Che strani pesci in casca Orwell
Che strani pesci in casca Orwell Bergamasco e Alasjarvi al Massaua Che strani pesci in casca Orwell TORINO — L'acquarlo in cui nuotano 1 Pesci strani di Ulla Alasjarvi e Beppe Bergamasco non ha acque calme, anzi mostra una gran turbolenza di correnti che, tra vortici e gorghi, solleva residui e impurità. Finita al Massaua per la migrazione cui è stato costretto 11 Toreat dopo la chiusura del Colosseo, la coppia di sperimentatori, rinforzata da Ilja Bergli, propone un curioso spettacolo che si pone come sintesi di autobiografia artistica (non si è mal del tutto giovani, evidentemente) e insieme tende ad agganciare un universo in bilico tra assurdità, quotidianità e catastrofismo psicologico. Sulla scena occupata da un pianoforte, alla cui tastiera Bergh esegue musiche proprie, della Alasjarvi e di Franz Liszt, l'attrice suscita un clima post-orwelliano di repressione e condizionamento comportamentale, con riferimento immediato al manuale di conversazione fondamento odioso della neolingua. Con stacchi violenti, da montaggio cinematografico, entriamo nell'atmosfera imprendibile del teatro dell'assurdo, con dialoghi contraddittori, dilemmi risibili (ma quelle sedie che cadono dall'alto non saranno mai di Ionesco). E fra un paio di vocalizzi in forma di concerto, irrompe una dimensione da guerra di mondi, con un computer cui è affidata la parte del signore supremo, capace di liberare o imprigionare gli uomini, di farli dormire per alcuni giorni alla settimana, oppure per pochi, casuali minuti. Certo, non vi sono nessi tra gli episodi. Prevale la poetica del frammento, con tutto il bene e il male che ne segue. In una simile struttura, i nuclei espressivi finiscono con l'equivalersi al punto che i momenti più interessanti e più vivi si mescolano e si confondono con l'ovvio corrente. o. g.
Persone citate: Alasjarvi, Beppe Bergamasco, Franz Liszt, Ionesco, Orwell, Ulla Alasjarvi
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