Sul referendum Craxi dice Ne parleremo dopo il voto

Sul referendum Cremi dice Ne parleremo dopo il veto Sul referendum Cremi dice Ne parleremo dopo il veto Quei vertici notturni tra Scotti e Merloni ROMA — In prossimità delle elezioni amministrative, il governo non prenderà nessuna iniziativa per evitare il referendum sulla scala mobile. La «marcia indietro» risiici lo a recenti dichiarazione di Craxt a .Tribuna politica. (Sono sicuro che il governo troverà una soluzione ragionevole*) viene ora annunciata dallo slesso presidente del Consiglio. «Allo stato attuale — ha detto — non è da prevedere nessuna iniziativa legislativa dell'esecutivo. Sono i giornali che continuano a riferire di iniziative miracolistiche da parte del ministro del Lavoro De Michelis (che. peraltro, più volte ne ha chiaramente parlato: ndr) che non ci sono, né ci possono essere-. Craxi ha aggiunto: . Sarà dopo il 12 maggio, valutate le condizioni politiche in cui ci si troverà, che potremo vedere con più riflessione che cosa e possibile o non e possibile fare". La «doccia iredda» giunge in un momento particolarmente difficile. La proposta provocatoria di Camiti (non partecipazione al voto) ha suggellato contrasti insanabili fra Cgil, Cisl e UH; si constata ulteriormente l'impossibilità di avviare un confronto diretto tra sindacati e Confindustria; ma soprattutto esperti costituzionalisti insistono perche il governo emani un decreto abrogativo delle norme contestate dal referendum (e. quindi, lo faccia decadere), senza perdere nitro tempo. Il prof. Vczio Crisafulli. giudice emerito dalla Corte Due costituzionalisti suggeriscono al governo di abrogare le norme contestate Dopo la deposizione di Lama e Camiti, al processo è stata la volta di Merloni e Mandelli. Merloni ha messo in evidenza una forte contraddizione con le dichiarazioni rese da Vincenzo Scotti, ed ha parlato di due incontri avuti dalla Confindustria con 11 governo: il primo con Scotti e i suoi collaboratori, il secondo con Scotti e i ministri del Tesoro Goria e del Bilancio Bodrato. In questi incontri venne detto che la scala mobile andava sterilizzata dai decimali, dalla rivalutazione del dollaro e dall'Iva. Il punto di scala mobile veniva dunque tagliato — secondo le assicurazioni del Costituzionale, e il prof. Alessandro Pizzorusso, illustre giurista, sostengono con fondati argomenti che un eventuale successo dei «si» non avrebbe alcun effetto pratico, cioè non determinerebbe .sic et sempliciter» il reintegro in busta paga dei quattro BOLOGNA — Un confronto diretto tra l'ex ministro del Lavoro Vincenzo Scotti e l'ex presidente della Confindustria Vittorio Merloni potrebbe svolgersi nell'aula del tribunale di Bologna, dove è In corso il «processo sul decimali». Una richiesta in tal senso è stata avanzata dagli avvocati Ghezzi, Alleva, Pesci e Danieli del collegio di difesa dei lavoratori della Sundstrand, nella causa Intentata da questi ultimi contro la direzione aziendale per il rifiuto al pagamento del decimali. Il pretore Federico Governatori si è riservato una decisione. ministri alla Confindustria — del 15% del valore di copertura, percentuale che, considerato il taglio secco dei decimali, saliva di un altro 12-18 per cento, per un valore complessivo del 27-33%. Nel secondo incontro avvenuto la sera alle ore 21 poco prima del 22 gennaio al ministero del Tesoro — di cui Merloni conserva ancora gli appunti — il ministro Oorla, presenti anche Scotti e Bodrato per il governo, fece anche dei calcoli per dimostrare che il taglio portato alla scala mobile era proprio del 2733%, percentuale molto vicina a quella richiesta dalla Confindustria, che era del 35%. punti tagliati. Afferma testualmente Pizzorusso: «Non c'è dubbio che, dal punto di vista giuridico, l'entrata in vigore di una legge proposta dal goiiemo. comportando l'abrogazione secca della legge soggetta al referendum esattamente come la determine¬ rebbe la risposta positiva degli elettori al quesito referendario, determinerebbe la cessazione della procedura ai sensi dell'art. 39 L. 25 maggio 1970 n. 52 (anche se non provocherebbe alcun effetto pratico sulle obbligazioni dei datori di lavoro nei confronti dei loro dipendenti),. E' una strada da seguire, sottolineano i costituzionalisti, sia per evitare l'inutile spesa di ben 300 miliardi di lire per la consultazione popolare, sia per scongiurare ulteriori lacerazioni nel Paese. Uniti nel valutare le preoccupazioni del ministro del Tesoro Goria sullo sfondamento del disavanzo pubblico che. di fatto, rischia di far saltare il recupero del fiscal drag, i sindacati sono quanto mai divisi nel giudicare la proposta provocatoria avanzata mercoledì a Torino da Camiti per ricucire una strategia unitaria contro il ricorso alle urne sulla scala mobile. Lama, Intervistato a Piacenza, ha risposto con un «no» secco all'idea di Camiti, «soprattutto perché l'astensione non è in linea con la tradizione del movimento operano. L'astensione è semmai caratteristico dell'unarcosindacalismo delle orìgini e non è riproponibile oppi». Il leader della Cgll ha confermato che al congresso lascerà la carica di segretario generale, «anche se mi chiederanno di restare: questo cambiamento mi pare possii bile e necessario,. Gian Carlo Fossi SCALA MOBILE / «Non esistono soluzioni miracolistiche»

Luoghi citati: Bologna, Piacenza, Roma, Torino