Uno dei delitti di Bargagli ora è attribuito a un suicida di Guido Coppini

Uno dei de/itti di Sorgagli ora è attribuito a un suieida Secondo il giudice istruttore Francesco Pistone uccise una donna Uno dei de/itti di Sorgagli ora è attribuito a un suieida GENOVA — Fra i tanti misteri di Bargagli, emerge all'improvviso una verità giudiziaria: per la prima volta uno degli indiziati, Francesco Pistone, che si tolse la vita il 19 dello scorso mese impiccandosi al ramo di un albero (sconvolto dagli interrogatori? distrutto dai rimorsi?) viene indicato come colpevole di aver ucciso un'anziana donna, Giulia Viacava di 74 anni, massacrata nella notte del 24 marzo del 1974, quarto delitto nel paesino della Valbisagno in una decina d'anni. Lo ha stabilito il giudice istruttore Bernardo Di Maltei, sentito il parere del pubblico ministero Maria Rosaria D'Angelo e in pieno accordo con la procura della Repubblica. Afferma Di Malici nella sua sentenza istruttoria, resa nota ieri, -non doversi procedere nei confronti di Pistone in ordine all'omicidio premeditato e aggravato della Viacava, per la morte del reo... E' una chiara affermazione eli colpevolézza consentita a! magistrato dall'articolo 150 del codice penale nel caso eli ..morte del reo prima della condanna... In sostanza, secondo il giudice Di Mattei. gli indizi emersi in istruttoria sono sufficienti a provare che fu proprio Pistone ad aggredire e uccidere la donna. Francesco Pistone fu indiziato dell'assassinio della Viacava già nel 1976. poi l'inchiesta fu sospesa. C'era stato un altro suicidio e amministratori ed esponenti politici di Bargagli, con alla testa il sindaco comunista Luciano Boleto, protestarono alla procura della Repubblica per la «criminalieeasione del paese» e per -la maniera persecutoria con la quale venivano condotte le indagini». A quel tempo l'inchiesta era guidata dal sostituto procuratore Luigi Carli. Ci fu una lunghissima pausa. Ma se le ricerche erano bloccate, I crimini continuarono fino all'estate di due anni fa, quando fu uccisa a bastonate, un'altra anziana signora, la baronessa Anita T>eJJiMfcgistris. La scorsa estate le indagini ripresero avendo sempre al centro Francesco Pistone. 75 anni, detto - u brigadè» (il brigadiere) per aver prestato servizio nell'Arma, ex Impiegato comunale e depositario — a quanto si dice — di gran parte del tragici segreti di Bargagli. Quali gli indizi che hanno convinto il giudice della re- sponsabilità dell'anziano ex carabiniere? Soprattutto uno, che riguarda l'alibi. Giulia Viacava, nonostante l'età, amava le serate danzanti. Era un'assidua del liscio alla sala Maxim di Bargagli. Il 24 marzo di undici anni fa usci verso mezzanotte: a metà di un sentiero, l'aspettava il solito assassino armato del solito bastone. Non fu difficile per gli inquirenti arrivare a Pistone, legato alla Viacava da una relazione sentimentale. La prima ipotesi si orientò verso un delitto, se non pro- prio passionale, almeno stimolato da questioni patrimoniali. Pistone presentò subito il suo alibi. Fece il nome di un amico che l'avrebbe visto nella sala Maxim fino all'una di notte, quindi almeno quaranta minuti dopo che la Viacava aveva incontralo il suo aggressore. Un mese fa il teste ritrattò completamente. Disse: -Ho fornito quella versione, solo per fare un piacere ad una persona clic ritengo per bene e sicuramente estranea a quanto è accaduto in paese». Oltre all'alibi crollato, il giudice Di Mattei avrebbe raccolto su Pistone gravi indizi, tanto da giungere alla sentenza istruttoria di ieri. Con altra sentenza, vengono prosciolti quattordici indiziati di concorso e favoreggiamento nell'omicìdio della Viacava: sono Angelo. Amedeo. Virgilio. Enrico, Valerio, Attilio, tutti di cognome Cerasco (ma non parenti fra loro). Bruno Mezzadra. Renato Olcese, Silvio Ferrari. Ercole Nirso, Alfredo Olcese, Pasquale Buscaglia, Pietro Spallarossa e Orfeo Calvelli. Chiuse ufficialmente ieri le indagini su uno degli omicidi (chi parla di diciassette, ma per altri il macabro conteggio arriva fino a venti) il giallo di Bargagli annuncia nuove sorprese. Ai primi del luglio scorso furono arrestati sei ex partigiani, tutti accusati dell'uccisione dell'appuntato dei carabinieri Carmine Scotti, ucciso qualche giorno prima della Liberazione. Furono liberati pochi giorni dopo per effetto di un decreto-amnistia del 1953 che dichiara non punibili gli imputati di crimini commessi in tempo di guerra, purché esibiscano la prova di appartenenza ad una formazione. Ma erano davvero tutti partigiani, i sei che esibirono il certificato diventato una chiave per uscire di prigione? Il giudice Di Matlei ne dubita, e sta cercando le prove che qualcuno si mischiò alle formazioni della Resistenza, molto dopo il 25 aprile. In questo caso, le porle del carcere si riaprirebbero per gli eventuali -partigiani abusivi». -Certo, nella Valbisagno, dopo la liberazione, i combatlenti della libertà si moltiplicarono», animelle Elvezio Massai, nome di battaglia • Sunto» che combattè in questa zona a fianco del leggendario comandante Aldo Gastaldi, detto «Bisogno». Guido Coppini

Luoghi citati: Bargagli, Genova