De Oliveira: il maestro dell'amore impossibile
De Oliveira: il maestro dell'amore impossibile De Oliveira: il maestro dell'amore impossibile MILANO — L'ultima domanda rivolta al regista portoghese Manoel de Oliveira, ieri, durante la conferenza stampa in un salone del Centro Informazioni del Comune, in Galleria, avrebbe dovuto essere la prima: «Come fa a dimostrare ' 20 _ anni .,di meno?-.-"f ' l" , H L'incontro con i cronisti era cominciato in ritardo, si aspettava un assessore che poi non è arrivato, c'erano alcune persone al tavolo dei relatori e nessuno di loro poteva avere 77 anni; dunque, non era ancora giunto nemmeno de Oliveira. Poi gli ospiti si sono consultati, in quella loro lingua incomprensibile e affascinante, tutta giocata su esse aspre e esse dolci, e si è deciso di cominciare. Era Manoel de Oliveira. quel signore alto e diritto con cravattàio a farfalla e bella pelle liscia, all'aspetto una sessantina di anni non di più. atteggiamento cordiale. Ha spiegato la situazione del cinema in Portogallo: sovvenzioni statali al 100 per cento fino a un paio di anni or sono (i fondi erano costituiti prelevando il 15 per cento dei biglietti), poi la crisi perché il numero degli spettatori decresce anche nel suo Paese e la decisione da un lato di adottare un sistema misto in contributi e prestiti, dall'altro di incrementare al massimo le coproduzioni internazionali. Il nuovo corso permette di realizzare 5 film all'anno, ma anche prima la media si aggirava sui 5'6. Pure questo sistema comunque è destinato a cambiare nel 1986. Ovvio che i richiedenti siano in misura enormemente superiore rispetto a quanti riescono a realizzare il proprio film. Requisiti per ottenere i finanziamenti? La risposta, articolata, si può riassumere cosi: sono decisiva l'affidabilità del regista, le garanzie offerte dal suo modo di lavorare, dalla sua firma. Tempo di attesa. 2 o 3 anni: -Ma va già bene, perette a me, in passato, è capitato di aspettare, una volta, 14 anni-. Il regista aggiunge clic però, quando si sono ottenuti I contributi, si è completamente liberi. Adesso de Oliveira sta per proporre agli spettatori portoghesi e francesi (e spera anche italiani) -Les souliers de satin- (Le scarpette di raso), girato in coproduzione e tratto dall'omonima pièce di Paul Claudel. Due versioni: una, a 35 min, dura due ore e quaranta minuti, l'altra, a 16 min, è integrale e prende sette ore, entrambe adattabili per la tv. E' la prima volta che il regista si ispira a un testo della letteratura non portoghese: omaggio alla coproduzione con la Francia e. anche, constatazione che il lavoro di Claudel può essere -anello di congiunzione fra le tematiche delle grandi frustrazioni dell'amore e della guerra-. E in fatto di amori impossibili, lui è maestro: basti ricordare -O passado e o presente-, -Amor di perdicao-, Benilde-, pellicole presenti alla rassegna dedicata a de Oliveira in programma fino a venerdì al cinema De Amicis. Di sicuro -Le scarpette di raso- non sarà un film -popolare-. -Ma i desideri del pubblico — spiega il regista — non sempre coincidono con le esigenze espressive di un autore, che vuole raccontare la personale concezione della vita, trasmettere sentimenti suoi. D'altra parte, io credo che la gente si rispetti proprio in questo modo, e non confezionando un film in funzione del gusto del pubblico. Se poi gli spettatori accorreranno numerosi, sarà senz'altro una grande soddisfazione-. Appena ultimato -Les souliers de satin-, Manoel de Oliveira prenderà ad occuparsi della sua prossima pellicola ■■La vanagloria di un soldato-, altra riflessione di tipo storico sulle tragedie della guerra. Alla domanda su .come ha fatto a rimanere giovane», la risposta è eloquente: -Ho sempre lavorato senza curarmi del mio aspetto-. Ornella Rota
Persone citate: Claudel, De Amicis, De Oliveira, Manoel De Oliveira, Ornella Rota, Paul Claudel
Luoghi citati: Francia, Milano, Portogallo
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