Il msi disposto a maggioranze anti-pci ma tutti i partiti declinano l'offerta di Luca Giurato

Il msi disposto o maggioranze anti-pci ma tutti i partiti declinano l'offerta Iniziativa di Almirante nel caso ai comunisti riuscisse un nuovo sorpasso Il msi disposto o maggioranze anti-pci ma tutti i partiti declinano l'offerta ROMA — Il msi offre i propri voti per una maggioranza anti-pci se il pentapartito, il 12 maggio, andrà sotto il 50 per cento. Il msi è pronto a mettere a disposizione le sue forze anche in caso di un sorpasso del pei sulla de e sempre per ogni e qualsiasi maggioranza che si proponga di escludere il pei. In cambio, il partito di Almirante chiede l'attuazione di alcune formule annunciate nel suo programma elettorale, prima fra tutte quella dell'elezione diretta delC*apo dello Stato. Questa linea del movimento sociale sarà annunciata ufficialmente da Almirante la prossima settimana alla tv, nel corso di .Tribuna Politica». Ieri, c'è stata anticipata dal vicesegretario del partito Mirko Tremaglia al termine di una «Tribuna Elettorale» televisiva. Durante la trasmissione. Tremaglia ha detto che il msi prepara un referendum popolare per abolire la legge sull'aborto e che il suo partito attende le offerte dei vari candidati per il Quirinale: «Li metteremo in lista d'attesa e esamineremo uno per uno le loro richieste*. Con l'offerta di voti a Craxi e alla de. il msi sembra porsi due obbiettivi fondamentali: uscire dal -ghetto» politico e inserirsi nei giochi che contano sfruttando una eventuale sconfitta del pentapartito e della de: tentare, in ogni modo, di determinare un cambiamento nella situazione politica giocando con più abilità e spregiudicatezza che non nel passato anche la carta del Quirinale (i suoi voti furono determinanti per l'elezione di Leone). In un clima elettorale sempre più acceso e preoccupato, queste dichiarazioni del msi hanno immediatamente suscitato unanimi reazioni negative nel pentapartito, diviso su tante cose ma — a quanto pare — non sulle offerte di Almirante e Tremaglia. Con motivazioni divèrse nel tono ma non nella sostanza, ieri hanno risposto «no» al msi il vicesegretario della de Bodrato. il vicesegretario del psi Martelli, il vicesegretario del pri La Malfa, il direttore dell' Umanità e membro della segreteria del psdi Puletti e il presidente dei senatori liberali Malagodi. Nel nostro rapido giro d'orizzonte, abbiamo registrato, con Gian Carlo Pajetta, leader storico del pei, anche la voce del partito che il msi .chiama in ballo, sembra senza molta fortuna. «Sarebbe una prospettiva sbagliata — esordisce Bodrato —. Una linea di questo genere favorirebbe ulteriormente l'allargamento dell'area di influenza politica ed elettorale del pei. Quindi, non va accettata. I partiti democratici debbono confermare la loro forza con la loro politica e con il loro elettorato*. Martelli dal radio-telefono della sua auto, tra una tappa e l'altra della campagna elettorale del psi in Toscana, afferma: «Se il msi è pronto a votare con la maggioranza tanto vale che i suoi elettori votino direttamente per il pentapartito senza pagare il dazio ad Almirante*. La Malfa ha espresso un giudizio più o meno simile a quello di Martelli: l'offerta del msi è riuscita in una impresa quasi mai avvenuta: da quanto Craxi è presidente del Consiglio, i due vice-segretari si sono scontrati su tutto. «La cosa migliore — ci dichiara La Malfa appena giunto ieri sera a Caselle — è che gli elettori, sottraendo voti al msi, allarghino la base di consenso del pentapartito. Della proposta del msi non sappiamo die farne e trovo fortemente provocatorio che questa iniziativa venga in coincidenza con il 25 aprile». Nel suo ufficio di Roma, Puletti afferma che «il recente connubio tra 7nsi e estrema destra francese di Le Pen la dice lunga sulla intenzione di prendere a pretesto la lotta al comunismo per reintrodurre concezioni statuali condannate dalla storia. Il psdi, memore del sacrificio dei suoi uomini migliori tra i quali Matteotti, non potrà mai partecipare a coalizioni di governo che accolgano o siano sostenute dall'esterno da un partito erede della tradizione fascista*. Al Senato, reduce da un intervento in aula, anche Malagodi è molto chiaro: «Da quando sono in Parlamento, i missini offrono i loro voti a chi li vuole e in particolare per molti anni li hanno offerti a noi. Li abbiamo sempre rifiutati, per motivi politici semplici e chiari. Non vogliamo avere nulla a che fare con chi. in un modo o nell'altro, porta avanti l'eredità del ventennio. No ieri, no oggi*. Ed ecco l'opinione di Pajetta: «Forse Tremaglia si considera autorizzato a questa generosa offerta di soccorso dal viso sorridente di Piccoli, ospite d'onore al congresso del msi o, più concretamente dall'intrigo di Napoli che ha superato ogni possibile prospettiva. Non ce ne commuoviamo né mi pare ci sia da farne gran cosa. Vorrei ricordare che avrebbe dovuto esserci a Genova un congresso del msi, in condizioni ben diverse, che non portò al presidente del Consìglio democristiano Tambroni, die se ne fece promotore, molta fortuna». Luca Giurato

Luoghi citati: Genova, Napoli, Roma, Toscana