L'«uomo della Maiella» rimarrà in cassaforte

Limonio della Maiella» rimarrà in cassaforte Lama dei Peligni (Chieti) senza museo per i fossili Limonio della Maiella» rimarrà in cassaforte DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'AQUILA — Era scomparso dal 1914. l'.uomo della Maiella... come veniva chiamato lo scheletro risalente al paleolitico inferiore scoperto a Lama dei Peligni. L'hanno ritrovato un anno fa sciogliendo un giallo all'italiana, condito di burocrazia e dimenticanze. Ma ora. questo reperto importante, non sanno dove metterlo: a Lama non c'è un museo adatto a custodirlo e valorizzarlo. Lo scheletro fossile era stato ritrovato casualmente da un gruppo di operai della cava di pozzolana di Fonterossi e venne trasferito all'Istituto di paleontologia dell'università di Roma per una serie di studi ed esami, vista l'importanza della scoperta. Da allora la sua sorte, per 71 anni, e rimasta avvolta nel mistero. Lo hanno ritrovato un anno fa. dentro una cassaforte della facoltà di lettere dell'università di Roma, dopo dieci anni di tenaci ricerche. L'.uomo della Maiella, è un reperto di importanza mondiale: testimonia la presenza di ominidi bianchi mediterranei in zona europea nel periodo immediatamente successivo alle trasmigrazioni dall'Africa. Quando fu ritrovato a Lama dei Peligni, zona ricchissima rial punto di vista archeo-paieontologico. era in corso una vastissima opera di scavi e ricerche. Coordinava i lavori uno dei maggiori archeologi dell'epoca, il prof. Redini, il quale, informato della straordinaria scoperta, si precipiti, olla cava di Fonterossi. Il primo esame dell'esperto bastò a valutare l'importanza di quel cranio e di quelle poche ossa: il trasferimento a Roma fu deciso immediatamente. Poi venne la guerra e nes- suno. a Lama dei Peligni, si preoccupò più dell'Uomo .resuscitato, dalla terra nera di Fonterossi. Ma in tempi recenti il piccolo Comune del Teatino è stato teatro di altre importanti scoperte storico-archeologiche. La passione per lo scavo ha coinvolto anche studiosi ed appassionati del posto, e il tema della ricerca dell'.uomo della Maiella, è tornato ad essere di grande attualità. Libri e riviste del 1914-15 offrono tracce vaghe: l'indagine del gruppo di volontari organizzato dal sindaco sulle prime stenta a procedere. La «svolta, si ha una decina di anni fa. Un libro scritto nel 1924 dal Redini afferma che r-uonio della Maiella» è custodito a Roma, nel museo Pigolini. La verifica è deludente: dal museo romano il reperto è stalo trasferito a Chieti. per il riallestimento del museo civico. Alla delegazione dei ricercatori di Lama dei Peligni viene mostrato, a garanzia, il carteggio relativo alla consegna dello scheletro. A Chieti. però, l'-uomo della Maiella, non è mai arrivato. La ricerca si complica di nuovo: false tracce portano gli archeologi abruzzesi ad Ancona, poi a Roma, all'università, dove in un primo momento tutti affermano di non aver mai visto il prezioso scheletro. Raccolto altro materiale di I indagine, verificate altre de| cine di ipotesi, i ricercatori di | Lama dei Peligni tornano alla carica, guidati dal sindaco Luigi Borrelli. nel 1984. L'.uomo della Maiella, deve per forza essere all'università di Roma. E infatti, in una cassaforte della facoltà di lettere, lo scheletro e le ossa scoperte in provincia di Chieti nel 1914 escono dal mistero. La notizia del riconoscimento porta soddisfazione a Lama dei Peligni, dove tutti ormai partecipano alle ricerche del fossile scomparso. Ma la seconda fase dell'.operazione., subito promossa dal sindaco, appare più complicata. Riportare a casa l'.uomo della Maiella* non sarà faci¬ le. Paolo Mastri

Persone citate: Lama, Luigi Borrelli, Paolo Mastri, Redini