«lo e il duce» in pretura L'udienza è stata rinviata

«lo e il duce» in pretura L'udienza è stata rinviata Regolarmente trasmesso ieri l'ultimo episodio del film tv «lo e il duce» in pretura L'udienza è stata rinviata ROMA — Si è conclusa con un rinvio, e quindi con la regolare trasmissione dell'ultima puntata, ieri sera, la prima udienza della causa avviata da Miriam Petacci contro gli autori, gli sceneggiatori, j f programmatori e i realizzatori del film tv Io e II duicc. Ieri mattina, causa il ritardo con cui gli interessati hanno ricevuto l'atto di citazione, si sono trovati davanti al pretore della prima Sezione civile. Michele Vairone, solo i legali della Rai, avvocati Esposito e Vecchione, il patrocinatore della ricorrente, che è assistita da Gianni Massaro, e l'avvocato dell'autore del soggetto, Nicola Badalucco. Nessuna traccia del regista Alberto Negrìn, di Egisto Macchi e del produttore della Filmalfa Mario Gallo. In attesa della prossima udienza, fissata per lunedi 29 aprile, la Rai, attraverso i .■■noi rappresentanti, si è imìicgnata a non utiliizzare in Italia, esclusa la puntata di ieri, le immagini di Io e il duce. Il pretore Vairone si pronuncerà sul ricorso presentato dalla Petacci solo dopo l'incontro con le parti e dopo la visione del film tv, stabilita per martedì. Miriam Petacci aveva chiesto al pretore la sospensione del programma giudicandolo -non aderente alla realtà storica sia nella caratterizzazione dei personaggi, sia nella ricostruzione delle situazioni del tumultuoso' e intenso periodo al quale lo sceneggiato si riferisce». Nel ricorso si legge anche die la sorella di Claretto aveva chiesto di vedere il film tv prima della messa in onda e che la richiesta era stata ignorata. Lo sceneggiato ha posto l'accento sugli aspetti più plateali, da telenovela, della vicenda — è scritto nel documento, depositato sabato scorso in pretura —. Nel solco della peggior letteratura scandalistica. Claretta .Petacci appare come una cocotte deficiente; metitre i suoi familiari vengono additati al pubblico disprezzo come persone che speculavano e approfittavano del rapporto della propria congiunta con Mussolini. t.c.

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