparsa. Il problema della bocciatura è soltanto stato rinviato dalle elementari alle medie. I dati lo dimostrano». I presidi vorrebbero, confrontando esperienze e idee, -recuperare il ruolo sociale e di orientamento della scuola». Per questo la loro Associazione ha indetto un convegno per dibattere il problema (domani alle 9,30 in via Bcrtola 34 e domenica alla Serantini di via Vigonc).
Persone citate: Frassati, Laura Rotta, Marconi, Migliore, Regina Surra, Serantini, Surra
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