Craxi: Cee sulla giusta strada ora lottiamo per i disoccupati di Enrico Singer

Craxi: Cee sulla giusta strada ora lottiamo per i disoccupati Rapporto aireuroparlamento sui primi 3 mesi di presidenza italiana alla Comunità Craxi: Cee sulla giusta strada ora lottiamo per i disoccupati 11 presidente del Consiglio: dopo l'importante risultato dell'allargamento a Spagna e Portogallo affrontare subito problemi del lavoro e negoziato per l'Unione europea - Sull'Europa politica ancora opposizioni di alcuni Paesi DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO — Una Comunità europea che conta ormai, con l'ingresso di Spagna e Portogallo. 320 milioni di cittadini non può rimanere indietro nei processi economici e politici mondiali. L'allargamento della Cee. deciso in marzo a Bruxelles, è forse il risultato più importante ottenuto dall'Europa negli ultimi 8 anni. Certo, porta con sé il rischio di nuovi attriti, impone uno sforzo per ridurre gli squilibrii e individuare obiettivi che rafforzino l'unità. Un bilancio di quanto è stato fatto, e soprattutto di quanto resta da fare, lo ha tracciato, ieri di fronte all'europarlamento di Strasburgo, Bettino Craxi al giro di boa del semestre italiano di presidenza del Consiglio europeo che si concluderà in giugno. Sembrava che il dinamismo della Comunità si fosse incagliato tra i piccoli interessi e le dispute di famiglia. NeU'85 la tendenza è stata invertita, ha detto Craxi, ma non ci si può fermare: 'Bisogna far maturare le condizioni e le premesse favorevoli per il cammino dell'Europa-, I traguardi raggiunti (i trattati di adesione di Spagna e Portogallo) non devono rallentare l'impegno per realizzare anche gli altri due impegni che la presidenza italiana si è posta: la lotta alla disoccupazione e il lancio del negoziato sull'Unione europea. Sul problema della ripresa economica. Craxi ha insistito molto. Il tasso di disoccupazione, superiore al 10 per cento, è inaccettabile e indebolisce la credibilità del sistema europeo di fronte a tutti gli altri Paesi. Quali le possibili soluzioni? Uno strumento fondamentale è il rafforzamento della base tecnologica. La Comunità, nel suo insieme, spende il 20 per cento del totale mondiale degli investimenti per la ricerca scientifica: una quota che è a metà strada tra il 27 per cento degli Usa e il 17 del Giappone. Ma la ricerca è polverizzata in mille rivoli con sovrapposizioni di programmi, inutili duplicazioni. Se il rinnovamento tecnologico è inseparabile dalla ripresa economica è anche vero che non crea nuovi posti di lavoro. Anzi, nell'attuale fase, è uno degli elementi della crisi occupazionale. Compito della Comunità, ha detto Craxi, deve essere quello di armonizzare le esigenze. Non si possono applicare automaticamente ricette valide in altri Paesi con diversi meccanismi di recupero (Usa e Giappone). Bisogna migliorare il funzionamento del modello europeo, rendere più flessibile il mercato del lavoro, rinnovare la formazione professionale. Si può discutere dell'orario di lavoro, si devono utilizzare le risorse della Comunità — il Fondo so- ciale — per promuovere esperienze nuove. E di questo Craxi aveva parlato, prima dell'intervento in assemblea, con il presidente della Commissione Cee, Jacques Delors, per concordare interventi pratici in vista della riunione della Commissione sociale in programma per il 17 maggio. La ripresa economica deve essere consolidata e sostenuta. Ma le politiche di rilancio, per evitare una recrudescenza del fenomeno inflazionistico, debbono essere differenziate: più espansive nei Paesi ad alto livello di stabilità, più prudenti negli altri. Da parte di Craxi, è un invito a Germania Occidentale, Olanda e Belgio a collaborare senza pregiudizi al rilancio economico dell'Europa. Un potenziamento della cooperazione è necessario anche nel settore monetarlo. L'instabilità del dollaro impone non soltanto un rafforzamento dello Sme e dell'Ecu ma una discussione globale. L'altro grande tema proposto dalla presidenza italiana è quello della graduale trasformazione della Comunità in una orerà entità politica-. Il processo è in moto e nei prossimi mesi proseguirà il suo cammino nei colloqui con Delors e con il presidente del Parlamento di Strasburgo, Pflimlin, Craxi ha anticipato che ne discuterà (dal 2 al 4 maggio) con i capi di Stato e di governo europei durante il vertice di Bonn del sette Paesi più industrializzati. Il 13 giugno ne parlerà anche nell'incontro di Firenze con il presidente francese Mitterrand. L'obiettivo è quello di arrivare al Consiglio europeo di Milano, a fine giugno, con una proposta per convocare la prima riunione del comitato inter-governativo che dovrà affrontare, in concreto. il progetto. Ma esistono ancora reticenze e opposizioni da superare. Il riferimento è a Inghilterra, Irlanda, Danimarca e Grecia. Il problema maggiore quello dell'introduzione del principio della maggioranza per prendere le decisioni superando il vincolo dell'unanimità, molto spesso paralizzante. Nel bilancio dei primi tre mesi della presidenza italiana, un posto importante è toccato ai problemi di politica internazionale dove l'Europa, forse, corre più il rischio di muoversi in ordine sparso. La crisi del Libano, la guerra tra Iran e Iraq, gli squilibrii Nord-Sud, l'America Latina. Soprattutto 11 dialogo tra Est e Ovest, la distensione, le trattative di Ginevra sulle armi nucleari. Il ministro degli Esteri, Giulio Andreotti, ne ha riferito di fronte alla Commissione politica dell'europarlamento. Craxi, in aula, ha rinnovato il suo giudizio positivo sulle ultime aperture del nuovo leader del Cremlino. -Spero di non sbagliare — ha detto — ma credo che la disponibilità di Gorbaciov al dialogo non debba essere sottovalutata ma incoraggiata-. Enrico Singer