La guerra dei tavolini a Roma forse arriverà davanti al Tar di Bruno Ghibaudi

La guerra dei tavolini a Roma forse arriverà davanti al Tar Ristoranti e bar contro l'ipotesi di abolire i dehors nel centro storico La guerra dei tavolini a Roma forse arriverà davanti al Tar «Non ci possono impedire di lavorare proprio ora che arriva la primavera» - Contrastanti interpretazioni sulle norme comunali che regolano le autorizzazioni per il suolo pubblico ROMA — ..Abbiamo proprio sbagliato tulio. Per mesi abbiamo tenuto d'occhio gli amici di Uernacca per vedere se la primavera si decideva ad arrivare e a portare i turisti. Adesso scopriamo invece che sarebbe stato mollo più utile spiare gli umori degli assessori e dei funzionari del Comune'. La ballala e soprattutto uno sfogo. L'autore dirige un famoso ristorante del centro storico. Chiede di non essere nominato perché teme, come ritorsione, la solita martellata del fisco. Ma si passa nervosamente da una mano all'altra un giornale che ipotizza una nuova campagna di guerra contro tavolini, sedie, fioriere e ombrelloni che la bella stagione fa spuntare nelle piazze e nelle strade, davanti ai bar e ai ristoranti. Secondo gli assessori alla Cultura e al Centro storico — il cui parere, tuttavia, può essere ribaltato dalla giunta comunale — queste oasi della ristorazione all'aperto non sì addicono alle aree monumen- tali e quindi devono sparire Ma In molti casi concreti i due assessorati, cui spetta un parere preventivo, si sono dimostrati di diversa opinione. Altra confusione regna fra Comune. Circoscrizione, Soprintendenza, per la mancanza di parametri omogenei. L'anno scorso, in pieno agosto, i vigili urbani della capitale sono stati i chiacchicratissimi protagonisti di un vero e proprio blitz. Tavolini, sedie, vasi e ombrelloni abusivi sono stati rastrellati all'improvviso, e portati altrove, in qualche caso sloggiando chi vi era seduto. Quest'anno l'atmosfera si sta nuovamente riscaldando. «La prima massa del Comune e stata quella di respingere 470 richieste per mettere all'aperto tavolini e ombrelloni, comprese quelle già approvate dalla Circoscrizione, — precisa Nando Ciampino. la cui famiglia possiede dal 1837 il notissimo ristorante-gelateria Ai tre scalini di Piazza Navona. — Ma perché dicono di no adesso, che in pratica è già stato preparalo tutto per la nuova stagione?» Quando si dice "tutto pronto... significa che almeno 1500 contratti di lavoro per camerieri stagionali (quanti cioè dovevano essere assunti proprio in questi giorni fino a novembre) rischiano di saltare. Ma anche per chi si sente in regola con i permessi il futuro ha molte incognite. Stessa incertezza nelle parole di Marco Polese, proprietario dell'omonimo ristorante che allunga i suoi tavoli nell'ombreggiatisslma piazza Sforza Cesarmi, uno degli angoli più belli della vecchia Roma. «// nostro permesso è già stato rinnovato fino a settembre, abbiamo pagato quasi tre milioni. Sarà revocato? Se si. dovremo licenziare tre persone o sopportarne l'onere. Ma a perderci saranno soprattutto i turisti. A Roma la cena o il gelato all'aperto sono una tradizione. Se sarà costretta a richiudersi anche d'estate la gente starà a Roma il meno possibile». In una trattoria di Campo de' Fiori la notizia viene commentata con qualche perplessità. Il locale e molto piccolo e solo aprendo i suoi tavolini sul marciapiede può lavorare con un po' di respiro. Accanto all'ultimo tavolo due studenti neozelandesi, con chitarra e sax soprano, improvvisano In Jazz fra gli applausi dei commensali. -Togliere i tavoli significa elimi¬ nare anche questo., sibila frettoloso un cameriere. Marco Bianchi, contitolare del ristorante Tempio di Agrippa, vede la cosa con un po' di distacco (il suo locale ha i tavolini fuori, ma può offrire una grande ospitalità all'interno), anche se si Immedesima nei problemi dei colleghi meno fortunati. -Nel centro storico, e specialmente in Trastevere, molti ristoranti e bar lavorano quasi esclusivamente con la piazza esterna. E' facile immaginare cosa significherebbe un divieto di questo genere, per i bar il giro d'affari calerebbe ad un decimo, per i ristoranti almeno ad un quinto-. Può darsi che tutto si risolva nel solito modo, e cioè all'italiana. Ma un braccio di ferro non può essere escluso a priori. Intanto l'Associazione ristoratori romani ha già presentato ricorso al Tar e minaccia di denunciare gli assessori alla Cultura e al Centro storico, chiedendo nello stesso tempo un risarcimento danni da capogiro. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Agrippa, Marco Bianchi, Nando Ciampino, Polese

Luoghi citati: Roma