La tragedia del duce finisce in mèlo di Ugo Buzzolan

La tragedia del duce finisce in mèlo Stasera e domani ultime due puntate del film di Negrin con Bob Hoskins e Barbara De Rossi La tragedia del duce finisce in mèlo 1^) sceneggiato punta sugli scontri e le gelosie di casa Mussolini e lascia in ombra il dramma del Paese - Interpreti non sempre all'altezza del loro personaggio Fra stasera e domani prosegue e si conclude Io e il duce. Cosa si vedrà? Dal colloquio di Mussolini con Hitler che lo domina sino allo sfascio della repubblica di Salò e alla cattura del duce; in mezzo il processo di Verona e i tentativi di Edda Ciano per salvare il marito. La puntata di stasera è forse la più melodrammatica, basata tutta sugli scontri famigliari: il duce faccia a faccia con il genero che gli chiede scusa per il 25 luglio; Ciano in un imbarazzante tu per tu con la suocera Rachele che lo fissa con odio; il duetto a Salò di Benito, appena smontato dalla bici, e Claretla che fa la devota e appassionala; urto frontale tra 11 duce e Edda per l'arresto di Ciano; poi Edda, che è assistita da un fedele amico, si allea con Felicitas. avvenente spia tedesca che a sua volta assiste Galeazzo; tremenda scenata di donna Rachele che va a trovare la rivale Claretta e per poco non butta giù la cancellata, e le dice frasi come -Non avete insto in clic condizioni è mio marito? Lasciatemelo!»; e infine la rottura fra Edda e il padre che l'ascolta inebetito con la mascella tremante. E' uno studiato accumulo di situazioni patetiche e drammatiche che risponde¬ ranno pure ad una certa realtà, ma che tradotte in spettacolo diventano scenemadri a grosso effetto, quando addirittura non minacciano di slittare nel fumetto (vedi la relazione Ciano-Fcllcitas: i due ballano voluttuosamente il fox-trot In cella mentre Edda attende in parlatorio). Si rasenta ad ogni risvolto il pericolo dell'aneddotica, del pettegolezzo, e si perde continuamente di vista la tragedia di un Paese. Da notare che se tutti appaiono energici, attivi, dialettici, il solo rimbambito e Mussolini: sicuramente 11 Mussolini di Salò era un uomo distrutto, ma qui fa la figura dell'autentico minchione, e da pochade, come nella scenataccia ClarettaRachele durante la quale pare più spaventalo dalla moglie che dagli stessi tedeschi. Nella terza puntata ci sono due momenti-chiave. Anzitutto la fine di Galeazzo (sino all'agonia e al colpo eli grazia) che fa capire come il progetto originale potesse essere un ritratto del delfino citi duce: si sarebbe allora per lorza di cose utilizzato quello scottante diario che qui invece sta solo sullo sfondo (e al posto delle danze e degli amplessi in carcere o della inutile sequenza dell'esecuzione, sa¬ rebbe stato ben più significativo inserire la pagina scritta da Ciano il 23 dicembre 1943 « Tra pochi giorni un tribunale di comparse renderà pubblica una sentenza che è ormai decisa da Mussolini..). Il secondo momento e la cattura del duce. A questo punto il regista Alberto Negl'In, potendo accantonare definitivamente le lacerazioni lacrimevoli di casa Mussolini, dà il meglio di se. e sino al termine lo sceneggiato sale di tono: la sequenza dura e impietosa della cattura di Mussolini irrigidito dal terrore e vestilo da tedesco e sconvolgente, dà repulsione e angoscia; cosi come da lodare il rapido rivedersi di Benito e Claretta. e la storia fortunatamente si tronca li. Ma il bilancio ultimo non può essere positivo. Il dichiarato proposito di limitare sul privato si risolve in un racconto di intrighi e domestici interni che risultano — proprio per una mancanza di «preparazione. — schematici e avulsi dal complesso contesto politico, un racconto che esclude 1! vero approfondimento psicologico di personaggi che ci vengono già presentati nella loro fase .finale. : e non parliamo di approfondimento storico: e chiaro che queste sontuose produzioni internazionali si prestano a lutlo. fuor che a penetrare e capire la storia, e si prefiggono soltanto un successo commerciale. Insufficiente sotto ogni punto di vista il duce di Bob Hoskins; forse più accettabile il Ciano di Anthony Hopkins; fuori ruolo la Girardot nei panni di Rachele resa curiosamente signora aristocratica; in tono minore la Claretta di Barbara De Rossi; l'unica a distinguersi e Susan Sarandon che Impersona la figlia del duce con nervi, rabbia, determinazione, amarezza, e le dà quella credibilità che gli altri personaggi non hanno: Edda Ciano dovrebbe esserle grata. Ugo Buzzolan Susini .Sarandon, uu'l'.<l<ln Ciano di grande espressività

Luoghi citati: Salò, Verona