Infondato ogni sospetto sul presidente Capirossi di Claudio Giacchino

Infondato ogni sospetto sul presidente Capifossi I giudici di Milano decidono di non aprire neppure l'inchiesta Infondato ogni sospetto sul presidente Capifossi Prosegue invece l'indagine sugli altri due magistrati del processo-tangenti (rinviato a giugno) Contro il presidente Giancarlo Caplrossl non c'è nulla di nulla, s'è sempre comportato in maniera cristallina, inutile aprire un'inchiesta. A queste conclusioni sono approdati ieri i magistrati della Procura generale di Milano che, indagando sui colleghi torinesi sospettati di condotta non confacente con la dignità della toga, hanno dovuto occuparsi anche del presidente del processo per lo scandalo delle tangenti. Capifossi esce quindi nel migliore dei modi dal tunnel del sospetto. Un sospetto sul quale sin dall'inizio gli inquirenti s'erano mostrati molto scettici. A sorpresa, il nome del presidente veniva accostato, ai primi di marzo, a quello degli altri giudici inquisiti dal Consiglio superiore della magistratura: proprio durante una seduta pub-, blica del Consiglio, un suo membro laico, 11 de Quadri, diceva: «Tutto il collegio giudicante delle tangenti è sotto inchiesta. Oltre ai giudici a latere Antonio Tribisonna e Franca Viola Carpinteri. la Procura generale di Milano indaga pure sul presidente-. Infondate le rivelazioni concernenti Capirossi. 11 presidente non è mai inquisito. Il suo coinvolgimento nelle indagini è frutto solo di un equivoco, nato dall'accusa di un pentito della mafia. Giuseppe Muzio detto Poppino o' banditu, pesce piccolo del clan dei catanesi: «Nell'autunno del 1982 fui condannato per droga dalla seconda se- zìone del tribunale. E' quella presieduta da Capirossi, quella che adesso celebra il processo delle tangenti. Alla fine dclì"82 ottenni dalla stessa sezione la libertà provvisoria. Mi fa venduta dal giudice a latere Tribisonna, lui in cambio ebbe un quadro, un 7iiobile antico e una collezione di sterline-. I sostituti procuratori generali di Milano Urbisci, Dello Russo e Mancini non hanno avuto bisogno di sentire Capirossi. Alla vicenda raccontata da Peppino o' banditu il presidente è risultato subito estraneo: perchè non presiedette quel procedimento, nè mai s'occupò della concessione della libertà Ieri, la notizia ufficiale dell'archiviazione del cosiddetto «preliminare d'indagine» su Capirossi. Nel tunnel del sospetto rimangono invece ancora Tribisonna e la dott.ssa Carpinteri. Solo se saranno prosciolti il processo delle tangenti riprenderà (su richiesta di Tribisonna è stato sospeso sino al 4 giugno proprio in attesa che si chiarisca la situazione). Già interrogati alla fine di marzo, dieci giorni fa entrambi i magistrati sono stati raggiunti da ordi¬ ne di comparizione per corruzione (Tribisonna) e interesse privato (Carpinteri). Un nuovo e decisivo interrogatorio era in programma per oggi. Gli inquirenti hanno però preferito prendere tempo: li ascolteranno dopo una seconda tornata di colloqui con 11 pentito e altri, sempre secondo Pepplno o' banditu, artefici della corruzione. L'elenco comprende i fratelli Ciccio e Roberto Miano, gli ex re del crimine a Torino negli anni '70 e da qualche mese diventati pentiti, ed un loro cognato, Giuseppe Lavaccara, anch'egll In carcere con una serie lunghissima di reati. Questi tre personaggi di rango del clan dei catanesi sarebbero stati gli ideatori della corruzione di Tribisonna. Si sarebbero occupati di portarla avanti Pasquale Pilla, l'antiquario di via Artisti in prigione per ricettazione, l'ex proprlctralo del «Corner grill» di via Boglno Pasquale Casella (sta scontando una condanna a 4 anni e mezzo per bancarotta) e la moglie di questi, Bruna Ortolan. Pilla, Casella e la moglie sono stati interrogati ancora Ieri mattina. Pare abbiano negato i racconti del pentito. Stamane i sostituti procuratori generali ascolteranno i fratelli Miano (entrambi avrebbero avallato le dichiarazioni dì Poppino o' banditu) e Lavaccara. Il quale, invece, ha già affermato: «Tutte invenzioni». Claudio Giacchino II presidente Capirossi in un'udienza del processo Zampini

Luoghi citati: Milano, Torino