Un nuovo no sui decimali di Gian Carlo Fossi
Un nuovo no sui de€imali Confindustria irremovibile Un nuovo no sui de€imali ROMA — L'attesa del governo e del sindacati per un eventuale segnale positivo degli industriali è stata delusa. Il direttivo della Confindustria ha confermato ieri sera, senza alcun dissenso interno, la decisione di non pagare i punti di scala mobile maturati con l'accumulo del decimali, pur ritenendo che il problema sia «sul tavolo della trattativa» e possa rssere risolto «nell'ambito di un accordo globale che rispetti le compatibilità fissate dal governo-. Le sollecitazioni a pagare il nuovo punto, che quasi certamente scatterà a maggio per effetto del decimali, sono tali «da non garantire il raggiungimento di un accordo reale sulla struttura del costo del lavoro». Non sono certo le frazioni di punto — sottolinea un comunicato diramato al termine del «vertice» degli industriali privati — ad impedire ai sindacati di sedersi al tavolo delle trattative, mentre il loro pagamento si risolverebbe in una concessione unilaterale che comporterebbe semplicemente un rilevante aggravio del costo-lavoro. Il risparmio per le aziende derivante dal non riconoscimento del decimali (valutato intorno all'1,2%), resta supcriore al risparmio che si avrebbe anche con un'eventuale semestralizzazionc della scala mobile, Il direttivo ha espresso preoccupazione per «un progressivo deterioramento degli indici economici», che lascerebbero intravedere un rallentamento dell'azione di risanamento e di ripresa avviata nel 1984. Il tasso d'inflazione non scende da alcuni mesi al di sotto dell'8,50%. il Tesoro è stato costretto ad aumentare di un punto 1 tassi sui Bot trimestrali e semestrali, la dinamica del costolavoro rimane «fuori controllo». C'è il pericolo, secondo la Confindustria, che l'insieme di questi segnali negativi possa provocare una definitiva inversione di tendenza nelle aspettative, Il direttivo ha, comunque, ribadito la «piena disponibilità» della Confindustria per un accordo strutturale capace di modificare a fondo l'attuale sistema retributivo e i meccanismi di indicizzazione, riconducendo nello stesso tempo la dinamica del costo del lavoro entro i tetti programmati d'inflazione. «Solo cosi — conclude 11 comunicato — sarà possibile assicurare la competitività delle imprese; solo con un accordo di questo tipo si potrà evitare il referendum promosso dal pei e si allontanerà il rischio di vanificare (attraverso confusi compromessi volti ad evitare la consultazione popolare) qualsiasi possibilità di prosecuzione della crescita dell'intero sistema economico». In questa posizione, la Confindustria resta isolata dopo la recente decisione della Confagrlcoltura di pagare i decimali, la conferma favorevole data ieri dalla Confederazione nazionale dell'artigianato, la probabile nuova delibera della Confcommerclo di prorogare il «pagamento con riserva». Ieri, intanto, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica che indice il referendum sulla scala mobile per il 9 giugno. Gian Carlo Fossi
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