«E' propaganda»: Reagan boccia il piano di Ortega sul Nicaragua

«E' propaganda»: Reagan boccia il piano eli Ortega sul Nicaragua Ma il Parlamento recalcitra sugli aiutici contras: oggi sapremo chi l'ha spuntata «E' propaganda»: Reagan boccia il piano eli Ortega sul Nicaragua DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dopo aver respinto l'ultimo piano di pace sandinlsta, Reagan ha tentato di raggiungere un compromesso con il Parlamento sugli aiuti ai ribelli nicaraguensi. Il presidente affronta oggi, col voto del Senato prima e della Camera poi, una delle prove più difficili del proprio governo. Potrebbe uscirne sconfitto e, complici le critiche destate dalla sua decisione di visitare il cimitero nazista di Bitburg a maggio, perdere parte della popolarità che è la sua arma politica più forte. Il «no» reaganiano alla proposta avanzata in extremis dal presidente Ortega era previsto. Ortega ha offerto di sospendere subito le ostilità e di ripristinare le libertà civili in cambio della cessazione degli aluti americani ai ribelli e della ripresa delle trattative di Manzanillo, in Messico, tra Nicaragua e Stati Uniti. Reagan ha declinato l'offerta definendola: «Una manoi'ra propagandistica... un tentativo di influenzare il voto del Congresso». Il presidente ha insistito che i sandinisti devono negoziare direttamente coi ribelli. Ha ricordato clic questi ultimi hanno invano proposto la cessazione dei combattimenti fin dallo scorso maggio. La richiesta di aiuti alle varie fazioni che sono unite da marzo in un «Movimento resistenza democratica» diretto dall'ex candidato alla presidenza del Nicaragua Arturo Cruz, è stata formulata da Reagan nei termini seguenti: 1) 14 milioni di dollari, 28 miliardi di lire, da destinare esclusivamente a fini umanitari sino al primo giugno, sotto la gestione della Cla, i servizi segreti americani; 2) loro devoluzione a fini militari dopo quella data, se nel frattempo i ribelli e 1 sandinisti non avranno stabilito l'armistizio e avviato trattative i>er la riconciliazione nazionale. Ieri, in una accesa discussione alla Casa Bianca, a cui hanno partecipato anche il segretario di Stato Shultz e il ministro per la Difesa Weinberger, i leader repubblicani e democratici del Senato hanno avanzato questa controproposta: 1) 14 milioni di dollari di aiuti da destinare esclusivamente a fini umanitari nell'anno finanziario in corso, ossia fino al 30 settembre ; 2) loro gestione da parte di un'agenzia od hoc, sotto la supervisione del gruppo di Contadora (Messico, Panama, Colombia e Venezuela) affinché non siano impiegati, ad esemplo, per attrezzature logistiche o paramilitari La differenza tra i due disegni è sostanziale. Quello reaganiano permetterebbe di fatto la continuazione della «guerra occulta» della Cia in territorio nicaraguense, a cui la maggioranza dell'elettorato americano sembra contrarla. Quello del Senato la escluderebbe. Le discussioni alla Casa Bianca sono prose¬ guite nella notte e ogni sbocco è possibile, compreso il ritiro della richiesta del presidente, o un rinvio del voto. In ogni caso, la Camera, che è in maggioranza democratica, sembra voler infliggere un'umiliazione al presidente: sta preparando una mozione che assegnerebbe 10 milioni di dollari al rifugiati nicaraguensi c 4 milioni al gruppo di Contadora «por promuovere la pace». Il paradosso è che Reagan, di fronte all'opposizione interna, ha denunciato un progetto di rovesciare i sandinisti, e adesso vuole solo costringerli a scendere a patti coi ribelli per convocare nuove elezioni. Sostiene che Ortega negozerà «07iestamcntc» solo se messo co'n le spalle al muro, che se fosse permesso al suo regime di degenerare in una dittatura di tipo sovietico ne andrebbe di mezzo la sicurezza degli stessi Stati Uniti. Ennio Carctto