Anche in Francia privato è bello le nazionalizzate vanno in Borsa di Enrico Singer

Anche in Francia privato è bello le nazionalizzate vanno in Borsa AZIENDE PUBBLICHE / Ora il motto di Mitterrand è risanare Anche in Francia privato è bello le nazionalizzate vanno in Borsa PARIGI — Nel governo socialista francese è ormai aperto il dibattito sul futuro dell'industria pubblica. E il termine ■ denazionalizzazioni» non è più all'indice nel vocabolario di ministri ed esperti. Già il 2 aprile, in un'intervista, Edith Cresson, responsabile del dicastero dell'Industria, rispose ■ perché no?., alla domanda sulla possibile privatizzazione di parte delle imprese nazionalizzate. Adesso è ufficiale che il 15 per cento delle azioni della Saint-Gobain Emballage (una delle filiali del gruppo) saranno messe sul mercato, in Borsa, nell'ultima settimana di giugno. E il 29 maggio stessa sorte toccherà ad un ..pacchetto., della Sep (SocitHé Europécnne de Propulsioni, filiale di un altro colosso pubblico, la Snccma. La nazionalizzazione di alcuni gruppi industriali e di una grossa fetta del sistema bancario fu. nell'81, una delle scelte più rilevanti e contestate dalla sinistra arrivata al potere. L'atteggiamento dell'Eliseo in quattro anni si e modificato: non è ancora un'inversione di rotta ma un ammorbidimento delle posizioni, l'abbandono di un dogma. La rottura dell'«Union de la gauche., con il pcf, il vento liberista che soffia in Germania e in Inghilterra hanno avuto il loro peso. Ma al governo sempre più pragmatico di Laurent Fabius (e al presidente Mitterrand) interessano soprattutto i bilanci. L'obiettivo è quello di risanare. La parola d'ordine è la ..riu-, scita... E se l'industria pubblica ha bisogno di denaro da investire altrove, la privatizzazione parziale di alcune affiliate è possibile. «Ma questo non significa — ha detto il ministro Cresson in tv — clic saranno denazionalizzate le case Ttiadri». Quindi la Saint-Gobain o la Snecma resteranno pubbliche. L'operazione interesserà la periferia dell'impero nazionalizzato francese. E dovrebbe, anzi, rafforzalo. I risultati dei principali gruppi passati sotto il controllo pubblico dopo l'81 (Rhóne-Poulenc. Pechiney, Thomson, Saint-Gobain. Cge. Bull, Matra) sono complessivamente positivi: un utile totale di 3.3 miliardi di franchi nell'84 contro una perdita di un miliardo di franchi nell'83. Le preoccupazioni maggiori vengono allo stato dalle industrie nazionalizzate da decenni, dalla Renault prima di tutto. Proprio ieri è stato annunciato che il consiglio di amministrazione riceverà oggi i conti ufficiali dcll'84. Secondo le voci che circolarono in gennaio (al momento della sostituzione di Bernard Hanon con George Besse alla carica di presidente) il deficit alla Renault dovrebbe oscillare tra i 10 e i 14 miliardi di franchi. Un buco che assorbe e supera gli attivi degli altri settori. All'opposizione che chiede a gran voce (e promette in caso di vittoria elettorale) la privatizzazione della Renault e di tutto il settore pubblico, l'Eliseo risponde quindi con una strategia flessibile. Mantenere il controllo pubblico sulle case madri ristrutturandole senza timore di vendere azioni di affiliate in nome di quell'industria a capitale misto che sembra l'obiettivo più caro a Mitterrand. Enrico Singer « Il presidente francese Mitterrand visto da David Levine (Copyright N.Y. Revlew of Books. Opera Mundi e per l'Italia -La Stampa.)

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