«Perché me l'hai ammazzato?» urla contro l'assassino del figlio

«Perché me l'hai ammazzato?» urla contro l'assassino del figlio Momenti drammatici al processo per l'omicidio del Centro Europa «Perché me l'hai ammazzato?» urla contro l'assassino del figlio La madre di Paolo Chiarion accusa Gaudio Troffei: «Era un ragazzo come te» - Il pm ha chiesto una condanna a 30 anni - La difesa: «L'imputato è un cadavere vivente distrutto dalla droga» -Era un ragazzo pieno di vita. Perché me l'hai ammazzato?-. Antonietta Chiarion, la madre di Paolo, il giovane cestista uccìso nel settembre scorso al Centro Europa, urla il suo dolore contro l'assassino del figlio. L'imputato, Claudio Troffei, pallidissimo, china 11 capo e si lascia portar via dai carabinieri di scorta. La camera di consiglio è finita, ma la seconda corte d'assise (pres. Bonu, pm Tinti, cane. Ricci) non ha emesso la sentenza: prima di decidere, 1 giudici vogliono avere alcuni chiarimenti, stamane, dalla professoressa Fagiani, il perito psichiatra che ha definito l'imputato seminfermo di mente, con capacità d'intendere e di volere grandemente scemata per l'uso della droga. Se Claudio Troffei era un intossicato cronico, come ha scritto la prof. Fagiani nella perizia d'ufficio, potrebbe ottenere dalla corte una seconda attenuante oltre alle generiche chieste anche dal pm Tinti. L'Imputato si troverebbe cioè nella stessa situazione dell'alcolista (chi non può fare a meno di bere) e po- trebbe vedersi ridurre sensibilmente la condanna a 30 anni di carcere proposta ieri mattina dal pubblico ministero. Ha sostenuto l'accusa: -Il colpo che ha ucciso Paolo Chiarion è partito accidentalmente, però l'imputato nel momento in cui ha messo il proiettile in canna ha accettato tutte le conseguenze del suo gesto. E' omicidio volontario-. Il pm ha poi criticato le conclusioni del perito: -Il fatto di usare la droga non significa incapacità di intendere e di volere. Questo non è un caso di intossicazione cronica-. E ha aggiunto: -Non si può accettare la tesi che le vittime della società sono solo i drogati. E gli assassinati come Paolo Chiarion cosa sono?-. Ha replicato il difensore Geo Dal Fiume: • £' un omi¬ HlililtlilMii iiiiiitiiiiimiiiiii i cidio occasionato dalla rapina. Un delitto senza una motivazione. Ma chi l'ha commesso? Uno zombie, un cadavere vivente come Claudio Troffei. Un giovane corrotto dalla droga, lui slesso un reovittima-. • Disconoscere le responsabilità sociali del flagello droga non è onesto — ha continuato il legale —, per anni al tossicodipendente si è offerto una specie di copertura, alleile a livello nazionale-. Ha concluso: -Se non è intossicato cronico uno come Troffei che prende droga da 5 anni, chi potrebbe esserlo? L'imputato è stato definito seminfermo di mente da una perizia disposta dall'accusa: com'è possibile ora non tener conto in aula delle conclusioni dello psichiatra?-. La corte si è ritirata in camera di consiglio alle 11,30 e nell'aula è incominciata l'attesa carica di tensione. Inchiodati su una panca, Giovanni e Antonietta Chiarion, 1 genitori di Paolo, e la fidanzata Gabriella Davico. A capo chino, dietro le sbarre, Claudio Troffei. Alle 13, l'inatteso rinvio. n pje Antonictta Chiarion piange accanto a Gabriella Davico

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