Cambia con giudizio la Spagna di Felipe

Cambia con giudizio la Spagna di Felipe La giovane democrazia dieci anni dopo Franco Cambia con giudizio la Spagna di Felipe Entrando nell'Europa, molto di quel che resta della diversità iberica è destinato a scomparire: cala la religiosità, i giovani chiedono l'abolizione della corrida - Confronto esemplare tra governo e opposizione DAL NOSTRO INVIATO MADRID — A Stoccolma sono più espansivi Meno abbottonati. Per non parlare di Londra o di Zurigo. Alla Moncloa, un tempo Istituto scientifico di ricerca agraria ed ora sede asettica e ufficiale del primo ministro, il portavoce ascolta compito e impenetrabile. L'ufficio è sobrio, funzionale, senza stucchi dorati e spazi inutili. Niente cerimonie. Niente caffé. Tutto quel che potrebbe essere detto è riassunto in un volume di statistiche, omaggio della presidenza del Consiglio. E' possibile vedere Felipe Gonzalez? Silenzio, n capo ufficio stampa prende nota con aria distaccata. Se non proprio in settimana, insisto, fra dieci giorni o un mese. Un appuntamento con Felipe. uomo al governo più popolare in Europa, vale bene un ritorno a Madrid. Il funzionario non batte ciglio. Ritirata tattica. Forse Alfonso Guerra, il vice primo ministro, il cui cuore batte al ritmo di quello di Felipe, è più accessibile? Il portavoce scrive. Non si compromette. Non commenta. Non rifiuta. Cerco di leggere una traccia di disponibilità o di scetticismo sul suo volto disteso. Nulla. Parla un italiano corretto, come accade spesso, inaspettatamente, nei Paesi scandinavi. Ed è con indiscussa eleganza che se ne serve nelle sue sillabiche risposte. Un diplomatico di vecchio pelo madrileno, ammiratore e specialista del .poeto transitorial». mi aveva avvertito: .Qui fanno la coda come a Francoforte.. Un altro esperto della transición, quella indolore e esemplare dal franchismo alla democrazia, aveva cercato di spiegarmi che in questa Spagna, non più spaccata in due, in preda a un intelligente amnesia storica, il galateo politico versione anglosassone e di rigore. Me ne accorgo incontrando socialisti al governo e liberali e democristiani all'opposizione. I primi parlano con obiettività dei loro avversari, senza un aggettivo non dico insultante ma sarcastico. Ai massimo un po' di ironia. Qualche battuta moralistica. Questo si, con vaghi riferi-menti al passato franchista di molti convertiti di destra al parlamentarismo. I secondi riconoscono il pragmatismo dei ministri socialisti, la loro onestà individuale. Per non parlare dello sguardo languido del duro Santiago , Carrillo quando parla del re. Togliatti, a Salerno, non si sognava neppure un sentimentalismo monarchico di quella profondità. I rapporti tra la conservatrice signora Thatcher e il laborista Kinnock sono molto più aspri che quelli che intercorrono tra Felipe Gonzalez e Fraga Iribame. In quanto al linguaggio giacobino della società politica francese qui susciterebbe indignazione. Alfonso Osorio, garbato e competente ministro di uno dei governi del centrista Adolfo Suarez, mi illustra U .rigore tecnocratico» di Miguel Boyer, il superaiinistro socialista dell'economia. Il democristiano e fervente monarchico Joaquin Ruiz-Gimenez, ex ministro di Franco e poi audace cattolico progressista mi descrive a lungo il ruolo importante del comunista Santiago Carrillo durante il periodo di transizione. E senza essere stimolato dice: .Se lo accusano di un massacro durante la guerra civile non ha grande imporBernardo Valli (Continua a pagina 2 in sesta colonna)