Tuono blu, giocattolo infernale di Ugo Buzzolan

Tuono blu, giocattolo infernale Il serial prende lo spunto dal film con Scheider, ma lo stile è hollywoodiano Tuono blu, giocattolo infernale Meritano attenzione i telefilm del venerdì su Raidue: tecnologia, suspense, manca però il senso della minaccia Merita attenzione il serial Tuono Blu che ogni venerdì Raidue colloca in buona posizione, subito dopo le risse di «Aboccaperta». Il titolo del ciclo è identico a quello del film di John Badham dell'82, distribuito in Italia con ottimi esiti di critica e di pubblico nel corso dell'83. Apparentemente identico è anche lo spunto, secondo un uso americano non nuovo- si sfrutta il grosso successo di un film spettacolare, si acquistano a suon di dollari 11 titolo e le linee essenziali del soggetto, e se ne ricavano trenta, cinquanta, cento telefilm, mai con il regista e gli sceneggiatori dell'originale, quasi mal con gli stessi interpreti (altro esempio attualmente presente in Rai è « Saranno famosi», lunghissimo serial tratto dal film di Alan Parker). Come si configura Tuono Blu di Badham? Un'avventura emozionante, certo, e una performance finale di battaglie aeree con acrobazie e agguati dietro l'angolo dei grattacieli; c'è un buono (11 tormentato capitano di polizia Roy Scheider) e c'è un cattivo (il colonnello Malcolm Me Dowell, in gioventù eroe nero di «Arancia meccanica..); e c'è un complotto eversivo ordito da personaggi ..eccellenti». Però il centro della storia scritta da Dan O'Bannon («Alien», «Dune») è l'elicottero detto Tuono Blu, macchina mostruosa da quaranta miliardi, con una capacità di fuoco devastante e dotata di apparecchiature ultrasofisticate che permettono di vedere, ascoltare, registrare e colpire a distanza, Il discorso quindi punta sulla fantatecnologla (anche se all'inizio del film si precisa che gran parte dell'attrezzatura è già usata negli Stati Uniti) e sui pericoli che ne possono derivare per l'incolumità fisica e la libertà' degli individui: un discorso che, spostato sull'informatica e sul personal computer, Badham proseguirà coerentemente — pochi mesi dopo — con «War Qames» ovvero « Giochi di guerra». Di tutto questo cos'è passato nel serial? Poco, direi pochissimo. L'infernale mar- chingegno volante è semplicemente un elicottero dipinto di blu e munito di qualche diavoleria; al posto dello spiritato e pietroso Roy Scheider c'è un volonteroso e imbambolato James Farentino; le regie (Charles Plcerni, Oli Shilton, Bernie Me Eveety) sono anonimamente corrette; e modeste sono le storie: una volta ecco un manipolo di cretini sanguinari che vogliono impadronirsi del potere in una contea; un'altra volta — stasera — bisogna scoprire un traffico clandestino di armi; la prossima settimana spunteranno pure biechi agenti sovietici... Non manca in ogni racconto almento un momento di effettiva suspense (una rapina, un duello aereo, un inseguimento) realizzato con il consueto mestiere di tipo hollywoodiano; ma quello che manca nel modo più completo — e non poteva essere diversamente — è 11 senso della metafora minacciosa, da «1984» di Orwell, che il «Tuono Blu» di Badham si porta dietro ad ogni apparizione. Qui invece l'elicottero è un mezzo comodo con cui la polizia sgomina facilmente fumettistici banditi; e la favola terrificante, scodellata industrialmente con una specie di stampo ogni settimana, si banalizza e perde tutto il suo fascino. Ugo Buzzolan

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