Nettuno e i pirati delle coste

Nettuno e i pirati delle coste rMi ' SALVEREMO GLI ULTIMI PARADISI SUI LITORALI? Nettuno e i pirati delle coste rMi ' A partire dal Delta del Po e dalla Laguna veneta, vasti territori costieri italiani sono ancora inalterati - Gl'inglesi hanno vincolato 750 km dalla Manica alla Scozia - Da noi ha successo la campagna del Wwf per acquistare ettari di paesaggio marino - Ma Stato e Regioni non frenano l'edilizia selvaggia ■ Nuovi insidiosi porti turistici DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Il Wwf, Fondo mondiale per la natura, celebra il successo iniziale della sua campagna per l'acquisto di pezzi di costa allo stato di natura. Trentatré ettari sono stati comprati sui bordi della laguna di Orbetello, ai confini della riserva naturale die il Wwf gestisce da! 1972. •Non è che un primo passo. Abbiamo raccolto 500 milioni e la campagna continua. Chi sottoscrive 10 mila lire adotta simbolicamente un metro quadrato di costa da conservare intatto per le future generazioni», dice il segretario generale del Wwf, Arturo Osto. Fa teste, nella storia della difesa del paesaggio, l •Operazione Nettuno', compiuta in Gran Bretagna dal National Trust con risultati che ai nostri occhi sembrano incredibili: 750 chilometri di costa acquistati o avuti in dono, dalla Manica alla Scozia. Potremo arrivare a tanto? .La situazione italiana è molto diversa. Sono diversi il clima e la morfologia delle coste, la pressione demografica, la domanda turistica. Noi appoggiamo la campagna del Wwf ma ci battiamo soprattutto perché lo Stato e le Regioni frenino 11 dilagare dell'edilizia a macchia d'olio lungo le coste», mi dice il presidente di Italia Nostra, Giorgio Luciani. Su 8000 chilometri di coste, 3500 si allargano in fasce pianeggianti. Duemila di questi sono occupati da ferrovie, strade, autostrade, industrie, città grandi e piccole, porti. Sui rimanenti si stanno allungando i nuovi agglomerati di seconde case, con corredo di lungomare in cemento e altri manufatti tipici di una civiltà che ha smarrito il senso estetico. Il paesaggio costiero italiano, come quello delle colline toscane, era l'espressione di una società e della sua storia, Cosa esprimono oggi gli innumerevoli villaggi .delle ginestre» o «dei gabbiani* che divorano anno per anno i litorali della penisola e delle isole? Meno sconsolante è la risposta alla domanda: che cosa resta da salvare? Un immaginario volo da Trieste a Ventimiglia, passando per le Stretto di Messina, fa scoprire l'esistenza di vasti territori costieri in minima parte alterati da interventi umani. Il presidente di Italia Nostra mette al primo posto il Delta del Po: .Con la Laguna veneta comprende eccezionali valori naturali e culturali. Un Insieme da conservare in modo assoluto, impegnando tutto il Paese». Ma se scendiamo a Sud del Delta, parzialmente destinato a parco dalla Regione Emilia-Romagna, ecco gli insulti ai lidi ferraresi, e poi, dopo le antiche pinete di Ravenna (opera dei benedettini a difesa dell'ambiente), ecco la grande macchina turistica della riviera romagnola e l'inizio della lunghissima conurbazione che dalle Marche arrli>a al Molise. Dal mare, in contrasto con la dolcezza mutei>ole delle colline, il paesaggio adriatico appare scandito da ponti, viadotti, caseggiati più alti della marea di cemento, con rare pause: il litorale tra Gabicce e Pesaro, il promontorio del Conerò (il parco contestato sul nascere/, tratti dei litorali abruzzesi che conservano la vegetazione originaria. Più ricco il patrimonio da salvare in Puglia: dai laghi di Lesina e di Varano (già in parte protetti come riserve naturali) alle insenature non ancora toccate sul Gargano, alla costiera a Sud di Otranto con i suoi anfratti e le pareti scoscese, in .. :., Seconde case Sullo Ionio l lidi del Metaponto sono una galleria di orrori. Alla speculazione privata si aggiungono gli interventi promossi con denaro pubblico. Italia Nostra denuncia: .A San Basilio di Pisticci l'Isvelmer, cioè lo Stato, ha concesso 25 miliardi per la costruzione di 85 mila metri cubi di seconde case tra la pineta e 11 mare». La Calabria ionica è in sfacelo. L'eredità della Magna Grecia viene sommersa da villaggi caotici. A Sibari archeologia e mito danno lustro a un porto turistico. Dei 741 chilometri di costa Calabro, sullo Ionio e sul Tirreno, almeno 400 sono compromessi o immediatamente minacciati. Chiedono estrema protezione Capo Colonna e Capo Rizzuto, alcuni lembi del Golfo di Squillace, la costiera di Scilla, la piana di Gioia Tauro dove non è sconvolta dall'inutile porto. Capo Vaticano. .In