Non allineati, dopo 30 anni un fronte sgretolato di Renata Pisu
Non allineati, dopo 30 anni un fronte sgretolata Non allineati, dopo 30 anni un fronte sgretolata dal nostro corrispondente TOKYO — Sono passati esattamente 30 anni da quando a Bandung, In Indonesia, si diedero convegno i leaders di 29 Paesi afro-asiatici, per la maggior parte di fresca indipendenza. Ieri, nello stesso Palazzo della Libertà, l'anniversario di quello storico incontro è stato commemorato dai delegati di oltre sessanta Paesi. Ma che cosa è rimasto dello «spirito di Bandung», dell'ideale del «non allineamento-? E dove trovare oggi uomini della statura di un Nehru, di un Ciu Er.-lal, di un Nasser, di un U Nu, di un Sukarno? Il principe Sihanuk, (uno dei tre sopravvissuti assieme al vietnamita Phan Van Dong e al filippino Carlos Romulo), oggi alla testa della resistenza cambogiana al Vietnam, ha fatto sapere che non Intende partecipare. Anche il premier del Vietnam, Phan Van Dong, non sarà a Bandung. I Paesi un tempo .non allineati., non soltanto si sono «allineati... ma In questi 30 anni si sono combattuti e continuano a combattersi, al punto che le massime crisi Internazionali derivano da «contenziosi., che sorgono fra di loro. Eredità del colonialismo? Trame del neo-imperialismo? Tragiche conseguenze della lotta fra 1 due blocchi? Questi interrogativi oggi non trovano una facile risposta come negli Anni Cinquanta. Nehru a Bandung venne inneggiato perchè sosteneva che John Foster Dulles aveva torto nel ritenere che Urss e Usa fossero impegnati in una lotta titanica. Sperava in una possibilità di sviluppo nella pace, pensava che fosse possibile «non allinearsi.. Invece non lo era, come ha riconosciuto suo malgrado nel 1981 il principe Sihanuk quando ha dichiarato che «non esiste ti non allineamento: D'altra parte Fidcl Castro nel 1979 era stato ancora più esplicito: i «non allineati» sono «naturali alleati» dell'Unione Sovietica, aveva detto. Tuttavia le battaglie più cruente di questa lotta titanica sono state tutte combattute tra Paesi in via di sviluppo, proprio tra quei Paesi che si erano promessi reciproca so¬ lidarletà a Bandung. La Cina contro l'India, la guerra civile indonesiana del 1965 che elimina dalla scena il partilo comunista indonesiano, forte di ben 3 milioni di iscritti quasi tutti massacrati dai militari. E poi la guerra fra Vietnam e Cambogia, tra Cina e Vietnam, conseguenze della lunga guerra americana in Vietnam. Quali altre guerre deriveranno dalla lunga guerra sovietica in Afghanistan? La commemorazione della Conferenza di Bandung del 1955 offre spunti di riflessione. Il comunicato conclusivo di 30 anni fa era un proclama ideale, una dichiarazione dì fiducia nei miracoli che si sarebbero operati grazie ai principi dell'autodermlnazlone, della libertà e dell'indipendenza. Ma nessun miracolo si è compiuto, i fatti hanno dimostrato che la prosperità economica è più difficile da ottenere dell'indipen¬ denza. Ieri a Bandung il ministro degli Esteri indonesiano Mochtar ha dichiarato che l'epoca degli «ismi.. è finita e che ogni Paese in via di sviluppo deve lottare da solo per la propria crescita economica. Parole ben diverse da quelle ispirate che 30 anni fa echeggiavano nella sala. E' vero, i tempi sono cambiati, soprattutto per il Terzo Mondo, la cui immagine e definizione si fanno sempre più articolate e complesse, ma la celebrazione dell'anniversario del primo incontro tra Paesi che avevano appena conclùsa la lotta per l'indipendenza, non si esaurisce nella commemorazione di un fatto che ha avuto una Indubbia Importanza storica. Un fatto Importante è che per la prima volta dopo 18 anni, cioè dal 1967. mette piede su suolo indonesiano un uomo politico cinese, il ministro degli Esteri Wu Xueqian. Questo non significa una imminente ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cina e Indonesia, interrotte quando Pechino venne accusata di aver architettato e sostenuto il colpo di Stato comunista a Giakarla, ma è tuttavia un primo passo verso la normalizzazione dei rapporti. Singapore e il sultanato di Brunei aspettano di vedere come si comporterà l'Indonesia e ne seguiranno l'esempio. Per la Cina, che 1 potenti militari indonesiani considerano ancora come la vera minaccia per il Sud-Est asiatico, più del Vietnam, più dell'Unione Sovietica. 11 «disgelo., con Giakarta è ùn importante obiettivo di politica estera. Un obiettivo concreto che si può realizzare approfittando della celebrazione della Conferenza di Bandung e dell'esaltazione della amicizia di un tempo, anche se «sotto il cie(o tutto è cambia¬ to'. Renata Pisu Che cosa resta dello «spirito di Bandung»: numerose sedie vuote alla conferenza in Indonesia
Persone citate: John Foster Dulles, Nasser, Nehru, Phan Van Dong, Sukarno, Wu Xueqian
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