ll calcio che torna a piacere

SI calcio cAe toma a piacere SI calcio cAe toma a piacere Juventus e Inter verso la finale di Coppa: una certezza per i bianconeri sorretti da una condizione fisica, da una concentrazione e da una praticità che sembrano non lasciare scampo alle ormai sommesse voglie di rivincita del Bordeaux, una concreta speranza per l'Inter anche se non ha raccolto contro il dimesso Real Madrid tutto quanto ha setninato. Tornano gli elogi stranieri al nostro calcio. Come spesso accade, basta vincere e convincere per far scordare le malizie sottili. Nel caso, Quelle del dopo-Mundial. J francesi in particolare, e non solo perché nella Juve c'è il loro Platini, nei momenti del crollo sono bravissimi a riprendere in pugno la situazione a suon di evviva. Ed hanno anche classe, va ammesso. Rari accenni al dubbio di un fallo di Briaschi ai danni di Rohr sul gol-svolta del 2-0. Con i dovuti riguardi per personaggi, epoche, situazioni e discipline diverse, accadde cosi anche a Coppi. .Fostò. venne come adottato, trasformato da asso straniero in campione internazionale a! di sopra dei confini. La Juve ^internazionale- lo è davvero. Il blocco italiano, più il francese ed il polacco, più Bonini di San Marino. Lasciateci ribattere in questo momento felice il tasto della colpevole rinuncia della Federcalcio, evidentemente non sollecitata (o non sensibilizzata abbastanza) da Bearzot, ad almeno tentare il recupero al football azzurro del biondo centrocampista. Massimo arriverà ai ventisei anni il 13 ottobre, è nel pieno del rendimento. Sarà al top all'epoca del mondiale in Messico, che vedrà alla tv. Non diciamo che l'operazione Bonini sarebbe andata a buon fine. Ma tentarla si doveva. Anche perché la Nazionale di San Marino non c'è. Bonini l'altra sera ha giocato da campione, contro un centrocampo che resta fra i migliori del calcio continentale, anche se è parso soggiogato, frastornato, dalla potenza avversaria. Ma Ciresse e Tigana sono risultati opachi anche perché la retroguardia juventino non ha dato respiro a Mueller e Lacombe. I due -registi- non sapevano verso chi far viaggiare la palla. Ecco, allora, venire fuori i meriti di Favero e di Caricola in questo finale di stagione nel quale colgono i frutti della loro applicazione e della fiducia di Trapattoni. Anche Butragueno e Vaiavano, le due punte del Real, hanno toccato pochissimi palloni a San Siro, ma senza che i difensori nerazzurri abbiano dovuto impegnarsi allo spasimo. La lentezza del centrocampo madrileno ha esaltato quello nerazzurro, che ita manovrato con facilità attorno a Brady che, come Boniek, è davvero «uomo di Coppa-. Bruno Perucca

Luoghi citati: Bordeaux, Madrid, Messico, San Marino