A Messina Sinopoli e la Philharmonia Gran festa per il teatro lirico che riapre

A Messina Sinopoli e la Philharmonia Gran festa per il teatro lirico che riapre Stasera al Vittorio Emanuele restaurato (77 anni dopo il terremoto) A Messina Sinopoli e la Philharmonia Gran festa per il teatro lirico che riapre MESSINA — In 133 anni di vita ha subito i danni di un terremoto, di una guerra e dell'incuria degli uomini: stasera, con un concerto della ..Philarmonia Orchestra, di Londra diretta da Giuseppe Sinopoli, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina riapre lilialmente I battenti. Ci sono voluti 16 miliardi e due anni di lavori per portare a termine il restauro. Ma i risultati sembrano all'altezza delle aspettative. Completamente ristrutturato l'interno, intatta la facciata ottocentesca, il teatro, che vanta un passato tra i più prestigiosi, intende riprendere un ruolo di primo piano nel mondo della lirica in Italia. Sulle note dell'Ouverture dei -Vespri siciliani, di Verdi, di .Le tombeau de Couperin. di Ravel e della .Quinta Sinfonia, di Mahler (i tre brani che costituiscono il programma della serata), la città si riappropria di un pezzo della sua storia, torna a disporre di un centro per attività culturali che comprende una sala con oltre mille posti, un ambiente per mostre e conferenze, persino una sala danze. L'atto di nascita del teatro è datato 1838, quando 1'.augusto monarca- che sarebbe poi Ferdinando II re delle Due Sicilie si degna di «ordinare l'erezione del nuovo teatro, al posto di quello ormai cadente della Munizione. Per costruire l'edificio si decide di abbattere le vecchie carceri nate, a loro volta, sulle rovine della chiesa medievale del Carmine, distrutta dal terremoto del 1783. Il teatro, progettato dall'architetto napoletano Pietro Valente, si affaccerà sulla via Ferdinandea. l'arteria più elegante della città. Quattordici anni più tardi l'inaugurazione. Il 12 gennaio 1852. giorno del quarantunesimo compleanno di re Ferdinando, vanno in scena -Il trionfo della pace, e il .Martin Faliero. di Donizetti: quest'ultima opera trasformata nel .Pa¬ scià di Scutari. per ordine della censura borbonica. Come evocare dinanzi al re il nome di un doge veneziano che tentò di sovvertire la Serenissima? Sarebbe stato un insperato aiuto per quei rivoluzionari che avevano già diffuso proclami che invitavano il popolo a non partecipare, assieme a Ferdinando, «fulvo Caligola della Sicilia., ai festeggiamenti per l'apertura del teatro. Ma la fine del Regno delle Due Sicilie era vicina. Nel 1860, all'arrivo di Gari¬ baldi nell'isola, il teatro, intitolato a Santa Elisabetta (regina aragonese salita agli onori degli altari) diventa «Vittorio Emanuele» in omaggio al nuovo re d'Italia. Sono anni d'oro per il teatro messinese che' può disporre anche di una sala biliardo, di un caffè, di un circolo ed un gabinetto di lettura. Ma tutto finisce il 28 dicembre del 1908 col terremoto che distrugge la città. La sera prima c'era stato il debutto di «Aida» con il pubblico che, a leggere una cronaca del tem- po, «affollava il teatro in ogni ordine di posti». Fra le vittime del sismo c' è anche il tenore Angelo Gamba, Radames nell'opera di Verdi, prigioniero nelle macerie dell'hotel Trinacria. Ma le strutture del Vittorio Emanuele, pur gravemente danneggiate, resistono al terremoto. Tuttavia i tentativi di riportarlo all'antico splendore si scontrano con le lungaggini burocratiche finche i bombardamenti del secondo conflitto mondiale aggiungono nuovi danni alle già precarie condizioni dell'edificio. Si arriva cosi al 23 aprile del 1983 quando la giunta comunale affida i lavori di ristrutturazione alla ditta Russotti a capo di un gruppo di imprese che si avvalgono dell'apporto di specialisti qualificati: il professor Gino Sacerdote, del Politecnico di Torino, autore degli studi sull'acustica; il professor Gioachino Lanza Tornasi, consulente artistico del teatro: l'architetto Tito Varisco che ne ridisegna gli interni e. infine. Renato Guttuso. autore dei dipinti della volta i cui studi si possono visitare nella sala mostre. Il teatro, dopo la breve fase inaugurale (fino al 4 maggio saranno di scena, oltre alla Philarmonia, il «Ballet de Genève, e la «Wiener Wolksoper»), chiuderà i battenti per riaprirli, dopo il completamento di alcune rifiniture, alla fine di dicembre Nino Amante

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