Gli Usa temono una recessione e offrono un patto all'Europa di Ennio Caretto

Oli Usa temono una recessione e offrono un patto all'Europa FONDO MONETARIO/ Gli indicatori segnano brutto tempo Oli Usa temono una recessione e offrono un patto all'Europa ; Il dollaro tende a deprezzarsi - Gorìa: « I problemi richiedono reciproca comprensione» DAL NOSTRO INVIATO ' WASHINGTON — Il segretario di Stato Shultz, ex presidente della formidabile facoltà di Economia dell'Università di Chicago, aveva parlato la settimana scorsa di un 'programma di azione internazionale'. Il ministro del Tesoro Baker, ex petroliere del Texas, ha usato Ieri l'espressione 'politiche modello'. Ma 11 messaggio consegnato dal due uomini, il primo all'intelllghentia europea convenuta a Princeton, 11 secondo ai 148 Paesi membri del Fondo monetario internazionale riuniti a Washington, è stato esattamente lo stesso. Quest'anno, essi hanno dichiarato in modo Implicito, lo scenario mondiale cambia. Il boom dell'economia americana rallenta, 11 dollaro si avvia verso un graduale deprezzamento, sia pure tra notevoli alti e bassi. Gli Stati Uniti sanno che, nel mondo dell'interdipendenza come lo ha chiamato Kissinger, i pericoli di questo mutamento sono enormi, soprattutto per i Paesi Terz.1. Propongono perciò che le potenze industriali coordinino le loro strategie, le rendano in un certo senso complementari, e investano 11 Fondo di più vasti poteri di controllo su di esse, al fine non solo di evitare scosse dolorose per tutti, ma di garantire la continuità dell'espansione economica in tutti 1 Continenti. Lo strumento di tale «pia¬ nificazione, (è la parola impiegata da Baker, e chi avrebbe mai pensato di sentirla un giorno sulle labbra di un reganauta?) potrebbe essere una conferenza dei Paesi industrializzali sul sistema monetarlo, in America, prima della fine dell'anno. Non si tratterebbe di una seconda Bretton Woods. In quella conferenza verrebbe semplicemente esaminato 11 rapporto che il Gruppo del Dieci presenterà a giugno a Tokyo, si adotterebbero alcune conclusioni, ed esse sarebbero rinviate al Comitato ad interim del Fondo stesso, come desidera l'Europa. L'obiettivo: compensare il calo dell'economia Usa con l'ascesa di quella europea e di quella giapponese. >GH sforzi dei nostri partners per ridurre ulteriormente la spesa pubblica, per mantenere una politica antinflazionistica, per rilanciare le loro economie e aprire i loro mercati — ha detto Baker — darebbero un contributo significativo alla crescita internazionale, e alle nazioni povere, almeno a medio termine'. Per gli Stati Uniti, è senza dubbio una cruciale rettifica di rotta. Fino a Ieri sorda a ogni istanza altrui, la Superpotenza senza volere passa adesso a una forma sia pure limitata di collaborazione. La spingono da un lato la presa di coscienza dei propri limiti, di cui testimoniano le tempeste monetarie delle ultime settimane, e dall'altro lato la rivolta, quasi esplosa ieri, del Terzo Mondo più gravemente indebitato: al lavori del Gruppo del Dieci e del Comitato ad interim del Fondo, Paesi come l'Argentina e il Perù. 11 Messico e il Brasile, hanno praticamente minacciato di costituire un cartello del debitori, di scavalcare le istituzioni internazionali, e di affrontare direttamente i creditori. Baker è stato esplicito: .L'anno scorso, ha sottolineato 'metà della crescita in termini reali dei principali Paesi europei è scaturita dagli Stati Uniti: le esportazioni dell'Europa sul mercato americano sono aumentate del 32 per cento. Si sono creati squilibri rischiosi... A noi tocca ridurre il deficit del bilancio dello Stato, ai nostri partners, Giappone in testa, assumersi tutte le proprie responsabilità*. La sostituzione di scenarlo che si profila mentre il dollaro ritorna ai livelli dello scorso autunno è la più importante dall'avvento di Reagan alla Casa Bia.ica nell'80. Gli Stati Uniti non si accingono a concessioni di principio — Baker ha rifiutato una nuova immissione dei diritti speciali di prelievo e un aumento di capitale della Banca mondia-. le per 1 Paesi in via di sviluppo — e i contrasti con l'Europa sul problemi specifici rimangono profondi. Ma per la prima volta si delinea un tentativo coordinato di garantire lo sviluppo sia alle nazioni povere che alle nazioni ricche, e di stabilizzare tramile esso i mercati dei cambi. Il limite è rappresentalo dal ■ no- americano a interventi diretti a condizionare 1 rapporti tra le valute se non in condizioni di estrema emergenza. Su tale limite ha insistito Gorla. che ha ieri pronunciato due discorsi, uno nella veste di ministro del Tesoro dell'Italia, l'altro in Ennio Caretto (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Baker, Gorla, Kissinger, Reagan, Shultz, Woods