Corsini, Cochi e soci: Flaiano sarebbe molto contento di loro

Corsini, Cochi e soci: Flaiano sarebbe molto contento «li loro A Roma lo spettacolo-omaggio allo scrittore con Lucignani e la Gatti Corsini, Cochi e soci: Flaiano sarebbe molto contento «li loro ROMA — Abbracciato a un cuscino, con addosso una lunga vestaglia damascata, Cochi Portoni apre, recitando un brano da «Lo spettatore addormentato-, lo spettacolo-omaggio a Ennio Flaiano, da martedì in scena a Roma, nel teatro che porta il nome dell'autore scomparso, e perciò intitolato Flaiano al Flaiano. Al suo breve intervento segue il rincorrersi in platea dei protagonisti: un regista alla ricerca della sceneggiatura che è Attilio Corsini, un intellettuale che gli fa da polemico consigliere, che è Luciano Lucignani, e una giovane donna, ora attrice, ora amante rifiutata, ora spettatrice sognante, che è Manuela Catti. Alternando il gioco del teatro nel teatro con gli intermezzi musicali del pianista Arturo Annecchino, e gli assoli del bravissimo Panzoni, gli interpreti offrono al pubblico uno spettacolo agile, vivace e divertente, un collage di motti di spirito e giochi di parole, un omaggio che riesce perfettamente a rappresentare la verve inesauribile di Ennio Flaiano I brani «messi in ordine» da Attilio Corsini, regista della compagnia .Attori e Tecnici», sono tratti da «Autobiografia del blu di Prussia», da .Diario degli errori», da -Lettere d'amore al cinema», da «Un marziano a Roma e altre farse". Le battute scelte mettono in luce gli aspetti migliori del Flaiano-cronista, osservatore attento e dei visi e delle rnode della sua epoca, a cavallo tra gli Anni 50-60; il criterio che le lega sema legarle, la nontrama di fondo aderisce a un concetto espresso da Flaiano che Corsini cita nello spiegare il senso dello spettacolo: «l'importante è costruire intorno a una idea, perché la vita è fatta di scene non ne¬ cessariamente legate fra loro. Se l'idea è buona, impone da sé la costruzione. I personaggi, allora, parlano da soli». E cosi, tra platea e scalini che portano al palcoscenico, sullo sfondo di un doppio sipario rosso, ora appoggiati a un tavolo da conferenza ricoperto di libri, ora adagiati sulle poltrone di un classico salotto da pettegolezzo, Corsini e Lucignani tentano la difficile trasformazione di un soggetto in sceneggiatura, a tratti parlano da soli, si interrogano, commentano, prendono in giro se stessi. Cochi Ponzoni guadagna un exploit personale proponendo frammenti di personaggi: la satira dell'attore classico impegnato nell'interpretazione dell'*Amleto*, alcune poesie musicate, qualche intermezzo in stile cabaret e il pezzo migliore, applauditissimo, tratto dall'immaginario diario di un turista americano a Roma. «Ho fatto la conoscenza con Flaiano nel '72 a Spoleto, quando ho interpretato "La conversazione continuamente interrotta" — ha detto l'ex compagno di Renato Pozzetto, un po' leso prima dell'inizio dello spettacolo — e mi sembrava giusto contribuire a un omaggio alla sua memoria, alla memoria di un autore delicato, spesso frainteso, mai provinciale.. «Inoltre mi interessava sperimentare la concezione del teatro di Corsini — ha aggiunto Cochi Ponzoni, che ha provato Flaiano al Flaiano mentre ancora portava in scena La pupilla di Goldoni — il suo metodo è basato più sulla ricerca quotidiana che sull'improvvisazione: e in questo caso il lavoro è stato particolarmente difficile perché bisognava rendere discorsivo e teatrale un testo lettera- ri0-' f.c. Corsini, la Gatti e Lucignani: in scena tutto è rapido e divertente

Luoghi citati: Prussia, Roma, Spoleto