Beirut a fuoco, il premier si dimette di Robert Fisk

Beirut d fuoco, 81 premier si dimette Battaglia per l'intera notte nel settore Ovest: sciiti e drusi contro Morabìtun Beirut d fuoco, 81 premier si dimette «Nulla giustifica quanto sta accadendo» - Almeno 29 morti e 120 feriti - Anche i palestinesi nella faida NOSTRO SERVIZIO BEIRUT — Dopo una notte nella quale le milizie musulmane hanno trasformato Beirut Ovest in un regno del terrore e della violenza, uccidendo almeno 29 persone e ferendone centoventi, il primo ministro libanese Rashid Karamé si è dimesso in segno di protesta per quello che ha definito «f'orrenio incubo, che gravava sulla capitale. Il presidente Gemayel ha poi chiesto a Karamé di restare premier per l'ordinaria amministrazione. Ieri, però, una metà di Beirut è rimasta in mano a centinaia di guerriglieri sciiti e drusi. Per oltre 12 ore, 1 miliziani dell'organizzazione sciita Amai e quelli del partito socialista progressista druso sono avanzati casa dopo casa nelle vie di Beirut Ovest immerse nell'oscurità, sparando con le mitragliatrici e lanciando bombe da fucile Indiscriminatamente contro le abitazioni private e gli alberghi, in un selvaggio tentativo di liquidare la milizia sunnlta rivale dei Jlforabitun. Il cielo era Illuminato dalle fiamme di auto e case incendiate, nelle strade rimbombavano le esplosioni, colonne di ambulanze trasportavano I feriti negli ospedali, che erano già sovraffollati. .Nulla può giustificare quanto sta accadendo nella nostra capitale', ha detto Karamé alla radio. Le sue dimissioni potrebbero rivelarsi soltanto simboliche, un mezzo per costringere le milizie a ritlrarsrdalle strade; ma non c'è dubbio che lo Stato libanese, se ancora rispecchia la definizione che normalmente si dà di uno Stato, attraversi un'altra gravissima crisi. La milizia cristiana filoisraelia¬ na si è ribellata al Presidente, Gerusalemme sta per ritirarsi ulteriormente dal Sud del Paese, ma 11 governo corre U rischio di autodistruggersi, insieme con 11 Paese che dovrebbe guidare. E 11 disfacimento a Beirut Ovest (viene considerato da molti il colpo definitivo all'.unione nazionale, di Gemayel. Ufficialmente, la battaglia è incominciata perché 1 Morabìtun volevano aprire un ufficio del partito in un sobborgo controllato da Amai. In realtà, quanto è accaduto ricorda molto un regolamento di conti fra gang rivali, ovviamente su grande scala: I miliziani drusi si sono Immediatamente schierati dalla parte degli sciiti per sbarazzarsi una volta per tutte del nemici. Il fatto, poi, che anche i guerriglieri palestinesi siano entrati nella battaglia, vicino alla Comiche Mazraa, accanto al Morabitun conferisce una dimensione ancora più preoccupante alla vicenda. • Beirut è in guerra con se stessa', scriveva nell'editoriale 11 quotidiano di sinistra AsSafir. Ieri, quattro giornali del mattino di Beirut non sono usciti; e quando, nel primo pomeriggio, U quotidiano in inglese Daily Star è riuscito finalmente ad arrivare in edicola, definiva sprezzante le varie milizie 'adolescenti, cowboy il cui potere di vita e di morte sul resto di noi proviene soltanto dalle armi che impugnano-. Gli uomini di Amai, che si presentano come i maggiori nemici di Israele piuttosto che del loro stesso Paese, hanno requisito mezzi corazzati dell'esercito libanese. I drusi si sono sfacciatamente impossessati di una jeep dei governativi sul lungomare. In questa spaventosa giornata di caos, a Beirut è passato quasi Inavvertito un altro raid israeliano nella valle della Btkaa. I caccia con la stella di Davide hanno attaccato una presunta base del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina vicino al villaggio di Bar Elias, facendo almeno una vittima. Robert Fisk Cop.vriRht ('Tinnii Net«papcrv> t- per l'Italia <<l-a Slampa»

Persone citate: Gemayel, Rashid Karamé