Occupazione, il motore bloccato di Mario Pirani
Occupazione, il motore bloccato Occupazione, il motore bloccato (Segue dalla 1' pagina) per il Mezzogiorno c si estende a tutta la struttura industriale esistente del Paese dalla quale è ormai impensabile possa scaturire una crescita in volume della produzione, tale da comportare un aumento correlato della manodopera. Del resto questo è vero in tutto il mondo e sarebbe opportuno che, invece di scoprire l'ombrello di nuovi incentivi o la suddivisione paupcristica del lavoro esistente, come predicano i ncosolidaristi, i nostri politici dessero un'occhiata fuori casa. Si accorgerebbero allora che nelle prime 1000 imprese Usa (classifica di «Fortune») in sette anni non c stato creato neppure un posto di lavoro, mentre i sette milioni di nuovi posti realizzati ncll'84 sono tutti concentrati in nuove imprese (600 mila in un anno) con meno di 20 dipendenti. Imprese che nascono e prosperano perché hanno a disposizione servizi pubblici tecnologicamente avanzati, telecomunicazioni che dissolvono l'isolamento temporale e territoriale della piccola impresa, strutture terziarie computerizzate, spesso unificate, che ne abbassano i costi di produzione. Basterebbe por mente a questa esperienza, traduccndola necessariamente in termini italiani, per capire quanto spazio reale c'è non per un laisscr-fairc rinunciatario c passivo ma per una politica pubblica dell'occupazione che faciliti, aiuti e sostenga la creazione di una nuova imprenditorialità diffusa e, solo cosi, di nuovi posti di lavoro. Tuttavia i nostri legislatori e sindacalisti sono ostici non solo agli esempi d'oltreatlantico, inficiati di rcaganismo, ma anche alle statistiche nostrane, sistematicamente ignorate. Come infatti sottolineano Aris Accorncro e Fabrizio Carmignani in una recentissima indagine pubblicata dalla rivista comunista «Politica ed economia» «cid clic colpisce nelle varie proposte che vanno affiorando in materia di occupazione è la ristrettezza della base conoscitiva di riferimento». Ci si sarebbe altrimenti accorti che i disoccupati in senso stretto sono solo 477.000; clic, viceversa, i giovani alla ricerca di prima occupazione sono !..100.000, in maggior parte drammaticamente concentrati al Sud dove un terzo dei ragazzi e la metà delle ragazze è disoccupata (con una spaventosa punta del 64% per le giovani diplomate e laureate); che, di contro, nelle fasce adulte dell'Italia nordorientale vi ò praticamente il pieno impiego (con una disoccupazione frizionale meno del 2%), c cosi via suddividendo per fasce sociali, per età, p.-r istruzione. Non tener conto di una realtà tanto segmentata che contrasta con approcci demagogici onnicomprensivi rischia, come scrive in un'altra ricerca in proposito il bollettino (Tendenze reali» della Banca Commerciale, di far assomigliare la politica dell'occupazione a quella della difesa del cavallo nell'800: ma oggi come ieri ti inutile autodiminuirsi la razione di biada per resistere alla inevitabile introduzione di nuovi trattori». Mario Pirani
Persone citate: Aris Accorncro, Fabrizio Carmignani
Luoghi citati: Italia
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