Contratto giornalisti Rotte le trattative Interviene il ministro

Contratto giornalisti Rotte le trattative Interviene il ministro Proclamati tre giorni di sciopero Contratto giornalisti Rotte le trattative Interviene il ministro ROMA — Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti si sono interrotte ieri dopo otto sessioni di lavori durante le quali è stata esaminata l'intera piattaforma. La Federazione della stampa (Fnsi) ha proclamato a partire da oggi un pacchetto di scioperi che Impediranno l'uscita dei quotidiani per tre giorni consecutivi. L'interruzione e avvenuta dopo che la Federazione degli editori (Fieg) ha dato una risposta negativa al documento del sindacato dei giornalisti consegnato ieri mattina i alle controparti ed ha ritenuto che allo stato attuale non era possibile proseguire il confronto in sede sindacale. Ieri sera. 11 ministro del Lavoro. Gianni De Michelis. ha deciso di convocare le parti per oggi pomeriggio alle 16 Giornalisti — In un comunicato, la Federazione della stampa afferma cne »i; confronto fra l'organizzazione unitaria dei giornalisti e i rappresentanti degli editori organizzati nella Fxeg è giunto alla rottura a causa della chiusura dimostrala dalla parte imprenditoriale sulle richieste economiche e sul ruolo del giornalista nelle imprese editoriali*. • Le condizioni della professione giornalistica — prosegue 11 comunicato — sotto i impetuoso e improcrastinabile sviluppo delle nuove tecnologie stanno velocemente mutando. 1 giornalisti italiani si battono coerentemente perché l'auspicato ulteriore sviluppo tecnologico non venga ridotto, mediante opzioni esclusivamente speculative, a strumento di limitazione del confronto delle diverse posizioni politiche e culturali; confronto che costituisce il cardine insostituibile delle libertà d'espressione e di stampa, elemento fondamentale della democrazia». • Nel corso della trattativa, infatti, è apparso evidente die, mentre i giornalisti si preoccupano dell'ampliamento della circolazione delle idee e dell'arricchimento della qualità dell'informazione, la delegazione della Fieg — aggiunge la Fnsi — nega il ruolo centrale creativo del giornalista nel processo editoriale. Di fatto i rappresentanti degli editori intendono ridurre le ampie possibilità offerte dalle nuove tecnologie a vei* colo di riproduzione acritica di informazioni sempre più centralizzate». Per la Federstampa -la proposta contrattuale della Fieg rivela questo inaccettabile intento speculativo, da un lato con l'esiguità degli adeguamenti retributivi offerti e dall'altro predisponendo le condizioni per l'espulsione dalle aziende dei giornalisti più esperti e scoraggiando l'accesso alla professione delle forze giovanili più creative-. • 7 rappresentanti degli editori — si sostiene nel comunicato — tendono a prefigurare aziende ridotte a mere strutture tecniche in cui ai giornalisti si chiede di operare esclusivamente all'interno dei nuovi sistemi editoriali, rinunciando a quelle aperture critiche verso il mondo esterno ed alla stessa ricerca diretta delle informazioni che costituiscono, oggi più che mai, il carattere qualificante del loro ruolo professionale». Secondo la Fnsi «fa delegazione della Fieg, così facendo, mentre tenta di umiliare una categoria penalizzata dagli attuali livelli retributivi e. insieme a tutti gli altri lavoratori dipendenti, dalla pressione fiscale, si muove nella direzione della monopolizzazione delle centrali informative per fare delle imprese editoriali un elemento estraneo al tessuto culturale del Paese, virtualmente in contrasto con i poteri e gli istituti della democrazia repubblicana. Ciò significa che è in corso un confronto che, travalicando i pur legittimi interessi di due parti sociali, si riverbera su quelli della generalità dei cittadini». 'La piattaforma della Fnsi, al contrario, vuole favorire la pluralità dell'informazione e garantire ai giornalisti le condizioni professionali, economiche e culturali indispensabili per adempiere ai compiti di una stampa libera*. 