Referendum, Craxi non si arrende e prepara nuove carte da giocare di Gian Carlo Fossi

Referendum, Craxi non si arrende e prepara nuove carte da giocare Il presidente del Consiglio: una guerra che nessuno vuol combattere Referendum, Craxi non si arrende e prepara nuove carte da giocare IlOMA — -Bisogna trovare una soluzione per bloccare U referendum comunista sulla scala mobile. E' una guerra che gli eserciti non hanno voglia di combattere. I soli che sono decisi a farla, lo hanno scritto nel volantino "numero 20" trovato accanto al cadavere di Ezio Tarantelli-, Con queste parole ieri sera a «Tribuna Politica», Bettino Craxi ha sottolineato la sua ferma convinzione che. nonostante il nuovo -no. della Confindustrla al pagamento dei decimali e le crescenti difficoltà, non si debba lasciare nulla di intentato per scongiurare il ricorso alle urne ed evitare il pericolo di ulteriori, gravissime lacerazioni nel tessuto politico, economico e sociale. -E' un referendum inutile deciso probabilmente per ragioni ereditarie-, ha soggiunto In evidente polemica verso il pel. Quale la soluzione? Quella suggerita da Pannella? Craxi: -L'ipotesi di Pannella non è certo stravagante, né fantasiosa e peregrina. Potrebbe aprire il varco ad interpretazioni, comunque va attentamente esaminata. D'altra parte, almeno dieci proposte sono state prospettate, ma finora nessuna di queste è convincente.. Come mai il governo ha varato il decreto per il taglio dei quattro punti di contingenza, in una situazione di scontro cosi netto? Craxi: «Fino al pomeriggio del 14 febbraio dello scorso anno, a poche ore dalla conclusione, non avevamo avuto la benché minima sensazione che ci fossero dissensi, fratture. Di colpo, si verificò l'irrigidimento della Cgil, mentre c'era un vastissimo fronte favorevole degli imprenditori e gli altri sindacati erano tutti d'accordo. Perché non avremmo dovuto presentare il decreto? In realtà, l'intesa è risultata valida nell'interesse generale: l'inflazione si à ridotta con beneficio di tutti e si sono evitate lotte sociali.. Più tardi, intrattenendosi con i giornalisti, il presidente del Consiglio ha ancora insistito sulla necessità di trovare uno sbocco, lasciando quasi intendere di aver già Individuato un percorso da seguire, sicuramente prima delle elezioni amministrative del 12 maggio, per arrivare ad una soluzione: ovviamente ricercando il maggior possibile consenso, ma poi facendo assumere al governo la responsabilità di un'iniziativa legislativa che, di fatto, disinneschi la carica del referendum. A questo punto, infatti, il nuovo -no» degli industriali privati e il conseguente irrigidimento del sindacati allontanano ulteriormente la possibilità di trattative dirette fra le parti sociali, mentre i tempi diventano ogni giorno più stretti. Slittano alla pros¬ sima settimana 1 previsti incontri dei ministri De Michelis e Visentini sui temi dell'occupazione e del fiscal drag: incertezze si notano anche per l'avvio del negoziato sui contratti del pubblico impiego, che pur potrebbero costituire punto di riferimento per le compatibilità generali economiche e la revisione della scala mobile. I sindacati sparano a zero contro la Confindustria, rimasta isolata dopo che ieri pure la Confederazione italiana del traffico e dei trasporti (Confetra) ha deliberato di pagare dal 1° maggio il nuovo punto derivante dalla somma dei decimali. «Con la conferma del "no" — ha dichiarato Pizzlnato della Cgil — la Confindustria ribadisce il suo obiettivo di distruggere il sistema della contingenza, rimettendo in discussione le regole del gioco-. Per Benvenuto della UH, che ieri ha testimoniato in una causa a Bologna a favore del «si» ai decimali, -la posizione della Confindustria è un capolavoro di contraddizioni: il governo non può continuare a rincorrere Lucchini nella speranza di convincerlo a cambiare idea. Deve fare-. Un analogo sollecito ad intervenire è stato espresso dal segretario generale del Sunla (inquilini), Bartocci, allarmato per le possibili conseguenze del referendum. La vittoria dei -si», a suo avviso, aprirebbe la strada al recupero degli aumenti di fitto congelati: In media 17.700 lire il mese, che vanificherebbero l'eventuale reintegro dei quattro punti tagliati, ma con ben maggiori conseguenze per 1 pensionati. Gian Carlo Fossi

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