teoria dovremmo chiedere il blocco di tutte le coste già devastate e l'istituzione di zone protette su quelle ancora libere. In pratica abbiamo un altro lavoro molto importante da fare: spiegare alla gente, nei punti caldi, che lo sviluppo turistico non si Identifica con l'asfalto e il cemento., mi dice Ermete Rcalacci, segretario generale della Lega ambiente. Una penetrazione culturale molto difficile ovunque, tanto più nel Mezzogiorno dove spesso le attese speculative si intrecciano con interessi mafiosi e dove le alternative sono poco convincenti perché poco concrete. Anche dove mafia e camorra sembrano assenti, il miraggio dell 'edilizia resta prevalente. «In Sardegna i Comuni costieri hanno approvato progetti per 65 milioni di metri cubi, pari a' due milioni di stanze», mi dice ancora il segretario della Lega ambiente, indicando l'isola come uno degli ultimi baluardi naturali da difendere. Su 1849 chilometri di coste sarde, circa 700 sono vergini perché inaccessibili, privi di strade o soggetti a servitù militari come l'intera sona di Capo Teulada. Forme analoghe di tutela passiva hanno sahmto lunghi tratti delle coste campane (Capo Palinuro e le deliziose insenature del Cilento non ancora tappezzate da capanne e villette), escluse per secoli dagli itinerari commerciali. L'eredità della malaria, con abbandono delle terre paludose vicine al mare, ha prodotto l'estraneità di gran parte delle coste laziali e maremmane al processo di urbanizzazione avviato nel Medio Evo. rafforzato nell'età industriale (la siderurgia nel paesaggio napoletano, gli stabilimenti nei giardini delle riffe genovesi) e culminato nell'esplosione del turismo con seconda casa. Il Lazio, saccheggiato al Circeo e lungo i lidi romani, conserixi decine di chilometri di coste intatte proprio in Maremma. Dall'Argentario a Piombino la costa toscana ha resistito meglio di altre perché mai toccata dalle grandi vie di comunicazione. Castiglione della Pescaia è un episodio, come quello recente di Punta Ala. Più a Nord gli arenili, le pinete, i boschi, da Populonia a Castagneto Carducci, da San Rossore a Migliarino, hanno avuto la fortuna di essere esclusi dai grandi interventi dell'Ottocento e del primo Novecento che avviarono la rovina del paesaggio costiero italiano. Alcuni tratti sono protetti come parchi, per iniziativa di Comuni costieri più ei'oluti. Le donazioni Non proseguiamo in Versilia e verso le riviere liguri perché le loro condizioni sono troppo note. Ma anche là c'è ancora qualcosa di importante da conservare. .Nelle zone più compromesse o più intensamente sfruttate dal turismo esistono aree costiere di importanza strategica, da acquisire e mettere al riparo da ogni insidia-, osserva »/ secretorio del Fai, Fondo ambiente italiano, Renato Bazzoni. .Col sistema delle donazioni siamo entrati in possesso di tratti di costa eccezionali, a San Fruttuoso, sul monte di Portofino, a San Michele di Pagana, alla Capraia, e nel Sud a Panarea». Altre donazioni sono in arrivo. Costituiranno una galleria di opere d'arte prodotte dalla natura e dall'uomo suo alleato. Non è facile arrestare la pressione esercitata sulle coste da un popolo che sembra avere scoperto il fascino del mare dopo secoli di civiltà contadina. Su 57 milioni di italiani, quasi 30 vivono in Comuni costieri o in prossimità del mare. A essi si aggiungono milioni di turisti. Questa trasformazione di rilevanza storica porta con sé un'altra insidia, quella dei porti turistici collegati a nuove residenze per vacanze 1 progetti alla ribalta sono 164, in prevalenza ubicati su tratti di costa che meritereobero la conservazione integrale. In Sicilia porti turistici a Tindari e nei laghi di Ganzirri sullo Stretto di Messina, in Sardegna a Capo Coda di Cavallo e negli stagni di Chia, in Campania nel lago di Miseno. In Maremma gran porto a Punta del Pecoraro. Nessuno nega che le coste italiane siano sguarnite per lunghi tratti, specialmente nel Mezzogiorno Roma e priva di un vero e proprio porto turistico, come Genova. Ma sarebbe delittuoso privatizzare chilometri di coste ancora intatte per farne parcheggi di yachts. mentre tanti porti esistenti sono male utilizzati e tante spiagge sono prive di attrezzature Dow i porticcwli sono veramente necessari si ivrf/icfti anzitutto la loro compatibilità col paesaggio e con l'ambiente naturale, compresa la sua parte sommersa Anche le coste e il fondo del mare sono beni culturali: dovremmo toccarli con scienza e arte. Mario Fazio Fon-ara. Il Faro di Gorino sul Delta del Po, un territorio che consena ancora eccezionali valori naturali e ambientali