'Alla luce di questi elementi, la Fnsi — conclude il comunicato — raccoglie le preoccupazioni già manifestate dall'opinione pubblica e dalle stesse forze politiche sull'importanza della posta in gioco in un confronto che appartiene, prima ancora che ai giornalisti o agli editori, alla coscienza clinic del Paese*. Editori — Sull'interruzione delle trattative è stalo diramato anche un comunicato della Federazione editori (Fieg). In esso si sostiene che la rottura e -da attribuire alla enorme sproporzione tra le richieste economiche presentate dalla Federazione della stampa e la possibilità del settore editoriale di accoglierle. Secondo quelle richieste, infatti, il costo del lavoro giornalistico aumenterebbe di oltre il 55 per cento. Per il redattore-tipo, assunto a base dei conteggi contrattuali, le aziende dovrebbero sopportare un maggior costo di 24 milioni annui». •Anche le più ottimistiche valutazioni non consentono di ipotizzare — prosegue la Fieg — una evoluzione delle entrate dei giornali che permetta di assorbire una tale lievitazione dei costi: le richieste presentate postulano quindi, oggettivamente, quegli interventi esterni, privati 0 pubblici, sui giornali contro 1 quali a parole, ci si scaglia continuamente ». Il comunicato della Fieg aggiunge che «i giornalisti hanno sostenuto le loro richieste con due argomenti: quello cfte il settore editoriale Ila ormai raggiunto livelli di prosperità clic consentirebbero massicci recuperi retributivi, e quello die tali recuperi sarebbero resi necessari dai sacrifici economici sopportati negli anni scorsi dal corpo giornalistico. Entrambi questi argomenti non risultano, in alcun modo, suffragati da dati di fatto». • Per quanto riguarda l'andamento del settore, malgrado i miglioramenti faticosamente conseguiti, il bilancio del 1983 si è chiuso, per i quotidiani, con un passivo di oltre 28 miliardi di lire Nel triennio 1982-1984. a fronte di un incremento dell'inflazione di oltre il 47 per cento, il prezzo del giornale ha avuto un incremento del 37.50 per cento. Anche le entrate pubblicitarie sono aumentate meno .dell'aumento dell'inflazione. \A fronte quindi di un andamento delle entrate inferiore al tasso di inflazione si chiede — sottolinea la Fieg — un incremento di un costo triplo rispetto all'inflazione previ- I sta per ti prossimo triennio*. Sui livelli retributivi — dice la Fieg — 'Occorre ricordare die la retribuzione lorda media dei giornalisti italiani e di 41 milioni annui con un costo medio per le aziende di 52 milioni. Né si tratta di inedie influenzate dalle "punte", dato che ben il 68 per cento dei giornalisti ha percepito nel 1984 una retribuzione annua superiore a 35 milioni lordi, corrispondente ad un netto di oltre 23 milioni. Nel triennio 1982-1984. inoltre, la lievitazione retributiva dei giornalisti, a differenza di quella di altre categorie a reddito me-, dio-alto, è stata uguale o supcriore al tasso di inflazione, mantenendo o migliorando il suo valore reale». • Gli editori — ricorda il comunicato — hanno formulato una proposta complessiva sul rinnovo del contratto che contiene risposte positive su non marginali aspetti normativi. Per quanto riguarda la parte economica la proposta degli editori prevede un incremento nel triennio del 24 per cento delle retribuzioni, con un aumento della retribuzione lorda per il redattore tipo di 7 milioni e settecentomila lire, che comporta un incremento di costo a carico delle imprese di circa 10 milioni annui per lo stesso redattore. Tale offerta — conclude la Fieg — supcriore di sei punti rispetto al tasso di inflazione programmato, è stata giudicata "inaccettabile e provocatoria" dalla Federazione della stampa». Scioperi — Questo il programma deciso dalla Fnsi: — I giornalisti delle agenzie di stampa si asterranno dal lavoro dalle 7 di oggi alle sette di domenica 21 aprile; i giornalisti dei quotidiani del mattino sciopereranno in modo da impedire la pubblicazione delle edizioni di domani, sabato 20 e domenica 21 aprile; I giornalisti dei quotidiani del pomeriggio si asterranno dal lavoro per impedire 1' uscita delle edizioni di oggi, domani e sabato. I giornalisti della Rai-tv e delle emittenti private radiotelevisive osserveranno il se- i guente calendario di scioperi: — domani e sabato si asterranno dal lavoro per bloccare la trasmissione di tutti i notiziari. — domani e lunedi 22 aprile si asterranno da ogni prestazione in video e in voce. Saranno trasmessi soltanto notiziari ridotti

Persone citate: Gianni De Michelis

Luoghi citati: Roma