Gli allievi

Gli allievi Gli allievi Mentre il compito di illustrare la dinamica del secolo avrebbe consigliato di penetrarlo più in profondità, e di • collocare» qualche esempio dei grandi e mitici e acclamati maestri delle varie «nazioni» europee che dalla rivoluzione caravaggesca discendono (come ricordavamo sopra, gli Zurbarùn, Velàzquez, magari spingendoci fino a Rembrandt, e senza dimenticare i campioni dell'Olirà» linea, scaturita da Annibale, come Poussin). Prima di giungere all'epifania» dell'arte caravaggesca bisogna ancora attraversare una sala dedicata ai principali suoi allievi, ovvero ai colleghi influenzati dalla sua perturbante presenza (il Borgianni, il Battistello, il Gentileschi, Bartolomeo Manfredi, Carlo Saraceni, il bellissimo 'pensionante del Sarace¬ ni», un pittore francese rimasto senza nome). Ed eccoci finalmente alle opere del maestro, presenti in numero nutrito, andie se inevitabilmente incompleto, per sacrosante ragioni di tutela. Ma certo, gli organizzatori hanno fatto miracoli per udunare tutto il possibile; perfino con qualche eccesso, ovvero con qualche ricaduta nel filologismo. Infatti in un'occasione di tanta importanza la prudenza avrebbe consigliato di lasciare a casa i dipinti di incerta attribuzione, nei quali, ovviamente, l'incertezza è segno di non raggiunta eccellenza e tipicità. Quando si va in trasferta, conviene presentarsi con elementi in perfette e indubitabili condizioni di forma.

Persone citate: Bartolomeo Manfredi, Battistello, Carlo Saraceni, Gentileschi, Poussin, Rembrandt, Sarace