ll pioppo tornerà a rendere, se ... di Bruno Pusterla

li pioppo temerà & rendere, se li pioppo temerà & rendere, se Ijì principali condizioni perché questa coltura diventi redditizia sono: un contributo regionale per l'acquisto delle pioppelle; aggiustamenti annuali dei prezzi da concordare con gli industriali; immissione sul mercato di varietà resistenti alle malattie Questi sono gli ultimi gior-' ni utili per piantare i pioppi. L'andamento di mercato negli ultimi anni aveva ridotto l'interesse per questa coltura, anche per l'insuccesso di alcune cultivar. Eppure lo spazio c'è, nei senso che il fabbisogno interno di legname denuncia, negli anni '82-83, un ideficit oscillante attorno ai 25-26 milioni dì metri cubi di legno espresso in termini di I legno tondo-grezzo. ! Poiché non è possibile puntare a breve periodo sulla produzione boschiva di alto fusto o di resinose o latifoglie per incrementare le nostre produzioni nazionali di legname da lavoro, il pioppo è ancora oggi il punto di riferi¬ mento più importante e l'unica strada percorribile. Ma da circa un paio d'anni la pioppicoltura è In crisi, non per mancanza di richieste di legno da parte dell'industria, ma per il fatto che i prezzi del legno di pioppo sono sensibilmente diminuiti mentre il costo di coltivazione è in continua ascesa. Il timore di una lunga recessione e di un mancato miglioramento dei prezzi ha spinto I pioppicoltori a ridurre o a bloccare nuovi impianti. Alla situazione, già di per se grave, va aggiunta la mancanza della produzione futura di quelle piantagioni nuove, fallite prematuramente per 1 cattivi attecchimenti, i forti attacchi fungivi ed i gravi danni nelle piante adulte dovuti alla batterlosl. Cosa è possibile fare per migliorare questa grave situazione? Le strade percorribili sembrano essere queste: • ridurre, con contributi regionali, il prezzo delle pioppelle di circa il 30-50 per cento per l'impianto dei pioppeti. Tale riduzione sarebbe del tipo di quella che già praticava l'Ente della cellulosa in passato sui propri listini; i contributi potrebbero eventualmente essere estesi anche al trattamenti antiparassitari; • promuovere presso gli industriali del legno un'azione affinché comprendano la ne¬ cessità di giungere ad aggiustamenti annuali dei prezzi del pioppo; in questo modo, 1 coltivatori potrebbero programmare i loro investimenti con una certa tranquillità per il futuro delle proprie aziende; • far ritornare l'Istituto di pioppicoltura alle sue antiche tradizioni di serietà e vigilali-, za nel suo lavoro di selezione, compreso quello per la resistenza alle malattie, perché il materiale sia accuratamente provato ed immesso sul mercato dopo sufficiente sperimentazione e non buttalo allo sbaraglio a spese dei coltivatori come purtroppo è successo nel recente passalo. Bruno Pusterla