Partiti dipinti di verde di Ezio Mauro

Partiti dipinti di verde In campagna elettorale tutti scoprono l'ecologia Partiti dipinti di verde Ia? forze politiche tradizionali inventano «richiami» per rispondere alla concorrenza delle nuove liste - Dai semi di garofano del psi alla grande edera del pri, dalla carta riciclata della de al prato del pei - E intanto i radicali litigano con i verdi «più verdi» ROMA — Improvvisamente, tutti i partiti mostrano il loro «pollice verde»: ma è una vocazione vera o inventata? Sicuramente, nella maggior parte dei casi, è una vocazione repentina, addirittura una conversione dell'ultima ora. Contagiati dall'ingresso in campo delle Uste verdi vere e proprie (divise in questi giorni da furibonde polemiche, ieri in parte rientrate, tra il «movimento» e i radicali), spaventati dal successo che la battaglia per l'ambiente ha avuto in altri Paesi europei, timorosi di lasciar scoperte proprio su questo teina di grande attualità le loro piattaforme quasi sempre onnicomprensive, tutte le forze politiche hanno programmato la caccia al voto «verde» all'insegna dello slogan che tacitamente sembra dominare questa campagna elettorale: meno ideologia, più ecologia. Cosi i socialisti parlano di governo e di ambiente, 1 comunisti di alternativa e di ambiente, i repubblicani insieme con l'immagine di Spadolini hanno ingigantito la vecchia edera del loro simbolo, 1 democristiani hanno infilato la loro nuova «ecologia filantropica» nella scaletta dei discorsi di De Mita, tra la democrazia compiuta e l'alleanza preelettorale. Quanto ai socialdemocratici, ai liberali e al missini, non sono da meno: gli ultimi hanno cercato di stingere 11 nero cupo della loro simbologia sguinzagliando nelle città 1 giovani, che all'ultimo congresso hanno Innalzato un padiglione ambientalista in mezzo agli stand nostalgici di Mussolini e del canti di guerra. Zanone ha insistito personalmente con il gruppo di politici, grafici e pubblicitari die ha impostato il look elettorale del partilo perché almeno un quarto della campagna fosse riservato ai temi dell'ambiente. Longo si è mosso alla fine, facendo buttare in fondo al magazzino migliala di copie dei primi manifesti elettorali, giudicati troppo politicizzati perché centrati sul referendum, e ha dato una sterzata alla campagna socialdemocratica Invitando 1 suoi a far affiorare il richiamo alla «qualità della vita» dalle videocassette e dalle pubblicità radiofoniche, come una colonna sonora martellante, dietro l'eterno cavallo di battaglia delle pensioni, della casa, della sanità. Democrazia proletaria, infine, ha deciso di celebrare un suo 25 aprile mezzo rosso e mezzo verde, almeno nel Lazio, pilotando simpatizzanti e militanti a una marcia di protesta contro la centrale nucleare e 11 poligono di tiro di Latina. C'è verde e verde, dunque, dal colore più acceso al più sbiadito. L'unica cosa certa è che l'allusione ecologica, nei comizi come nel caroselli elettorali televisivi, questa volta non manca mal. Il pei ne ha fatto addirittura una specie di leit-motiv propagandistico di sottofondo, che unisce e accompagna tutti i temi della campagna elettorale, nel grandi manifesti murali della serie intitolata alle «Città dove vivere meglio-. Sono stampati in 60-70 mila copie l'uno e I temi (riprodotti in due spot da un minuto ciascuno) si richiamano tutti in qualche misura all'ambiente urbano. Ci sono poi due poster ecologici espliciti e diretti: -Fai quattro passi, respira forte e ti sentirai a pezzi-, sulla fotografia di una scena di traffico impazzito; e -Questa è una proposta rossa-, sopra l'immagine di un prato verde. I socialisti, davanti all'onda verde montante, in un primo tempo avevano addirittura pensato di annacquare il rosso tradizionale del loro manifesti, per un arandone-tramonto, uscito come proposta dagli studi di un'agenzia pubblicitaria. Craxi ha bocciato l'idea: -Il nostro colore è e resta flYoSsoV.'Ma il tenia ecologico 'è uno degli imput che per la prima volta abbiamo dato at nostri pubblicitari-, confessa Felice Borgogllo, responsabile della propaganda socialista. Cosi sui manifesti della serie -Il psi vota per te-, anche su quelli dedicati ad altri temi, c'è sempre un riferimento all'ambiente, alle città pulite, al non-inqulnamcnto: si va dal ciclista all'atleta, al bambino con l'aquilone. Poi anche la decisione di regalare i semi di garofano ha un significato preciso: -Un anno fa offrivamo un puzzle con l'immagine socialista, oggi abbiamo scelto un gadget che tenga conto del tema ambientale, a cui dedicheremo l'ultimo spot televisivo, a tappeto, l'ultima settimana prima del voto-. Per i partiti minori, la corsa alla primogenitura ecologica è meno frenetica. -Noi dobbiamo solo ricordare a tutti che siamo sempre stati il partito "verde" — dice il vicesegretario repubblicano Del Pennino —. Punto e basta-. In realtà, il pri pubblicizza anche le battaglie di Susanna Agnelli all'Argentarlo, di Visentin! per Venezia, il varo del ministero per i Beni culturali e ambientali voluto da Spadolini, il decreto Galasso per 1 vincoli ambientali. Il pli ha fatto stampare in 300 mila copie lo slogan « Voglia di pulito-, che. come spiega il vicesegretario Antonio Patuelli, -funziona sia contro chi distrugge le amministrazioni con le tangenti, sia contro chi distrugge le città con l'inquinamento-, Dp rilancia 11 suo plano energetico alternativo contro le centrali nucleari. Resta la de. -Camuffare i programmi con uno strato improvvisato di verde non ci piace — dice Silvia Costa, capo della propaganda —. Preferiamo cose concrete. Un esempio? Eccolo: su invito di alcuni gruppi ecologisti, ho fatto acquistare dal partito quintali di carta riciclata, su cui abbiamo stampato volantini, programmi, slogan elettorali. E cosi die un partito come il nostro può essere i-erde, senza rinunciare a essere bianco...-. Ezio Mauro

Luoghi citati: Latina, Lazio, Roma, Venezia