L'Europa schiacciata tra Usa e Tokyo

L'Europa schiacciata tra Usa e Tokyo L'Europa schiacciata tra Usa e Tokyo PARIGI — Nel primo dei vertici economici occidentali dell'85. gli Stati Uniti hanno rilanciato la proposta di una nuova conferenza sul commercio mondiale. Di fronte al ministri dei 24 Paesi dell'Ocse (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) riuniti a Parigi, hanno chiesto un «Reagan round» del Gatt (General Agreement on Tariff and Trade) che dovrebbe ridiscutere le regole degli scambi intemazionali. L'obiettivo è di vincere quei «nodi protezionistici» che, nell'analisi di Washington, sarebbero la maggiore insidia al consolidamento del diffìcile processo di ripresa economica. Per gli Usa bisogna fare In fretta: la data del -Reagan round» deve essere fissata entro tre mesi. Il rappresentante del Presidente americano, William Brock. lo ha detto apertamente; i due ministri della delegazione (Baldrige del Commercio, e Baker delle Finanze) lo hanno confermato. Ed è molto probabile che le pressioni saranno rinnovate nel prossimi appuntamenti: la riunione del Fondo Monetario a Washington tra una settimana e. soprattutto, 11 vertice dei Sette Paesi industrializzati (Stali Uniti, Giappone, Canada, Germania Federale, Francia e Italia) in programma dal 2 al 4 maggio a Bonn. Ieri a Parigi, sulla posizione americana si sono già schierati i giapponesi — che in fatto di protezionismo sono i maggiori imputati — mentre mollo più caute sono state le reazioni degli europei. La preoccupazione dell'Europa, che non vuole svincolare 11 capitolo commercio mondiale dal complesso del problemi economici, trova conferma anche nei rapporti che l'Ocse ha presentato ai ministri degli Esteri e dei dicasteri finanziari dei Paesi membri. La tendenza generale è contraddittoria: se da una parte, negli ultimi due anni, ci sono elementi soddisfacenti di ripresa (diminuzione dell'inflazione, aumento degli investimenti e degli scambi), permangono dati allarmanti. Soprattutto la disoccupazione (20 milioni senza lavoro in Europa) ma anche l'instabilità monetaria (di cui il dollaro è il primo protagonista) e una crescita diseguale tra gli stessi Paesi sviluppati, per non parlare del divario Nord-Sud, cioè tra le economie «ricche» e quelle in via di sviluppo. Il problema è allora quello di armonizzare la ripresa, di concertare gli interventi. Su questo ha insistito 11 ministro degli Esteri italiano, Giulio Andreotti. Sulla proposta americana del «Reagan round» Andreotti ha detto che la posizione dell'Italia, e quella della Cee, non è di chiusura. La questione deve essere affrontata. E' anche comprensibile l'urgenza con cui Washington vuole procedere: l'apprezzamento del dollaro crea difficoltà anche all'industria Usa che avverte il pericolo per le sue esportazioni e preme per misure protezionistiche. Ma proprio per questo, secondo Andreotti, non si possono isolare aspetti dei meccanismi economici che favoriscono alcuni a scapito degli altri. Più che fissare delle date bisogna chiarire i problemi, ricreare un clima di fiducia. Gli Stati Uniti dovrebbero finalmente affrontare la questione del loro deficit di bilancio, il Giappone aprire realmente il suo mercato. Tanto più che, a quanto si dice, Washington nel proposto «Reagan round» del Gatt vorrebbe estendere il principio della libertà degli scambi ai servizi oltre che alle merci. Anche Willy de Clecq. a nome della Commissione Cee, ha detto che un nuovo ordine del commercio mondiale può essere discusso a patto che le decisioni siano credibili (molti principi fissati nel «Kennedy round» e nel «Tokyo round» del Gatt, non sono stati rispettati) e che vengano compiuti «sforzi paralleli», cioè che si affronti il. rlequiltbrlo del cambi e del sistema finanziario. Il vertice Ocse di Parigi si concluderà oggi. Enrico Singer Rapporto dal Fondo (Tassi inflazione e disoccupazione '84 in %) 1412' 10 86h I Disoccupazione | j Inflazione 0LJ Fonie: Eurostat e Fmi

Persone citate: Andreotti, Baker, Enrico Singer, Gatt, Giulio Andreotti, Kennedy, William Brock