Un tranquillo Festival di buon jazz di Arrigo Polillo

Un tranquillo Festival di buon jazz Si apre stasera l'edizione '85 della rassegna di Sanremo Un tranquillo Festival di buon jazz Troppo care le super-star, tre serate di solidi professionisti e rivelazioni italiane SANREMO — Nel '56, quando Arrigo Polillo e Pino Maffei lo tennero a battesimo, quello di Sanremo era l'unico festival jazz d'Europa: portò in Italia i grandi americani, ma diede anche un palcoscenico di prestigio ai nostri musicisti, facendoli uscire dalle catacombe del pionierismo. Vennero poi l'interruzione nel '66 e la difficile ripresa itegli Anni Settanta, fino alle bufere giudiziarie che investendo Comune e casinò di Sanremo misero nuovamente in forse la sopravvivenza della rassegna. L'edizione 1985, che si apre stasera, punta al rilancio su basi diverse, e più meditate, rispetto alla concezione dello spettacolo di - tutte stelle:.. I Miles Davis, i Wynton Marsalis. in una parola le -superstar- del jazz moderno costano ventimila dollari a concerto, e con ingaggi simili non si organizzano i festival, se non miliardari. Cosi Sanremo Jazz '85 si ripropone come punto d'incontro di musicisti veri, grandi professionisti che abbiano ancora qualcosa da dire, e la voglia di dirla. Il prog-amma del festival offre un panorama sema acuti, ma anche senza cadute di gusto, almeno sulla carta. Chet Baker, ad onta di chi da anni sostiene che è finito, resta un trombettista capace di commuovere ed entusiasmare; il quartetto di George Adams e Don Pullen è un gruppo solido, composto per tre quarti da ex mingusiani, che del grande Mingus proseguono il discorso musicale, senza adagiarsi nella ripetitività della scuola; Phil Woods è un artista assoluto, come Pepper Adams. maestro del sax tenore che presenta a Sanremo un giovane batterista, Ronnie Burrace, rivelazione del recente Festival di Ivrea. Né si possono dimenticare la novità rappresentata dal gruppo The Quest, o la formazione con cui si presenta il sassofonista Clifford Jordan, affiancato da Cedar Walton, Davis Williams e Billy Higgins: quattro stelle per un quartetto che non dovrebbe deludere. Poi ci sono gli italiani, primi fra tutti l'.enfant prodige. Dado Moroni e quel Paolo Fresu die contende a Flavio Boltro la palma di miglior giovane trombettista italiano. Insomma, un Festival da ascoltare, con il gusto della scoperta, per tornare, o continuare, ad amare il jazz. g.fer.

Luoghi citati: Europa, Italia, Ivrea, Sanremo