Militari sotto processo a Baires Alfonsin: Pericolo di altri golpe di Mimmo Candito

Militari sotto processo o Baires Alfonsin: Pericolo di altri golpe Il regime fece rapire e uccidere almeno quindicimila argentini r m Militari sotto processo o Baires Alfonsin: Pericolo di altri golpe BUENOS AIRES — In un'affollatissima aula di tribunale protetta da centinaia di poliziotti armati fino ai denti si è aperto ieri il processo a carico di nove esponenti della giunta militare, accusati di violazioni dei diritti dell'uomo per aver consentito (o addirittura ordinato) i massacri clic costarono la vita ad almeno 15 mila desaparecidos (ma c'è chi dice il doppio). Il presidente della Corte d'appello penale federale, Carlos Arslanian, ha aperto formalmente il dibattimento dando lettura dei nomi dei nove alti ufficiali accusati di assassìnii, torture c rapimenti: Videla. Viola e Galtieri dell'Esercito, Massera. Lambruschlni e Anaya della Marina, Agosti, Graffigna e Lami Dozo dell'Aeronautica. Il primo teste chiamato a deporre (per la difesa) è Italo Luder, ex presidente provvisorio e candidato sconfitto del partito pcronista alle presidenziali del 1983. L'inizio del processo ha segnato la giornata di maggiore tensione dei primi, non fa¬ cili, sedici mesi di governo democratico. Nei dintorni e all' interno del palazzo dei tribunali, è stato disposto un servizio d'ordine senza precedenti nelle vicende giudiziarie del Paese. Seguilo da centinaia di giornalisti di lutto il mondo, il dibattimento contro i militari è stato al centro, sempre ieri, dì una manifestazione indetta dai numerosi gruppi che si occupano dei diritti umani nel Paese, con lo slogan «Giudizio e castigo ai colpevoli». L'apertura è avvenuta solo poche ore dopo un appello del presidente Raul Alfonsin agli argentini affinché scendessero in piazza per difendere la democrazia. Il Capo di Stato è apparso domenica sera sugli schermi della televisione denunciando le attività disfattiste di persone o gruppi che vogliono il caos, e ha adombrato la possibilità di un golpe, pur affermando che le forze armate sono leali al governo. Oppositori del governo, ha detto, avrebbero proposto ad un gruppo di alti ufficiali un complotto per ab¬ battere il regime parlamentare, ricevendone un netto rifiuto. L'appuntamento dato da Alfonsin alla popolazione è per venerdì in Plaza de Majo. davanti alla Casa Rosada. sede del governo. La data è stata fissata certamente alla luce del fatto che fra cinque giorni l'interesse per le battute iniziali del processo si sarà attenuato e le tensioni che ha provocato almeno in parie affievolite. L'intervento del presidente era atteso da alcuni giorni per mettere fine a un'ondata di voci su presunti tentativi di golpe che avevano allarmato gli argentini. La setti- mana scorsa, vari settori politici hanno criticato duramente il governo prendendo spunto dalla drammatica situazione economica. A queste voci avevano immediatamente fatto eco alcuni militari a riposo, esponenti del passato regime, affermando senza mezzi termini che il Paese era sull'orlo del caos. Il contrattacco di Alfonsin non si è fatto aspettare e il presidente, parlando con voce ferma, ha sottolineato fra l'altro che l'Argentina non può permettersi l'isolamento internazionale, prima conseguenza di un eventuale intervento militare. «Agli occhi del mondo la democrazia argentina è una garanzia di pace per la regione», ha detto il Capo di Stalo ricordando i gravi problemi che affronta oggi l'America Latina, soffocata da un pesantissimo debito estero e da crisi politiche ed economiche che assumono nel singoli Paesi aspetti differenti. (A pagina S «Baires, Norimberga mancata?» di Mimmo Candito).

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