Ora è di moda appendere in casa una tela del «Collettivo falsari»

Ora è di moda appendere in casa una tela del «Collettivo falsari» QUARANTA PITTORI COPIANO OPERE FAMOSE Ora è di moda appendere in casa una tela del «Collettivo falsari» A Milano una mostra delle riproduzioni: non c'è inganno, è tutto legale MILANO — In una saletta dell'Hotel Hilton è aperta fino a domani un'esposizione di quadri organizzata da un mercante d'arte cremonese, Daniele Donde, trentacinquenne, già rappresentante in calzature. Ha cambiato mestiere un anno fa; ora dirige un «Collettivo Falsari d'Arte» che sembra avviato a un discreto successo. I suoi «pittori falsari legali» sono una quarantina, specializzati chi in Degas e Picasso, chi in De Chirico e Ligabue, chi in Utrillo e Morandi. Abbiamo veduto col nostri occhi vendere tre quadri di questi maestri in una mezz'ora. L'idea di questa organizzazione, gli chiediamo, le è venuta prima o dopo lo scandalo livornese delle false teste di Modigliani? -Mi è venuta per fortuna qualche mese prima. Quando è successo il fatto avevo già un minimo di organizzazione e ho potuto approfittare dell'occasione-. Questa «occasione» in cosa consiste? «Con molto meno di 400 mila lire oggi si possono comprare riproduzioni di quadri famosi che sembrano anche più belle di quelle prodotte dai miei pittori. Ma poi, sulla parete, una "vera" tela, con "vere" pennellate, con "vera" pittura, fa un effetto tutto diverso. E inoltre anche in una casa piccolo-borghese ormai è entrato un certo spirito. Avere un "falso" autentico, dichiarato, consapevole, voluto, è una cosa spiritosa ». Progetti per 11 futuro? -Se le cose vanno bene come sembra in queste prime ore di esposizione nella grande Milano, aprirò una galleria slabile a Cremona e magari allargherò la cerchia dei miei artisti, o li selezionerò-. Come si possono selezionare 1 falsari? «Gid qui oggi ho dei quadri che posso vendere a 400 mila lire e dei quadri che devo vendere a 5 milioni. Dipende non tanto dalle dimensioni, ma dalla qualità della tela, dal modo in cui ? stata preparata, dal tipo di colori usati. Certi De Chirico che vede qui son fatti a olio, mentre gli originali sono a tempera grassa. Il falso, più è accurato più costa: costa tempo, costa danaro sonante-. Fra gli espositori c'è un piacentino, che in questa sede si fa chiamare Grezio, e tiene molto a nascondersi dietro tale pseudonimo. Ha studiato a Parigi e in Germania, è molto bravo, e una ventina di anni fa ha rischiato di andare in galera per una copia che aveva eseguito da un antico maestro, e che era capitata nelle mani sbagliate. Per non correre rischi il falsario prudente come deve comportarsi? -Basta alterare leggermente le dimensioni del quadro: due centimetri in meno e subito è chiaro che non si ruote imbrogliare nessuno. Sempre che si copi un quadro reale, esistente, ben conosciuto. Questi falsari con la effe minuscola dormono tranquilli. C'è da avere sonni agitati se invece si fa quello che ogni tanto vien wglia di fare, proprio voglie davvero: un quadro alla maniera di, un quadro nello stile di un dato pittore, che però quel dato pittore non ha mai fatto-. Come mai lei, Grezio, piacentino, ha finito per lavorare con un mercante, con un impresario, di una città cosi nemica della sua, per antico campanilismo, Cremona? -Era cremonese il più grande falsario con la effe maiuscola nel nostro secolo, Alceo Dossena. A tout seigneur tout honneur*. g_ ,jt Milano. Uno dei Gauguin esposti alla mostra del Collettivo falsari

Luoghi citati: Cremona, Germania, Milano, Parigi