Funamboli della finanza di Renato Cantoni
Funamboli della finanza Funamboli della finanza Moltissimi risparmiatori stanno passando ore di angoscia: alcuni.<• maghi» della finanza alternativa sono, o stanno per essere, polverizzati; vengono emessi mandati di cattura (Vincenzo Cultrera), comunicazioni giudiziarie (Luciano Sgarlata), decreti di liquidazione (Europrogrammc di Orazio Bagnasco), mentre i possessori di certificati patrimoniali e di altri valori atipici, emessi da un nugolo di organizzazioni grandi e piccole, tentano affannosamente di realizzarli o quanto meno sono alla ricerea di dettagliate informazioni e di assicurazioni confortanti da parte di autorità o di autorevoli esperti. Purtroppo è avvenuto quanto era fatalmente previsto dai tecnici specializzati e che non è una novità in Italia c in molli altri Paesi. 11 miraggio di fare guadagni straordinari, dimostrando di essere più astuti e intelligenti degli altri, ha spinto oltre 100 mila risparmiatori a mettersi con occhi bendati e mani legate alla mercé di diversi apprendisti stregoni della finanza che, puntando sull'analfabetismo economico di molli nostri risparmiatori, facevano facilmente breccia in un Paese dominalo dai fantasmi fiscali, dall'inflazione galoppante, da una quasi totale assenza di strumenti di intermediazione e di gestione ufficialmente riconosciuti e controllati. D'altro canto, anche nei modernissimi Stati Uniti c'era voluto il «grande crollo» dei 1929 per indurre le autorità americane e il Congresso a istituire uno speciale organismo dipendente direttamente dalla Casa Bianca, la S.E.C., che ha grandissimi poteri di controllo e che è lo spauracchio di tutto il mondo della finanza: ciononostante non possono essere evitati del tutto, anche là, gli scandali di grandi proporzioni. L'ingegnosità dei funamboli della finanza e impressionante e l'ingenuità dei pesci che abboccano all'amo incredibile. Sia Bagnasco che Cultrcra, più volte attaccati dalla stampa, hanno sempre dimostrato — carte alla mano — di essere in perfetta regola e — occorre ammetterlo — giuridicamente lo erano. 1 loro clienti erano avvisati fin dalla partenza: lo statuto di Europrogrammc stabiliva che, nel caso in cui le domande di riscatto fossero debordanti e non potessero essere soddisfatte_£cnza produrre gravi lesioni agli altri risparmiatori del Fondo, vi era una sola via di uscita, la liquidazione, evento che ahimè si è avverato alla fine di marzo. In quanto a Cultrcra, i certificati patrimoniali distribuiti dalla sua organizzazione potevano essere realizzati solo se era disponibile un compratore, altrimenti occorreva aspettare senza che nulla fosse previsto in via alternativa. Purtroppo quando l'orizzonte si fa minaccioso non tutti i «maghi» della finanza sono capaci di mantenere nervi saldi e sangue freddo. Bagnasco non è caduto nell'errore di mettere nel suo Fondo tutte le risorse disponibili e di indebitare oltre misura l'Europrogramme per sostenere l'intera costruzione rischiando di essere travolto dal crollo della sua creatura. Cultrcra, invece, ha fatto come tanti altri prima di lui: pensando a torto che la crisi immobiliare e quella dei certificati patrimoniali fossero di breve periodo, ha sostenuto il suo castello finanziario in un primo momento immettendo nelle sue società mezzi propri e manovrando poi in modo fraudolento per guadagnare tempo in una battaglia già perduta. Da qui la fuga, lo scandalo, il mandato di cattura. L'episodio Sgarlata è inverosimile. Molli dei suoi clienti avevano accettato di firmare un contratto che affidava per 5 anni a sue società fiduciarie e finanziarie la gestione dei loro capitali. Egli non aveva alcun obbligo di riacquisto dei certificati o titoli equipollenti prima della scadenza a meno che non avesse mancato agli altri impegni fra cui quello di versare ai sottoscrittori annualmente un acconto sul minimo guadagno garantito, pari a un interesse del 20-25% annuo. In questo modo Sgarlata aveva un quinquennio a disposizione per allargare la sua attività e, come una catena di Sant'Antonio, continuare all'infinito. Era evidente, fin dall'inizio, che la costruzione di Sgarlata era empirica e fragilissima e qualche organo di stampa aveva denunciato tutto ciò alcuni anni or sono. Eppure fino a oggi Consob e Banca d'Italia non hanno ancora trovato il grimaldello giuridico-lcgalc capace di spalancare la porla e mettere ordine. Ai tempi di Cornfeld e della sua los. d'altronde, c'e voluto il crollo di Wall Street, alla fine degli Anni Sessanta, per mettere in crisi tutta la sua grandiosa costruzione. 1 controllori di molti Paesi non vi erano riusciti. Renato Cantoni
Persone citate: Bagnasco, Luciano Sgarlata, Orazio Bagnasco, Sgarlata, Vincenzo Cultrera
Luoghi citati: Italia, Stati Uniti
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