Gli scienziati del sottosuolo scrutano la vita dell'universo di Piero Bianucci
Gli scienziati del sottosuolo scrutano la vita dell'universo A Saint-Vincent 150 fisici di ogni parte del mondo Gli scienziati del sottosuolo scrutano la vita dell'universo DAL NOSTRO INVIATO SAINT-VINCENT — La materia è stabile o i protoni che formano i nuclei atomici si dissolveranno prima o poi in un lampo di radiazione? Come avviene il collasso delle stelle? I/universo finirà in un «grande crollo- cosi come è nato da un «grande scoppio» oppure si espanderà all'infinito? Per rispondere a queste domande da qualche decina di anni è nata una nuova fisica che si pratica a grande profondità nel sottosuolo, in miniere e gallerie. Da ieri 150 scienziati europei, americani, giapponesi e sovietici sono riuniti a Saint-Vincent per discutere i primi risultati di queste ricerche e per progettare gli esperimenti degli Anni Novanta. Sembrerà eccentrica l'idea di andare a osservare le stelle e il comportamento dei protoni sotto tremila metri di roccia come avviene nella galleria del Monte Bianco e in altri laboratori sparsi in India, in America e nell'Unione Sovietica. Perché scegliere una sede cosi scomoda, e dove il cielo che si vuole studiare è invisibile? La risposta è semplice. In superficie le osservazioni sarebbero disturbate dal raggi cosmici e da varie forme di radioattività. La roccia, invece, costituisce uno schermo che assorbe in gran parte le fonti di disturbo, e più spessa è la schermatura migliore è il «silenzio cosmico- del laboratorio. Il convegno di Saint-Vincent, organizzato dall'Istituto di cosmogeofisica del Cnr e dall'Accademia delle scienze di Mosca con la collaborazione della Regione Valle d'Aosta, riunisce i più illustri fisici del settore. Edoardo Arnaldi ha presieduto la sessione di apertura, il russo Markov ha tenuto una relazione sui neutrini ad alta energia. Antonino Zichichi ha illustrato gli obiettivi del laboratorio del Gran Sasso, che sarà il più grande del mondo nel suo Iti grande del mondo net suo | genere, il Nobel Carlo Rubbia chiuderà i lavori domenica intervenendo sulla competizione tra la fisica sotterranea (underground, come dicono gli addetti ai lavori) e quella fatta con gli acceleratori di particelle. Grande assente Bruno Pontecorvo. il fisico italiano emigrato in Unione Sovietica, pioniere di queste ricerche, trattenuto a Mosca da un malessere cardiaco. Oli esperimenti sotterranei sono cruciali per risolvere i problemi di fondo della fisica più avanzata. Stabilità del protone. I protoni sono i costituenti fondamentali del nucleo atomico. Le più recenti teorie che tendono a spiegare unltarlamen- • te le forze-base della natura prevedono che il protone abbia una vita media di diecimila miliardi di miliardi di miliardi di anni, dopodiché dovrebbe «morire,,. La «morte» del protone sarebbe già stata osservata nel laboratorio del Monte Bianco, ma occorrono prove più convincenti. Se si otterranno, i fisici avranno provato una delle loro più affascinanti teorie, e insieme avranno stabilito un limite massimo alla durata stessa dell'universo. Massa del neutrino. I neutrini sono particelle estremamente penetranti emesse in grandi quantità dal sole e da tutte le stelle, e in quantità ancora maggiori quando le stelle collassano. Inizialmente ritenuti privi di massa, ora si è orientati ad attribuire loro una massa piccolissima, ma pur sempre sufficiente a far si che si fermi, prima o poi, l'espansione dell'universo. Anche da questo punto di vista, quindi, il progresso della cosmologia deve passare per i laboratori sotterranei. Onde gravitazionali. Sono ormai a punto antenne eccezionalmente sensibili per captare queste onde previste da Einstein ma non ancora osservate sperimentalmente. Il gruppo più avanzato nel mondo in questo tipo di ricer¬ mondo in questo tipo di ricer- ca è quello di Arnaldi e Pizzella, che opera al Ceni di Ginevra. «La prossima generazione di antenne — ci dice Pizzella — sarà però cosi sensibile da essere influenzata dai raggi cosmici. Bisognerà quindi portare l'antenna nel laboratorio sotterraneo del Gran Sasso'. A che punto sono le ricerche su questi problemi? -Riguardo alla massa del neutrino — dice George Zatsepin, accademico delle scienze e responsabile sovietico della collaborazione con l'Italia nel laboratorio del Monte Bianco — non ci sono ancora prove convincenti. Abbiamo in preparazione a Ba.ran nel Caucaso una serie di esperimenti clic permetteranno uno studio completo dei neutrini ai vari livelli di energia, con rivelatori al gallio, al cloro e al litio per osservare i neutrini solari e dei collassi stellari. Le ìnisure incominceranno nel 1987 e si prolungheranno fino agli Anni Novanta». Piero Bianucci
Persone citate: Antonino Zichichi, Arnaldi, Bruno Pontecorvo, Carlo Rubbia, Edoardo Arnaldi, Einstein, George Zatsepin, Markov, Pizzella
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